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Post N° 35


Comanda la mafia  Dov’è lo Stato?       Intervista al Pm VINCENZO MACRI’“Se ne parlerà per un paio di giorni, poi saluti e baci. Sulla Calabria ci hanno messo una croce sopra tutti. Maggioranza, ma anche opposizione”. Vincenzo Macrì ha 61 anni e se li sente addosso. Da quando esiste la Direzione nazionale antimafia (1993), è il magistrato che si occupa di ‘ndrangheta nella provincia di Reggio Calabria. “Di queste interviste ne ho date tante, ma non servono a niente”, dice. “Certe realtà sono troppo scomode, meglio far finta di niente”. Proviamo comunque a raccontarla, questa realtà. “Nella Locride ci sono stati ventidue omicidi in quattordici mesi. Quello che è successo due giorni fa non è una sorpresa. Era questione di tempo”. C’erano stati segnali? “Qui è tutto un segnale, da anni. Pochi mesi fa ero ad una riunione dei sindaci dei comuni della Locride. Racconti da far spavento. Gente terrorizzata da intimidazioni anche fisiche. O sopportano o rischiano la vita”. La Calabria è una regione fuori controllo? “Fuori dal controllo dello Stato, questo è sicuro. Dalle vedette che controllano i campi coltivati, fino ai grandi appalti, la ‘ndrangheta è ovunque. Questa è una regione dove appare impossibile ripristinare una legalità appena decente”. E lo Stato dov’è? “Quale Stato? Qui in Calabria non è più un problema di pericolosità criminale. Esiste un problema di sovranità. La senzazione è che comandi la mafia, non certo gli amministratori onesti”. Abbia pazienza, ma la gente fatica a credere che lo Stato possa cedere un pezzo del suo territorio. “Eppure è così. Siamo andati tropo indietro. È stato cercato ed ottenuto un indebolimento delle strutture giudiziarie, si è pensato solo di attaccare i giudici che cercavano di porre un argine al fenomeno”. A nome di chi? “Basta vedere le carte delle tante inchieste di cui nessuno parla. In Calabria la Collusione tra politica e mafia è regola, è un assioma”. Negli anni 90 la ‘ndrangheta sembrava in difficoltà. Poi cosa è successo? “Questa zona grigia, unita all’idea nefasta che i Pm non devono rompere a chi fa affari e politica, ha portato ad una sottovalutazione consapevole del fenomeno”. I risultati? “Devastanti. Se la mafia siciliana si è ritirata, la ‘ndrangheta ha acquisito sempre più potere. Anche economico. Ed è pronta a difenderlo”. Lei dice che il il governo non fa nulla, o peggio. E l’opposizione? “Latita. Non è certo determinata a risolvere un problema sempre più irrisolvibile”. Faccia un esempio. “Negli ultimi anni, dai banchi della maggioranza ci sono state interrogazioni a palate per chiedere conto dell’operato di questo o quel magistrato, sempre reo di fare indagini scomode. Dall’opposizione, nessuna replica. Come a dire che anche per loro in Calabria tutto va bene. Lei dodici anni fa, nel 1993 disse che i progetti della Lega andavano oggettivamente a vantaggio delle mafie. E ora che la devolution sta per diventare realtà? La penso allo stesso modo. In una realtà come quella calabrese, il decentramento equivale all’abbandono.       di Marco ImarisioPubblicata dal Corriere della Sera  il 17- 10-2005VOTA L'ARTICOLO CON UN COMMENTOVai al SOMMARIO >>>  Se volete inviarci i vostri articoli, scrivete a: grupporicerca@lycos.it