UNDATED BAR

(racconti isterici, criminali e patologiche storie)


L’INCONSAPEVOLEE dopo anni si abbandonò finalmente a quei pensieri morbosi che sfioravano le sue tempie così delicatamente. Erano prima così terribili da fuggirne? Sentiva ora come familiari quelle verità prima oscene alla sua mente, non era la paura ma una gioia che sembrava divina a riempire il suo corpo. Gli occhi gli si gonfiarono di commozione. Ma come era possibile? Le dita si allungarono sopra la testa pettinata, rastrellando si aprirono davanti a quella gigantesca macchia d’umidità che nasceva sulla parete; trascurata era diventata un alone nero che ora conteneva la sua figura e una porzione del vecchio ufficio. Tutto fu chiaro e veloce, il vento già gonfiava i suoi vestiti nella grande distanza quando si spezzò la spessa lastra di vetro della finestra.