UNDATED BAR

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SOPHIAOgni giorno penso agli uomini destarsi dal sonno e  affollare le strade, ogni giorno la gente si scontra sul viale dell’Undated Bar. Qualcuno ha il feroce passo del tempo, qualcuno stanco della sua corsa apre la porta ed entra senza accorgersene. Si potrebbe dimenticare ogni cosa e si potrebbe rimanere dentro per sempre. Perchè Undeted è il malinconico riposo, la grande vetrata da cui puoi osservarti morire. Ogni giorno tra i tavoli parlo al vostro orecchio per sussurrare qualcosa dal margine della  vuota fissità, voi state fermi su quelle vecchie sedie mentre l'ultima goccia di tempo sta finendo. E proprio il tuo tempo che vedo finire mentre guardi le mani afferrare il bicchiere. Puoi schiarire il wisky con placidi sogni ma ogni sorso sarà glassa sulla tua lingua, sarà come riposare tra dolci sabbie mobili e sentire il respiro melenso scivolarti in gola. Quando la tua gola sarà piena arriverò improvviso, le mie parole saranno veloci come un’idea e il tuo desiderio non potrà essere più convincente del mio inganno. Quando uscirai dall'Unteded nuovamente camminanerai in strada con la consapevolezza che il dialogo tra gli uomini non è necessario, e non ti sarà più necessaria l’esperienza della storia per comprendere lo stato di vacuo esserci. Accetterai una blanda sopravvivenza. Il tuo annichilimento volontario supererà il tempo, la gente che si affanna all’appuntamento finale e il sacrificio che costruisce questa immensa macchina senza scopo. Ti sentirai libero nell’untume del tuo pomeriggio. Sentirai il tempo accelerare e decelerare seguendo i suoi percorsi di galassia in collera e non si accorgerà di quanto siano ridicole per te le sue potenti ellissi, potrebbe consumarti prima della fine di questo fiato ma compirebbe nient’altro che una rabbia sciocca perché tu non conti più nulla. Decidi pensando che nessuno conta qualcosa se non a volte per se stesso, hai visto da te quanti gesti inutili muoveva  la nostra camerierina, fedele e sollecita come l’automa della propria ignoranza. E’ il suo sogno ciò che ora non puoi vedere. Non ricordo quando tutto è iniziato ma da quando lei ha deciso di sottrarsi da questo immolasi quotidiano ha vissuto solo per il mio respiro, ora non ha cosa più importante che ascoltare il gonfiarsi dei propri polmoni  seduta all'Undeted.  Può succedere a chiunque, la mente si affolla spesso di inutilità. A questi incanti dell’abitudine ci si può attaccare facilmente come solo un microbo farebbe con il suo organismo, poi lentamente non si diventa altro che un pizzicore al limite della propria testa. E’ da li che ora ti sto parlando, non hai sentito la pelle e i capelli attillarsi come  buccia al cranio? E' li che adesso vivo. Ora sei nell'Undeted anche tu, dopo queste parole ti vorresti alzare per tornare in strada come sospinto da uno spiffero d’aria ma rimarrai stretto al tavolo, come inebriato da un’infezione esotica per fremere ancora al mio sussurro.