Bianconeri siamo noi

Uno Scudetto buttato via


QUEL GOL DOLCEAMARO DI ZALAYETA E L'IMPOSSIBILITA' DI ESULTARE PER UN GOL CHE SAREBBE VALSO LO SCUDETTO
Quel gol di Osvaldo al minuto novantatrè , va scritto con la maiuscola e con l'accento, perchè terrà una svolta per il futuro, nel bene e nel male. Coloro che tengono la pazienza di leggermi, ricorderanno ciò che scrissi nella vigilia di Reggina-Juventus, sull'onda non solo delle emozioni delle vittorie su Udinese e Roma. 9 punti possibili, 9 punti da recuperare per diventare grandi. I primi 3 sono andati via al vento per cause di forza maggiore, ma non solo per quelle. Parlo dell'ottimo Momo che ha sparato al cielo a porta vuota. Magari con un primo gol in quel frangente, la storia sarebbe potuta essere diversa. Ma viste le fortissime attenuanti, si può sorvolare. Quello di Momo fu un episodio (grosso, comunque), il Donda, un sistema che se viene negato, significa che ci sono gravi problemi mentali, senza alcuna offesa. Sono seguite le due partite meno covincenti della stagione della Juve: lo 0-0 scialbo, scarno, scarso, acido contro un Torino capace di diventare insidioso solo con una punizione, tra l'altro, pure inventata. Ma è tutt'altro discorso, per un attimo, accantoniamo dai discorsi questi arbitri maledetti che mascherano le nostre lacune ed errori. Gran parte del cervello dei nostri era ancora al Granillo, forse anche dopo il disastro calcistico di ieri. Una forza di volontà che in parte è stata assente. Assieme alle grandi colpe di Ranieri. Una settimana calcistica che ha ridimensionato la Juve. Dal sogno di una Grande, nuovamente Piccoli. Il passo è stato veramente veloce, ma sopratutto indigesto, che lascia grossa amarezza. 9 punti in queste tre partite buttati veramente alle ortiche. Con l'Inter che in questo periodo, tra impegni extraMelegnano ed infortuni, inevitabilmente avrebbe sofferto, come preannunciato, non per fare gli indovini. Mi lascia personalmente basito il fatto che se la Juve avesse fatto la Juve, cosa che avrebbe potuto fare a mani basse, ieri sera, al gol del Panterone nel posticipo del San Paolo avremmo potuto godere, tantissimo. Perchè sarebbe stato un gol che avrebbe portato la Juve a soli 4 punti dall'inter, al secondo posto, in piena lotta scudetto. L'Inter avrebbe sentito il fiato sul collo, con gli infortuni che stanno decimando i morattiani e i pensieri che dovrebbero correre su due fronti, uno di questi, il delicatissimo dentro o fuori contro i Reds, che per loro vale più di un passaggio ai quarti. La vittoria, netta, del Napoli che 24 ore fa ha umiliato nel gioco l'Inter (fosse finita 3-0, sarebbe stato più giusto), non fa altro che aprire l'ennesima fiera di rimpianti, per uno Scudetto che è stato buttato davvero al vento. L'ennesimo esame per ritornare davvero tra le Grandi, ci ha rifilato la bocciatura. Occasioni perse e non veniteci a parlare di benzina finita e scarsa condizione di forma. Stiamo parlando di una squadra che gioca solo di domenica da tutto l'anno, salvo qualche sporadica notte di Coppetta Italia e turni infrasettimanali di campionato, che tutti devono affrontare. Questo non-gioco, lo stesso che abbiamo visto anche a Catania, nella prima partita dell'anno 2008 e a cui non siamo riusciti a disabituarci, purtroppo, salvo la scampagnata contro il Livorno di Camolese, la mediocrità, con tutto il rispetto. Oltre agli errori arbitrali, puntuali come le tasse, anche i nostri punti buttati via in quantità industriali. Ripenso ai due rigori falliti da Alex a Roma, uno in movimento e uno dal dischetto da fermo. Ripenso alla partita buttata via a Firenze, a casa dei viola fiacchi dopo 120 minuti di Coppa Uefa il giovedì e una bella quantità di occasioni buttate, per chiudere con un rigore molto ingenuo regalato da Legrottaglie. Ripenso a