UNDATED BAR

LO PSICODRAMMA


Accendo il C.C. Show,Il ricordo mi scoraggi ad andare. Donne morali Liu Jo parlano d’amore -Signore con gambaletti di nylon controllano -Lo psicologo psicotico consiglia -Il grande palinsesto dei tumori piange. Una cinese suonatrice di fisarmonica mi dà consigli sulla ceramicaMille bambole in una cantina umida, Lenti film di Ozo. Spengo. Farsi una doccia in un bagno indiano fumante,Distesa in una strada di IstanbulIl vento di sabbia mi imbiancaUn lama mi sputa. La pelle cade, Foglia a foglia,I fili argento indolenti,Discorsi tra donneCattivi in anelli di vuoto,Sottovoce,Occhi sorrisiMe lo sento di intuito,E’ stato belloMa non posso,Ci sono io qua,Io capisco.Parlate. Parlate.Parlate. Silenzio sovraesposto -Stupor melanconico. Maometto in un canto unico sale dal pavimento.Nina Simone con l’ultimo fiato ti porta sul Mississipi,Senti lenta la ruota che giraMuove l’acqua pesante,Pala a pala roca.Zolle di terra umida sollevano patateSteccati semplici in chiese bianche. Qua: Bonito Oliva balla con un trans sul parrucchino di Andy Whorol,Dolce e Gabbana ridono, Cavalli cucina, mille donne magre camminano.Spengo. La stanza vibra di blu profondo e velluto nero.Aerei tedeschi della grande guerra ronzano, In schieramenti geometrici necessari virano.Piccoli e precisi modellini in plastica.Segni di gesso sulla lavagna per i vincenti,Feltro pregno per i perdenti. Strutture e cancellazioni anonimePer il Nuovo Mondo potenziato. Posso cantare superficie e giovane bellezzaNel paradiso che è bianco come denti e monumentale!  Sorridi ai tasti interrati nelle gengiveMuovi lo spazzolino con un play di polso. Nella mia bocca una scatola di metallo. Ci pianto nuovi fiori santi e muscolosi Gli do tutti i giorni Carntina,Vitamine A-E-K, D3-C-B1,2,3,5,6 e 12.Carni forti, bianche e guizzanti. Si aprono e si chiudono sincronici come orePronti per essere creati li recido, Fiori freschi vivono sul mio tavolo ogni giorno. Un’orchidea all’occhiello della giaccaPer Dorian Grey  e per gli idoli terrestri!  Creare tutti che nulla esiste! Io deprivazione sensoriale,Stati schizoaffettivi e psicosi cicloidi. Lacca rossa alle unghie e acetoneE per me solo soffici nervi odoranti profumi.Una piccola Nike alata, ritagliata da una rivistaNella sua fine, una fiamma bidimensionale aspettaAccartocciamenti letterari e discorsi sensati. La stanza scintilla come un vetro,La poltrona disinfettata, al centro Bianchi topi a tappeto invadono il loro elemento.Guardo i papaveri che si schiudono puliti dai vasi. __Il chimico accarezzi la cavia e faccia sesso con la donna ormai morta!__Ordina il Re al suo suddito.Obbedisco (come sempre) carte da poker in feroce quadrigliaSullo scrittoio, il telefono trilla, __Mirmiglia che è una meraviglia,Arriva veloce un treno da fuori stabiliaa…arrrt__Non rispondo.L’eco della mia voce è sospeso.Anelli di lettere fluttuano il puzzo del bruco fumosoDel buco fangoso, del baco bavoso…Cado pesante come un arcangelo sulla moquette. Ancora sento il corpo e vecchie sabbie bianche a IstanbulVorticano insidiose agli occhi e suoni sessualiContrazioni sull’altalena dal pelo bianco d’angora.Un prato di piccoli garofani rossi come occhietti voraci. Appoggio un piede indiretto,Mediazioni e deviazioni del sistema. Una diagonale di lama ciondolanti annusano le capsule di gelatinaBianche e viola allineate alla panca operatoria,Suture e terapie trascritte lentamente al piano. Il respiro affannato cede sotto i cubi, Il peso di mille donne magre impastate con fango e argilla.Idoli geometrici  levigati e luminosi come una pala d’altare.Sul mio letto si ricama una madonna nera.  Vapori di the, nero di velluto, raggi blu di rimando, aerei tedeschi, Virano sganciano, bombe, fiale spezzate rotolano sulla moquette,Bastoni e cilindri lucenti, Tip tap sull’olocausto. Dolce e Gabbana ancora ridono.  