Bianconeri siamo noi

Forza Ronnie!


Sulla Juve ne ha sparato tanto di fango e con noi mai si è comportato da sportivo, è vero. Ma sono discorsi che vanno assolutamente aldilà di ogni discorso tecnico, quelli che ci ritroviamo purtroppo ad affrontare dopo il dramma di ieri sera di Luis Nazario de Lima, ovvero, Ronaldo. Angoscia, brivido, paura, disperazione, vero rammarico. Personalmente ho provato tantissime sensazioni vedendo la partita ieri sera, dalla televisione. Rivedevo quei suoi urli di dolore, quei pianti. Sentivo le notizie che i cronisti riferivano, ovvero di un Ronaldo che non smetteva di piangere, con i massaggiatori che anche loro si lasciano commuovere e per fermare quelle grida di dolore, sono stati costretti a ricorrere all'aiuto di forti antidolorifici. Terribile, veramente. Il calcio giocato era un discorso veramente inutile, ormai, in confronto. Sui canali Mediaset, per una volta non si è sentito Sandro Piccinini strepitare ai gol del Milan. Raro. Avevo ancora negli occhi quel dolore di Ronaldo, subito riprensavo a quel Lazio-Inter in cui, appena rientrato, tentò subito un doppio passo, poi precipitò a terra e sia i giocatori nerazzurri, che laziali, sia l'arbitro, chiamavano e gestiscolavano lo staff in panchina, con l'immagine del Fenomeno brasiliano dolorante. Non lo vedemmo più per un anno e mezzo circa, tornò il 9 Dicembre 2001 in Brescia-Inter e tornò subito a trascinare da grande fuoriclasse la sua squadra fino a sfiorare lo scudetto del 5 maggio. Si tirò su il morale portando a vincere, ancora da protagonista assoluto, il mondiale alla Selecao pentacampione del mondo. Vinse il Pallone d'Oro e poi scappò in fretta e furia da Moratti, protetto dalla scorta, per sedare l'assalto dei tifosi interisti che se lo sarebbero mangiati vivi in quell'interminabile ultimo giorno di calciomercato. Va a Madrid, ingrassa, poi torna a Milano, ma nella sponda rossonera. Ho sempre ritenuto che non abbia mai perso, nonostante avesse messo su gli anni e i chili, i colpi da grande Fenomeno. Perchè solo quelli grandissimi sanno andare a infilare fischietti ad 80,000 persone, nel posto laddove non splende mai il sole. Perchè solo quelli grandissimi sanno fare doppietta al rientro dopo l'ennesimo ritorno da un lungo stop (Milan-Napoli 5-2). Magari non ha più avuto lo scatto e l'agilità di prima, ma di Fenomeno stiamo sempre parlando, nonostante in simpatia non mi fosse mai andato a genio, per le tante volte che contro la Juve ne ha dette di cotte e di crude. Però stiamo parlando di una persona umana, come tutte. Di uno sportivo comunque straordinario, tra i più forti calciatori di tutti i tempi. Pensare al dolore che sta sentendo ora e che ha nuovamente sentito ieri sera, mi fa veramente venire l'angoscia. Pensando poi che con tutti gli infortuni gravi con cui ha avuto a che fare e con quello che si è aggiunto ora, viene alla luce il fatto che ha saltato e salterà più di 2 anni di partite in tutta la sua carriera. Impressionante statistica. La paura è che calcistamente sia finita qui, per Ronnie, perchè affrontare riabilitazioni, possibili nuovi dolori e le innumerevoli operazioni da subire, pensando poi che non sarà la prima volta, potrebbe fargli dire basta. La grande speranza è che possa rialzarsi di nuovo, magari come in quel Dicembre del 2001. E allora, un sincero Forza Ronnie, da parte mia, perchè nel dolore la maglia non ha un colore. Detto da un tifoso che trasuda di juventinità a Milano, la città in cui ha infiammato il cuore delle due tifoserie della Madonnina.