Bianconeri siamo noi

MONOPOLIO D'UN TEMPO


Si può dire che lo spettacolo vero, in catalogna l'abbiamo visto di sabato in quel finale di qualifica memorabile, grazie al padrone di casa e l'uomo di ghiaccio che guida la Rossa. In pratica, i due migliori piloti in circolazione schierati in prima fila, in un ipotetico duello che dura giusto l'attesa per la partenza. Diciamo anche purtroppo, perchè mancano le gare ad alti livelli di Alonso, francamente. La doppietta rossa è una non-novità di questo Gran Premio, quindi stavolta si parla prima di altro. Come appunto, di Fernando, che in qualifica, ma anche nella prima parte di gara ha dimostrato di che pasta sia fatto. Verissimo che ha avuto dei vantaggi avendo il serbatoio abbastanza scarico, ma la prima fila (a meno di un decimo da Kimi, spiccioli), l'ha ottenuta. Se l'è presa con quel catorcio di Renault che oggi è indietrissimo rispetto a Ferrari, Bmw, Mclaren ed è un passo dietro a Toyota e quasi Red Bull. Un pilota normale, una Renault con quel quantitativo di carburante l'avrebbe portata al massimo in quinta posizione. Infilarsi tra la scuderia che sta monopolizzando l'inizio di questo 2008, è cosa da Grandi. E solo uno della stessa levatura e della stessa classe poteva gelarlo in quel momento in cui ha sollevato ed agitato il pugno per esultare, per una parziale pole, come fece una volta Schumacher ad Imola. E nonostante la differenza sostanziale della Renault con le Mclaren, in gara, fin al primo pit stop, l'ex compagno di squadra l'ha tenuto ben dietro, con un distacco anche superiore al secondo. Avrebbe meritato di salire sul podio, perchè nonostante lui abbia in mano un catorcio, in tutto il campionato ha comunque portato a casa prestazioni vigorose e prodigiose, come l'avvio a Melbourne in cui ha rifilato un bello smacco a Ron Dennis o come il secondo giro in Bahrain, con Hamilton che gli è decollato nei posteriori. Invece è stato tradito dal motore, non è stato baciato dalla fortuna al contrario dei tempi Mondiali. L'ultima sua rottura del motore risale al Gp di Monza del 2006. Per i ferraristi, sopratutto quelli presenti all'autodromo (chi vi scrive era tra questi), quel fumo bianco fu accolto quasi come il gol di Grosso contro i tedeschi, per un tifoso di calcio. Oggi spiace un pò non vederlo poter lottare ai vertici. Contro questo Raikkonen e questa Ferrari sarebbe stato un duello straordinario, memorabile. Cavallino Rampante che, alle indicazioni che abbiamo raccolto da questo avvio di campionato, si può insidiare solo in qualifica alleggerendo gli scarichi. Dimostrazione lampante: Kubica in Bahrain e appunto, l'Alonso di sabato. Sennò, la fine è l'altra, vedi la Malesia. Massa e Raikkonen in prima fila e gli altri li becchiamo quasi a 8 decimi di ritardo. Oggi non ce n'era per nessuno, così come tre settimane fa e così come a Pasqua in Malesia. Le due Rosse, prima del terrificante botto di Kovalainen (identica dinamica di Hamilton al Nurburgring l'anno scorso, non è un caso) erano già imprendibili. L'impressione è che dopo la seconda Safety Car non abbiano tirato più di tanto. Più che l'impressione, anzi, è un dato di fatto. Nemmeno in Spagna nessuno è riuscito a tenere il passo di Raikkonen e delle Ferrari. Si sta prospettando il monopolio rosso, come ai tempi di Schumacher. Solo che qui la battaglia potrebbe essere aperta anche a Massa, a cui Kimi in partenza ha sbarrato le serrature, dopo aver bruciato la Renault di Fernando come un birillo. Massa ce la farà? Per ora è lui la speranza di coloro che vogliono divertirsi vedendo la Formula 1 (non come oggi, degno di una camomilla), è da lui che si chiede di attaccare in pista il compango di squadra e tenere aperto il compagno. Altrimenti questo Iceman non lo ferma nessuno. Ad oggi poi le smentite e l'imprevedibilità sono il pane dello sport, F1 inclusa. Attaccare, in pista. Sperando di non vedere le scintille e l'odio che in Mclaren ha dilagato nello scorso campionato. Arma che nell'anno passato è stata la carta per buttare via un Mondiale in cui a due gare dalla fine, si aveva un vantaggio di 17 punti su quello che poi, nel giro di quelle due restanti gare, diventava Campione del Mondo. Invece quel Mondiale per i due alfieri argentati finì nella sabbia di Shangai. Sabbia che, tanto per avvelenare un pò il finale di articolo, ancora consente a certa gente di presentarsi nel paddock oggigiorno, evitando una maxisqualifica che sarebbe stata sacrosanta. Ma nessuno poi avrebbe visto Interlagos 2007 e questo disastroso inizio di stagione. Nessuno, col senno di poi sta rimpiangendo nulla. Ad oggi, poi si vedrà (mani attente ai posti di combattimento).E poi, Juve. C'è poco o nulla da dire. Da quattro partite a questa parte si vince a mani basse (usando il gergo ciclistico, mica quello del pendolino di Mosca), campionato in discesa, dominio netto, gioco spumeggiante, gol a raffica. Come ai vecchi tempi. Si torna ufficialmente in Europa. E sempre ufficialmente (per chi ha voglia di tirarsi una martellata da quelle parti), per la prima volta dal 2005 a questa parte, possiamo dire matematicamente addio alle speranze tricolori. E stato un 5-2 senza discussioni, il primo tempo migliore di tutta la stagione, senza dubbio, la Lazio a cui interessa solo la finale di Coppa Italia non è mai scesa in campo. Senza discussioni, e quindi non le facciamo. Alla prossima.