d.s.a.

CONTINUA IL VIAGGIO IN PLUTARCONIO


CAPIRSI E FARSI CAPIRESu Plutarconio tutti sono liberi di capirsi. Non c’è nulla e nessuno che ti costringe a giocare un ruolo che non vuoi.Nessuno è spinto ad assumere comportamenti come ripiego alle proprie difficoltà o paure. Ci sono quelli più intelligenti e quelli più buoni e quelli meno buoni, gli ingegneri e gli artisti, i timidi e gli spavaldi, i credenti ed i non credenti, ecc… Ognuno è quello che è! Nessuno si sente costretto a fare il timido anche se non lo è, solo perché non si ricorda mai le barzellette o non si ricorda i nomi dei componenti del gruppo o non riesce a fare un discorso “sensato” per via della disnomia o perché è troppo “avanti”. Nessuno si sente costretto a fare il capo banda ribelle, perché solo così riesce ad ottenere un po’ di rispetto. MAL DI TESTASu Plutarconio il mal di testa non esiste, neppure dopo quelle rare volte che si legge qualcosa di altri mondi.Si legge con grande calma e solo quello che vale la pena di essere letto. Quando si ha mal di testa significa che c’è qualcosa di serio. Non è solo una classica condizione dopo una mattina di scuola. LA STRADA PER PLUTARCONIOUn elemento assolutamente indispensabile per arrivare a Plutarconio è la sensibilità o meglio l’emotività.È necessario lasciarsi emozionare dai dettagli di ogni tipo, sia inerenti a quello che si sta facendo, sia lontani e poco congruenti. Più si riesce ad essere emotivi più la strada da percorrere risulta essere breve e in discesa. Se si lavora bene con le emozioni in un batter d’occhio ci si può ritrovare nel caotico centro della capitale di plutarconio. LA MEMORIA EMOTIVA Su Plutarconio succedono un sacco di cose anche se poche di queste rimangono oggettivamente indelebili nella memoria delle persone.Si vedono film, si ascoltano storie, ci si scambiano esperienze, ecc. ma raramente un plutarchino le ricorda con rigore di cronaca; nomi, date, successione degli eventi, tutto salta per aria. Nonostante ciò si continua a vedere film ed ascoltare storie con la certezza che non sono inutili. Anche se si perdono molti particolari, nella testa dei fruitori rimangono profonde emozioni: tutto viene immagazzinato non dalla memoria razionale bensì dalla memoria emotiva. La memoria emotiva è quello che non ti fa ricordare il dove, il quando, il chi, il come, e spesso, anche il perché. Ad esempio di un quadro non rimangono in testa il nome dell’ autore, le misure, la data di fattura e dove è esposto, quello che entra nel profondo sono le emozioni che dal quadro e/o dalla situazione scaturiscono. Spesso la sensibilità smuove così tante emozioni che non è oggettivamente possibile averne la coscienza di tutte. Tante emozioni immagazzinate dalla memoria emotiva senza consapevolezza. Per ovviare a queste attività inconsapevoli, i plutarchini hanno sviluppato una semplice tecnica per mettere a frutto le emozioni spesso vengono immagazzinate, anche le più recondite. Basandosi sul fatto che le emozioni spesso immagazzinate inconsapevolmente ed altrettanto inconsapevolmente vengono usate, la tecnica consiste nell’ avere una grande fiducia che ciò accada.CONTINUA………