STOP!!DIMENTICA XKè.

S.Paganino


  [ Vorrei tu fossi qui ora,e in qualche modo ci sei.Ti immagino qui, fra le mie lenzuola fredde,qui, in questo letto i m m e n s oche a un tratto diventa troppo piccolo anche per tutti e due abbracciati stretti.Sei qui,di me,  sotto la mia pelle che sfioro con le dita,nell'avida ricerca del punto in cuisarà più facile percepirtie sentire più  forte il pensiero del tuo corpo sul mio.Compagna invisibile delle mie notti solitarie,sembri riempire questa stanza col tuo (respiro) sul mio collo. ]Ma è solo un torbido ricordo,e improvvisamente tutto intorno si svuota:questo affannoso gemere è soloquella parte di me che esce dal mio corpo sudatolasciandomi ancora più soloinsoddisfattoe triste di prima.E quando pensavo di avertistringendo i PUGNI mi rendo conto di avere in mano nient'altro che un pugno di moschee mi chiedo perchè,(perchè?) sono condannato a questa eterna maledizioneche infinitamente si ripete,(perchè?) sono così lontano dalle coseproprio quando tendo la mano per toccarle,(perchè?) sono così pieno di sbagli?Tutto è imperfetto e malfunzionante nella mia testa allucinato da sogni troppo velenosi,e il cuore di plasticache batte poco e niente e si scioglie troppo in fretta..Dov'è il mio punto debole?Lo sento che fa acqua da tutte le partie vorrei soltanto metterci un pò di scotch..Sono rattoppato, si,ma non sono un bambolotto!Raccontano che un giorno si riunirono in un luogo della terra tutti i sentimenti e le qualità degli  uomini.  Quando la noia si fu presentata per la terza volta, la pazzia come sempre un po' folle propose:  "giochiamo a nascondino!". L'interesse alzò un sopracciglio e la curiosità senza  potersi  contenere chiese: "a nascondino? di che si tratta?" "é un gioco -spiegò  la pazzia - in cui io  mi copro gli occhi e mi metto a contare fino a 1000000 mentre voi vi nascondete, quando avrò  terminato di contare il primo di voi che scopro prenderà il mio posto per continuare il gioco".  L'entusiasmo   si mise a ballare, accompagnato dall'euforia. L'allegria fece tanti salti che finì per  convincere il dubbio e persino l'apatia, alla quale non interessava mai niente.... però non tutti  vollero partecipare. La verità preferì non nascondersi. Perché se poi tutti alla fine la scoprono?  La superbia pensò che fosse un gioco molto sciocco (in fondo ciò che le dava fastidio era che  non  fosse stata una sua idea) e la codardia preferì non arricchirsi.  "UNO,DUE,TRE..." -cominciò a  contare la pazzia. La prima a nascondersi fu la pigrizia che si  lasciò cadere dietro la prima  pietra che trovò sul percorso. La fede volò in cielo e l'invidia si  nascose all'ombra del trionfo  che con le proprie forze era riuscito a salire sull'albero più alto. La  generosità quasi non  riusciva a nascondersi. Ogni posto che trovava le sembrava meraviglioso  per qualcuno dei suoi amici. Che dire di un lago cristallino? Ideale per la bellezza. Le fronde di  un albero? Perfetto  per la timidezza. Le ali di una farfalla? Il migliore per la voluttà. Una folata di  vento? Magnifico per la libertà. Così la generosità finì per nascondersi in un raggio di sole.  L'egoismo, al  contrario trovò subito un buon nascondiglio, ventilato, confortevole e tutto per sé.  La menzogna si nascose sul fondale degli oceani (non e' vero, si nascose dietro l'arcobaleno!).  La passione e  il desiderio al centro dei vulcani. L'oblio....non mi ricordo...dove?   Quando la  pazzia arrivò a contare 999999 l'amore non aveva ancora trovato un posto dove  nascondersi poiché li trovava tutti occupati; finché scorse un cespuglio di rose e alla fine decise  di nascondersi tra i suoi fiori. "un milione!" - contò la pazzia. E cominciò a cercare. La prima a  comparire fu la  pigrizia, solo a tre passi da una pietra. Poi udì la fede, che stava discutendo con  Dio su questioni di teologia, e sentì vibrare la passione e il desiderio dal fondo dei vulcani. Per  caso trovò l'invidia e poté dedurre dove fosse il trionfo. L'egoismo non riuscì a trovarlo: era  fuggito dal suo nascondiglio essendosi accorto che c'era un nido di vespe. Dopo tanto  camminare, la pazzia ebbe sete e nel raggiungere il lago scoprì la bellezza. Con il dubbio le  risultò ancora più facile, giacché lo trovò seduto su uno steccato senza avere ancora deciso da  che lato  nascondersi.   Alla fine trovò un po' tutti: il talento nell'erba fresca, l'angoscia in una grotta buia, la menzogna  dietro l'arcobaleno e infine l'oblio che si era già dimenticato che stava giocando a nascondino.  Solo l'amore non le appariva da nessuna parte. La Pazzia cercò dietro ogni albero, dietro ogni  pietra, sulla cima delle montagne e quando stava per darsi per vinta scorse il cespuglio di rose e  cominciò a muovere i rami. Quando, all'improvviso, si udì un grido di dolore: le spine avevano  ferito gli occhi dell'amore! La pazzia non sapeva più che cosa fare per discolparsi; pianse,  pregò, implorò, domandò perdono e alla fine gli promise che sarebbe diventata la sua guida.   Da allora, da quando per la prima volta si giocò a nascondino sulla terra, l'amore e' cieco e la  pazzia sempre lo accompagna....