UNDATED BAR

(Racconti isterici, criminali e patologiche storie)


L’ARRIVO MANCATOEntrò di sabato pomeriggio nella galleria con la mente vuota e riscaldata dal sole, pensò al breve buio tra quelle due porte di luce mentre una leggera variazione rese più salda la sua guida. Respirando immaginò di attraversare una calma superficie d’acqua  quando l’oscura umidità si abbattè sul suo corpo; sentì un colpo, la pelle irrigidirsi  impreparata e il freddo scendere sotto i suoi vestiti. Alzò la visiera. I suoi occhi mantenevano ancora strette le pupille troppo esposte alla luce, decise di prendere la macchia bianca dell’uscita come punto di riferimento. Continuò ad orientarsi così per alcuni minuti prima di accorgersi che il tempo trascorso sembrava non produrre risultati, avanzando l’uscita non pareva avvicinarsi ma rimanere ad una distanza costante. L’aria gelida iniziò a diventare insopportabile, la pelle si anestizzava lentamente. Una sensazione di disagio lo invase. Sentiva il petto ancora tiepido sul serbatoio, lo avvolse appoggiando tutto il peso del busto. La volta di cemento si prolungava e il rumore scivolava sulle pareti moltiplicando i giri di quell’unico motore. Quando cercò di capire lo spazio percorso dagli specchietti vide solo quella piatta liquidità nera. Sentì insopportabile la pressione del casco sulle tempie, la spugna che ne foderava l’interno aderire alla fronte, abbassò la visiera con un colpo deciso.  Fu inutile accelerare mentre l’uscita diventava sempre più piccola e la luce al di là si spegneva.