Bianconeri siamo noi

Fabregas, Kluivert. Minuto 84 e il ciclo si chiude


Per un momento, una pagina dedicata a chi per qualche minuto vuole cambiare argomento e interrompere il gioco del tiro al bersaglio verso Ranieri. L'eliminazione dalla Coppa del Milan, è una faccenda storica, ma che comunque riguarda e molto, pure la Juve. Si, ci riguarda eccome perchè sarà un concorrente agguerritissimo che vorrà raggiungerci in classifica.Un eliminazione sacrosanta, per i rossoneri che dal 2003 a ieri avevano sempre oltrepassato lo scoglio di accontentarsi di rientrare nel lotto delle 16 più forti d'Europa. Quest'anno, sono usciti venendo presi a pallate da un grande e giovane Arsenal, il contrario dell'ormai vecchio Milan, che da oggi comincerà ad essere parte del passato e non più presente o futuro. Il Milan ha chiuso un ciclo, magari altri ne cominceranno un altro. Giusto così, perchè quel che non è successo là all'andata e per più di 80 minuti ieri a San Siro, si è concretizzato nel giro degli ultimi giri d'orologio di un ciclo, che è stato costellato di vittorie meritate e fortunate. Dopo i tanti tiri in bocca a Kalac, dopo i buoni colpi di fortuna di cui il Milan ha sempre goduto in Europa (non si può negarlo), nel giro di poche frazioni di secondo, dal 20enne Fabregas è arrivato un gol che ha gelato tutti.Spezzacuore e spezzagambe. Una traiettoria beffarda, angolatissima e con quel grande pizzico di fortuna che ci vuole sempre, dopo che un Regista con la Maiuscola come Pirlo si è fatto letteralmente fregare la sfera, in una delle peggiori partite della sua grande carriera. Minuto 84. Un minuto che nella storia recente del Milan ha segnato un'altra fine di un'era europea. Il 18 maggio 1995, al Prater di Vienna fu la volta di un altro giovane d'oro, l'allora 19enne Patrick Kluivert. Ne passarono tanti per vedere nuovamente un grande Milan nell'Europa con le Orecchie. Destino del pallone ha voluto che l'agonia che aveva colpito da mesi a questa parte il Milan, ormai vecchio e involuto che da due anni prende una ventina di punti, minimo, dai Cartoni d'Italia. Il Milan era da tempo in riserva, non era in grado di dosarsi su due competizioni al massimo. O la Champions, o il campionato, questa rosa non permetteva di sdoppiarsi. Loro hanno scelto la Champions, regalando punti a raffica in campionato, ma restituendo il favore in Europa, con le galattiche prestazioni contro Bayern Monaco e Manchester United (ma va detto per onor di cronaca che i Devils fuori dalle mura amiche collezionarono solo umiliazioni), arrivando alla cinica vittoria con il Liverpool e a vincere in Giappone, con tutti i meriti e i complimenti, ma contro un Boca molto, ma molto modesto. Dicevano di snobbare il campionato, la realtà è che non ne erano più in grado di competerci a livelli scudetto perchè la rosa non consentiva di giocare in una corsa a tappe con le Coppe di mezzo, con una squadra oramai così involuta e limitata numericamente. La riserva oggi è finita. A differenza di 12 mesi fa allorchè fu battuto il Celtic, , con Seedorf assente,Pirlo e sopratutto Kaka, i due uomini in più del Milan, non sono esistiti, se non i loro fantasmi.  Non hanno trascinato la squadra, con rispettivamente, le punizioni con il contagiri e le visioni di gioco o le cavalcate fulminanti.Troppo esagerato spremere e pretendere il tutto da Pato, che possiede sì i grandi colpi, ma è ancora troppo giovane e senza l'esperienza giusta per fare già da subito la differenza nelle partite così importanti, sopratutto se sbarcato da nemmeno qualche mese in Europa. Nemmeno il Pelè 18enne avrebbe fatto qualche cosa tra andata e ritorno. Pato nei primi venti minuti di partita ha avuto una ghiottissima occasione, l'ha sciupata. Attimi di inesperienza e mancanza di freddezza che prima bisogna acquistare e guadagnare. Pato ieri era alla prima al Meazza, in Champions, in una partita tesissima, un vero e proprio dentro o fuori contro un colosso come l'Arsenal di Wenger, signor Allenatore. Il Milan, in quel di Londra, era stato graziato dai Gunners, che tiravano sempre in bocca a Kalac o che si mangiavano con Adebayor un gol già fatto allo scadere, in un dominio totale di gioco e pure di forma fisica. Eppure, nonostante quell'umiliazione, il