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Post N° 37


ECONOMIA                         Porto di Gioia Tauro  “Investighiamo sulle aziende fantasma del porto di Gioia Tauro”. È il monito dell’assessore regionale all’Urbanistica e segretario regionale del PdCI Michelangelo Tripodi che chiede di aprire un’inchiesta per capire dove vanno a finire i fondi stanziati. GUARDA LE FOTO >>GIOIA TAURO – “Dal 1996 ad oggi, afferma Tripodi, lo Stato attraverso varie forme di finanziamento ha provveduto all’erogazione di contributi ed all’implementazione delle dotazioni strumentali delle aziende insediate: si tratta di circa 50 imprese che hanno creato 1.533 nuovi posti di lavoro. Ma quasi tutti i programmi sembrano essersi volatilizzati, tanto che oggi a Gioia Tauro, nella gran parte dei casi i capannoni sono contenitori vuoti”. “Bisogna quindi procedere alla creazione di una nuova agenzia regionale per lo sviluppo, che individui nell’area di Gioia Tauro il centro propulsore della rete dei distretti regionali e contemporaneamente requisire i capannoni di quelle aziende che non hanno rispettato i programmi industriali e i piani di occupazione”.“Si tratta – continua Tripodi - di promuovere una specifica e dettagliata azione di monitoraggio, senza fare sconti a nessuno. Nella zona industriale che circonda il porto, ci sono solo capannoni vuoti, società che vendono macchinari, imprenditori denunciati per truffa, aziende che chiudono e licenziano i lavoratori.  Insomma, una situazione insostenibile in un territorio dove c’erano molte aspettative legate al possibile sviluppo industriale grazie alla vicinanza del porto leader nel Mediterraneo per il traffico di merci. Dobbiamo allora pensare che sia l’ennesimo miraggio industriale che questa volta, però, è stato creato con il denaro pubblico. Vai al SOMMARIO >>>  Se volete inviarci i vostri articoli, scrivete a: grupporicerca@lycos.it