Gargano che uccella tutta la difesa della Juve, dopo che il gol di Alex arrivò nemmeno 3 minuti prima, per poi prendere una traversa piena con David e il Capitano che la butta alle stelle a due passi dalla gloria e poter così gelare gli intenti di Bergonzi, come invece è stato a Cagliari. Ripenso ai due/terzi di partita completamente regalati al Parma che arriva fino al 2-0, ma avrebbe meritato anche qualcosa in più. Ripenso alla manca di concretezza in casa dei Campioni del Mondo che in casa perdono anche con l'Empoli. Eppoi, ripenso all'anno nuovo, l'anno che verrà. Ripenso alle straparole del Mister, che invece di riparare le lacune di una squadra che può solo migliorare, pensa a straparlare pubblicamente ai giornalisti più che alla sua squadra. Ripenso alle prestazioni pessime con Catania, Sampdoria, il fanalino di coda Cagliari dove ci devono pensare i 200 polmoni di Pavel. E quindi,ri-ripenso ancora a dove eravamo risorti e dove siamo ritornati, alla solita musica stonata, mai guarita. Ripenso a quei giocatori che vivono come i punti interrogativi e i capri espiatori, acquistati per marcire in panca nonostante qualche cosina potessero pur dare, quando invece gente con due ciabatte al posto dei piedi non rifiata anche quando proprio nemmeno il buon Dio del pallone li assiste più nel gioco del Calcio, per giunta, in un ruolo che non è il loro che lo stesso buon Dio del pallone gli ha assegnato . Ripenso all'insieme di questi, quelli e tanti, tanti errori che si sono propagati di partita in partita, ma sempre sorvolati e annichiliti con uno smile a 32 denti strabritish nel dopopartita, perchè il risultato, maturava in gran maggioranza per un carattere grande così e per le giocate dei singoli. Ripenso e mi richiedo, anche se non è il mio stile fare la zanzara nei fatti altrui, cosa diamine sia successo a Malta, in quel ritiro invernale. Laddove cominciò l'involuzione della squadra, invece che la crescita.  Ripenso che queste lacune sarebbero state tappate se alla presa di grandi allenatori, che non avrebbero permesso una continuità così incredibile di passaggi sbagliati, gioco fantasma, imprecisione , primi tempi di attesa che vengono regalati agli avversari e lo ripeto ancora, la conseguenza di tutto questo in punti buttati via. Ripenso alla mancanza di responsabilità e autocritica del Mister. Ripenso ad una società che non tira fuori il minimo di orgoglio gobbo, che forse non sa nemmeno cosa sia e viene solo l'angoscia a riscrivere l'ennesimo tormentone disarmante nei confronti dell'amore dei tifosi e di 110 anni di storia. Ripenso che non me la sento di godere per lasconfitta umiliante dell'Inter al san Paolo, la prima dell'anno in cui non vengono aiutati dal solito fischietto, perchè è più grosso il rimpianto, e ancora, perchè quel gol di Zalayeta avrebbe dovuto farci gridare ed essere accolto come una rete Scudetto. E arrivo a pensare un'altra volta che tutto questo, al 3 Febbraio 2008, non può essere da Juventus. Che questo gol di Osvaldo possa rappresentare una sterzata definitiva a favore della Juve. Non sempre una sconfitta segna la fine. La Juve non può dimostrare di lottare solo per un brodino, come il semplice passaggio ai preliminari.P.S. NECESSARIO. Ci tengo a precisarlo. Nonostante le critiche siano pesanti, non per questo getto via le speranze, che sono le ultime a morire. Non muore nemmeno la fiducia nei confronti del Mio Mister, che di buon lavoro, ne ha fatto comunque e credo ancora che debba essere lui il condottiero di questa Juve, perchè a tratti, ha dimostrato di poter meritare questo onore e di essere un vero allenatore. Personalmente non amo e mai amerò i modelli di mangiallenatori di Cellino, Moratti e Zamparini e preferisco che i tecnici abbiano il tempo a disposizione di poter zittire e rispondere le critiche.