risultato mascherà le grandi lacune. Simbolico il titolo della Gazza:"Milan, così si fa". E' finita nel modo più atroce per i tifosi rossoneri che speravano ancora, ma stavolta tutte le risorse proMilan, hanno chiuso i battenti. Troppo più forte l'Arsenal, ed è la classica chiusura triste di un Grandissimo Ciclo. Personalmente, ho sempre riconosciuto al Milan la loro grande statuta europea, anche in alcuni vecchi articoli. Non godo per l'eliminazione di Capitan Maldini, di Gattuso, di Kaka, di Seedorf, di Ancelotti e della grande componente tecnica rossonera, a cui va tutto il rispetto possibile e un piccolo ringraziamento per essere stata, in questi anni, l'unica italiana che arrivava fino in fondo in Coppa, perchè alla fine, gufando o tifando, sono sempre stati dei bei mercoledì di Coppa, innegabile, in cui ci ritrovavamo tutti, pro e contro. O almeno, questo è il mio pensiero personale, opinabilissimo. Sarà strano non vedere il Milan già dai quarti. Sono usciti dalla Coppa, prendendole sul campo, ma con la migliore condotta sportiva, assieme ai tifosi che invece di contestare hanno cantato e ricantato "Saremo sempre con voi", nonostante per la squadra sia il momento più duro da 5 anni a questa parte, nonostante il campionato stia andando a rotoli, nonostante la squadra ha perso gli ultimi tre derby della Madonnina, nonostante il calciomercato è stato molto fiacco, negli ultimi mesi e ancora, nonostante fossero in "pole, pole, pole per Ronaldinho". Godo dell'eliminazione per la figura di Galliani, indigeribile nei discorsi. Ostinato, testardo nonostante ci sia gran parte della sua tifoseria che storce il naso. Non ci si può continuare ad aggrappare alle statistiche, al passato e ai Ranking, snobbando il mercato. Indigeribile anche ai microfoni dei giornalisti. Bello ganzo e sorridente agli elogi di Pellegatti, abbandona la scena alla prima minima stuzzicata in cui non è in grado di rispondere per le rime, causa mancanza d'umiltà e autocritica. Anche ieri sera, ha osato affermare che il Milan è comunque Campione del Mondo e la stagione è stata influenzata dalla trasferta giapponese. Per 2 partite contro Urawa (chi???) e il Boca, già detto, modesto. Godo vedendo le facce dei Berlusconi al fischio finale, che non saranno ospiti che autoelogiarsi per 2 ore nel salotto delle sue marionette di Controcampo. Godo pensando a quei boriosi come Mauro Suma. Ingiusti rappresentanti di una grande squadra, che ora cambierà marcia. Purtroppo pare lo farò con il grande Marcello Lippi, cuore bianconero. Alla fine di un ciclo, proprio come fece la sua ultima Juve del 2003-2004. Lippi lasciò una Juve ormai bisognosa di essere rinnovata a pieno dopo l'eliminazione agli ottavi (e anche quella sera, un grandissimo tifo bianconero, esemplare), passò in Nazionale. Alla Juve arrivò un grande stratega rossonero, Fabio Capello. Al Milan sta arrivando, forse, un grande condottiero bianconero. E forse, se Donadoni dovesse fallire in azzurro, Carlo Ancelotti, meritatamente, arriverebbe alla Nazionale Azzurra.Complimenti alla RomaAndiamo per un attimo oltre alla rivalità. Personalmente non mi è mai piaciuto il paraocchismo. Stracomplimenti alla squadra di Spalletti, vincere al mitico Bernabeu, dominando in questo modo, è da pochi. Raramente si è visto il Real così spiazzato a casa sua.Quando vedo vittorie così dopo delle partite così avvincenti, mi fa comunque piacere per la squadra italiana, anche se non tifavo per lei. Un pò come il Milan l'anno scorso con il Manchester o con il Bayern in Germania. Ognuno poi la pensa come vuole, chiaro. In fondo, anche per gli juventini antiromanisti, c'è un piccolo lato postivo. In campionato, la Roma potrebbe perdere colpi. Eppoi, c'è da annotare il fatto del traditore Cannavaro, per la seconda volta consecutiva fuori agli ottavi di Coppa. Eppure aveva lasciato la Juve che affondava, proprio per giocarsi le ultime speranze in carriera per sollevare quella Coppa, che probabilmente non alzerà mai. C'è da dire, ad onor del vero, un'altra cosa. Questo non è un grande Real, quello di 5-6 anni fa che annoverava nella sua rosa fior di Palloni d'oro (bastonati dalla Juve di Lippi). Però, ridicolizzarlì così, nel tempio di Bernabeu, rappresenta sempre un'impresa storica.