UNDATED BAR

(racconti isterici, criminali e patologiche storie)


H. ACCIDENTALUscendo dall’albergo sentì un rumore acuto nel proprio interno, un fremito sottile di calore penetrargli la testa. Probabilmente gli occhi si chiusero o persero la vista  perché le cose si mossero di alcuni secondi. Quando cadde la valigia del signor K. Rossmann si accorse che doveva avere serrato i pugni rigidamente, sentì il corpo vuotarsi. Poi non riuscì più a trattenere quella saliva che era diventata così densa ed ebbe la nausea per la vischiosità dura attaccata ai denti, udì il mento gocciolare sulla camicia. Guardò il petto e i bottoni dorati ormai sporchi incurvarsi con il suo ventre. Le spalle si indebolirono lasciando le braccia due elastici rotti, la tela cartonata della divisa cedette alla schiena ossuta. Vide la grana dell’asfalto e una macchia come di sangue che risaliva fino alla sua bocca. Non c’era alcun rumore mentre portava la mano alla nuca e la porta girevole scorreva.