PEDALARE IN LIBERTA'

PUGNO DURO A ROSARNO


In questi giorni non si parla d'altro, il caso Rosarno, gli immigrati, la violenza, il pugno duro del ministro Maroni. Credo che da questo caso o da questa situazione si possa iniziare un percorso di risalita per l'intero paese. Tutti hanno ragione in questa vicenda, hanno ragione quelli che si dicono vittime dello sfruttamento dei caporali e degli imprenditori in genere, hanno ragione i cittadini che dicono che in paese è una bolgia perchè accanto a tanti immigrati onesti anche se clandestini, c'è sempre una grossa fetta di chi delinque, hanno ragione coloro che dicono che gli immigrati sono esseri umani con pari diritti e doveri, hanno ragione coloro che dicono che è ora di dire basta al degrado urbano e sociale. Insomma quelle situazioni dove la stampa italiana, i politici italiani, le associazioni italiane, finiscono per sguazzare all'infinito, facendo il discorso del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, senza mai arrivare al capolinea. E' ora quindi che si dica basta a questo modo di fare italiano, di non dare mai risposte certe ai cittadini onesti e regolari, siano essi bianchi, gialli o neri. Partiamo da un presupposto di base fondamentale, un presupposto senza il quale non saremmo mai in grado di porci dinanzi al problema nella maniera adeguata ed equa, ovvero che chi è CLANDESTINO è comunque un uomo che DELINQUE in quanto è un uomo che opera volutamente o non volutamente, per malafede o per malasorte, al di fuori dalle regole che gestiscono lo scorrere della vita quotidiana di una nazione. Detto questo è chiaro ed ovvio che nessuno può approfittarsi di chi essendo in una condizione di debolezza si lascia sfruttare, che lo sfruttamento sia la raccolta dei pomodori, o lo spaccio di droga fa differenza solo per il fatto che nel primo caso arreca danno solo alle proprie tasche, mentre nel secondo anche al prossimo, ma comunque sempre un illegalità c'è. Io dico senza essere razzista, che l'integrazione va bene, è giusta, ma comunque va gestita, dalla mattina un vegetariano non può diventare carnivoro, il clima che passa da 20 gradi sotto zero a 20 gradi sopra lo zero in 24 ore è un clima impazzito che crea disastri. Idem si può dire per una società radicata da secoli o millenni di storia in cui si abbatte come un orda barbarica un movimento migratorio di disperati sui quali spesso si inseriscono delinquenza, fanatismo religioso, intolleranza etc etc etc. Ci dobbiamo ricordare per una volta tanto che di fianco alla parola Parità di diritti esiste anche la cosiddetta Parità dei doveri, che è il giusto contrappeso per evitare sperequazioni di qualsiasi tipo. Se ad un figlio diciamo sempre di si, gli diamo sempre tutto, e non sappiamo mai dirgli di no, non pensiamo che facciamo il suo bene. Lo stesso vale per gli immigrati, da un lato hanno i nostri stessi diritti (coloro che ovviamente sono regolari), ma devono anche rispettare le nostre usanze, la nostra cultura, insomma debbono farsi carico di tutta una serie di doveri che li equiparano ai cittadini italiani in tutto e per tutto. L'esagerazione nell'illegalità avallata sempre con la scusa dell'integrazione sociale, della tolleranza non fa altro che generare delle insofferenze, delle brutture, delle ingiustizie sociali sulle quali poi gongolano i fenomeni malavitosi. Quel che accade in questi giorni a Rosarno serva di lezione. Il governo è da qui che deve ripartire senza però lasciarsi prendere la mano. Ecco quindi che è giustissimo mandare via i clandestini perchè comunque delinquono, è giusto abbattere l'abusivismo edilizio, le brutture urbanistiche generate in questi anni di tolleranza, le baraccopoli etc etc etc. Occorre però salvaguardare coloro che nel nostro paese sono regolari, lavorano regolarmente, e rispettano le leggi italiane. Mandando via tutti quei clandestini anche se spesso può apparire cruda realtà, di sicuro toglie dalle mani del caporalato tanta manodopera, ora bisogna far si che ripulita Rosarno dalle Baraccopoli, dai clandestini, si ripulisca Rosarno anche da tutti quei Caporali e pseudo tali che sfruttano la manodopera. Che non sia quindi una ripulitura di facciata, che sostituisca lo sfruttato Nigeriano o Senegalese con uno studente Calabrese o una casalinga locale. No ai clandestini, no agli spacciatori, no alle baraccopoli, ma deve essere anche un no allo sfruttamento ed alla malavita. Qualcuno si è posto il problema di come finiranno tutte le arance che sono sugli alberi, o i pomodori che non verranno raccolti prossimamente, ebbene dico io, è un problema che non mi riguarda, se si deve produrre sfruttando il prossimo, preferisco che le arance marciscano sull'albero. Occorre una presa di coscienza generale, che sia un colpo di spugna anche doloroso con il passato, ma un colpo di spugna che toglie quell'alone di malagestio generale che avvolge ormai da oltre un decennio il nostro Bel Paese. Occorre anche che i nostri politici con lo stesso principio che ho enunciato sopra ovvero pari diritti = pari doveri, faccia leva con le aziende che vanno a produrre il made in italy all'estero, ovvero in quei paesi del terzo mondo dove i diritti umani sono solo una lontana chimera. Non è accettabile che le meggiori griffe nazionali vadano in Vietnam, in Tunisia, in Indonesia, in Cina etc etc a produrre le loro marche che poi rivendono a fior di quattrini sfruttando manodopera minorile, o facendo lavorare per 15 ore consecutive la manodopera pagandola nemmeno 8 ore. E' un ipocrisia generale, si svilisce il Made in Italy che oggi non esiste più, non esiste più perchè non si fa più in Italia e non esiste più perchè spesso non ha più nemmeno quell'appeal di un tempo. Oggi la gente non ha più soldi e quindi non si fa più scrupolo di vedere l'etichetta, ma guarda solo il cartellino del prezzo. Tu mister X vai con la tua azienda a produrre ad 1/3 del costo in Italia, i tuoi prodotti in Cambogia? Bene io Stato Italiano non ti do gli ecoincentivi o altri incentivi tesi a rilanciare l'economia, io Stato quando porti le tue merci dal Laos in Italia te le tasso per bene in modo che alla fine il loro costo per te si avvicinerà di molto a quello della produzione Italiana, così non sarà più tanto conveniente produrre in Cina o in Vietnam. L'osmosi tecnologica e culturale è giusto che ci sia, ma solo laddove si concepisca il vivere umano da esseri umani, laddove lo sfruttamento dell'essere umano sia una cosa fuori dall'ordinamento giuridico. Inutile fare campagne pubblicitarie per la tutela del lavoro minorile per poi invece fomentarne lo sfruttamento aprendo fior di fabbriche proprio in quei luoghi con la scusa di portare il progresso ma con il chiaro intento di sfruttare lo spread economico offerto dalla manodopera sottopagata. Se per fare questo dobbiamo essere protezionisti, ebbene diventiamo nazionalisti e protezionisti. Basta con la Fiat che prende ecoincentivi e poi va ad aprire stabilimenti all'estero facendo chiudere le fabbriche come Termini Imerese. Mandiamo via i clandestini? Benissimo repulisti totale, che non sia una pulizia a Termini Imerese per poi posizionarli in un altra località del meridione. E non dite per favore che sono razzista.