UNDATED BAR

(cercando nell'acqua)


LE SFERE DI CERAMICAAbbiamo corpi lucidamente morbosi. Abbiamo sinistre zone latenti che si incurvano in estensioni oscure. Siamo deboli, non riusciamo ancora a respingere la nostra lisergica sudditanza,Scivoliamo su noi stesse come celle lattee perfettamente lisce. Il tocco delle nostre pelli propagano estasi di una fredda liquidezza intuitivaQuando alternate ci sillabiamo scansioni  armoniche di una perfezione criminale. Sempre compostamente in anticipo sulle probabilità del controllo deceleriamo al contatto.Manteniamo la diabolica sospensione inibitoria con l’incanto di epicuree pietrificazioni, Continuiamo fisse un’equidistanza catartica eseguendo ermetiche rotazioni inverse.Sono le incessanti intersezioni dei nostri moti che sembrano comporre queste preghiere. Da quanto ci continuiamo a trascinare in narcotiche sequenze anellari. A ritroso verso il nostro ordine non riusciamo a schiudere la nostra sciocca teoria. Come capsule lapidee che chiudono con pesantezza il loro volere narcisistico,Come perle lunarie che esercitano basse la loro sadica attrazione alla terra, Noi  ci cerchiamo escludendoci con l’andamento del sonno notturnoE rimaniamo due marmi trascendenti.