Spengo. I muri imbiancati proiettano il lavoro di santi, Nuovi semidei in kevlar.Le mille donne dal grande occhio tingono la mano nell’acqua benedetta,Alzano sutra mea culpaTramano unanimi e vibrano di ipnosi.Nevrosi alte sei metri con luce cadenteEpatite saettante, voce suadente - Strati di smalto denso impregnano la stanza.Dal cervello aperto notturne  di tango in contrappunto, Gira su se stessa la marionetta danzante ai fili scioltiIl suo canto è nenia crosciante__lapidante: L’uomo con il cappello vestito di grigio è Individuo indisturbato Assume icastico l’identità metodica distribuita pianificata ed eventualmente modificataUn grande vetro su vista New York meccanico lo satellitizza all’insediamento abitativoMa battezzato troppo umano per il controllo cosciente allineato ripete Robota Uomo come una  rotativa Robota uomo come una rotativaRobota uomo come una rotativa. Sono le cinque p.m.L’ora del The è arrivata, I passeggeri si scambiano composti Girando su tazze vuote si confondono. Io sono il servizio che hai selezionato.Sono la tua parola di passaggio.Sono un errore procedurale.Io sono le mie connessioni neurali.Sono il superfluo pensiero. Ascolta se ti parlo di senso,  Ti dico ora panica di follie,Tremolanti gelatine di verdearancio fanno bene al metabolismoAnni sulla formica ingiallita a cucinare pollo polifosfatoCucchiai d’acciaio non arrivano al bambino sovralimentatoDalle grosse mammelle latte sgorga a cascata sulle mattonelle della cucinaTutte le nostre case sono di un colore azzurro ione. Io sono lo specchio sodo ed elastico.Sono l’acqua fluida nei tuoi percorsi.Sono l’elettricità del tuo cervello. Freddo di mani umide cercare Proteo nell’onda violettaCon gli occhi d’anfibio non lo si può fermare, interrogare. Oggi è il tempo di Yorick buffone del re,Mia unione barbara col divino e consolazione.Lo conobbi nelle acque serene, fermo e solido negli argini LCD,Si affacciò e anche lui digitò indifferentemente.-Dipingiti quanto vuoi, a questa apparenza dovrai divenire-Mi disse di riderne se potevo.Io risi, muovendo il mare d’impulsi. Il treno e la mia onda passarono lentamente sotto gli archi.Intorno colossi stanchi e frutteti acerbi,Visioni diurne di giambi sudanti ai rami. Sgocciolanti piombi fondono sul fornello elettrico. I muri caldi aprono scansioni termiche sulla ferita appannata. Guardo le chine, il riassorbirsi veloce sulle dense montagne,Liquidi cieli dispersi nello spazio umido.Vaghezza della mente, Vento di mulini spogli,Cavalli stanchi di sognare.Tavoli da Bleck Jack consunti in speranza. Donne rimpolpate fluttuano sui pavimenti,Uomini mitraglieri volano. Visione notturna a infrarosso. Luci schemi e verde contornoSu ogni calore vede e spara. Città deserta di gas e tutto immobile.Di tetti fitti e ponti grigiDi neon e tugseno spentiDi nebbie in strada ed echi scioltiRidi, che ormai solo il rumore di ventole è rimasto,L’aria è già piena. Fori ordinati sul muro passano luce come musica sulla 45° strada.I gradini affollati di gente che parte E dolce far niente aspettando che arrivi.Freschi fiori sul tavolo.Il giradischi acceso ronza di swing. Fuori ordinatiGente che parte, gente che corre, Solo Hitchcock guarda dalla finestra Dentro la mia scatolaSui binari con la testa tragica mi muovo, Saluto come una regina inglese la camera fissa. I vetri sottili vibrano come ance alle pale rotanti di elicotteri,Vuoti d’aria tremano e trombe in sordina trillano,Clarini urlano, viole salgono e scendono,Bassi soffocati si alzanoE il sax li persuade. Cartelloni scoloriti di visi ariani riempiono la città,Scarpe di resina dinamicheGrandi bocche in differita si muovono. L’agonismo socializza ai valori dominantiEllissi d’acciaio nelle piazze chiudono il sole Sono necessari Impegno, Volontà, SacrificioChiudono tutte le traiettorie del sole A tutte le fasce della popolazioneChiudono l’oro nei laboratori dell’agonismo. Il camminare è un’attività aerobica ritmica e dinamica dei muscoli scheletrici maggiori.L’oro per il Controllo. Commessi efedrinici dall’iride verde nei distretti industriali,Fianco destro placcatoUna coscia d’angelo alata. Metri di capelli biondi arrotolati alla gola.Nel risveglio la dea Khali con la testa da insetto, Un ragno sognato esplorava il mio viso.Eva dalla pancia piatta mi chiama a generare. Delirio di delirante delirio non si placaCosta fatica tornare, Passano anni per trovare il mio corpo. Dispersa scivolo in silenzio E’ la mia meccanica del quotidiano,Rotolo e rotolo. Sono le cinque p.m.Giro che l’acqua mi si spegne in gola.Lenta di vasca risalgo e cammino Nuda in echi di strade inseguita dai passiNulla si sposta.Nemmeno sul pozzo in cemento.  Si raffredda il mio Linguaggio Piano. Sento lento il ghiacciasi della fiammella. Gas sotto un neon invecchiato titillaE crampi alle gambe. Vibra la piccola lampada sui libri impilati,Vestiti e cose con polvere chiara, Madre-tv che insegna ai suoi figli a cantare, Le cose sentite da dietro le porte e cose ad entrare.I muri e le porte e i muri e le porte.