UNDATED BAR

ALFASIA 016 (fogli d'amanite)


UGOLA SALATASilenziosa, inleiata e divinaInabissata da decadi di incudini.Sclerotizzato da cristalli del tempo,Scaglia a scaglia,  sui suoi capelli copertiVelo di sale eroso dal dito d’ago,Spaccaghiaggio dalla punta di specchio. Santa, silenziosa e pulitaSbordando acque di stagni, Onde equalizzate trascinate da teste di vergini, Voci esterne alte come spigoli, come mani sul corpo instancabili.Interlinee di bitume colano nel timpano otturatoIncantando il sonno nella sua forma di cono.Dentro, pesci palla aperti secchi, sbruffando come geiger furiosi,Ruote d’ossa acuminate rotando alzano le nebbie gialle dei soli  urlanti. Ssplasch, bicchiere di thè caldo,Splasch, magdalene bagnata,Il condominio intero, splaschh. Meschina l'acqua spruzza sguardi di catrame,Ingoia disperde nei pozzi neri di pupille.   Splasch,Liquefatto come benzina,Sento l’odore acuto di nafta tra gli occhi.: si carica le pietre fredde,Adesso è pazza nella sua casa nuova,Nel giardino del nosocomio raccoglie fiori recisi,Scheletro di una rosa magra nella fila,Rosa ghiacciata nel suo stelo orgogliosaSoffia sulle mani di verità repulsa,Vacuità innaffiata d’argento ogni giorno parlando.Diaframmi di sapone chiudono il suo alito caldoChe le parole graffiano come punte di diamante,Timorosi e pesanti pianeti d’alito Senza orbita tra le corsie si appoggiano al suo braccio peloso,Gemme di vento sulfureo da portare a passeggioDa riporre ogni giorno nel portauova biancoCome capsule dense d’oblio e memoriePesanti e neri intuiti.