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 La Coccidiosi
Le coccidiosi sono malattie parassitarie causate dallo sviluppo e dalla moltiplicazione dei coccidi in cellule epiteliali generalmente nell'intestino.I coccidi sono protozoi a parassitismo intracellulare obbligato (Sporozoa) non continuo, appartenenti al phylum delgi Apicomplexa, caratterizzati dalla presenza di un complesso apicale negli stadi liberi del ciclo biologico (sporozoiti e merozoiti) che invadono le cellule epiteliali. La loro sopravvivenza è assicurata dalla forma di trasmissione estremamente resistente - l'oocisti - che può sopravvivere nell'ambiente anche per diversi mesi.Le coccidiosi sono malattie parassitarie causate dallo sviluppo e dal moltiplicarsi, nelle cellule epiteliali dell’intestino, dei coccidi. La malattia è il risultato della rottura dell’equilibrio tra parassiti, ospite e ambiente. Quest’ultimo, nelle condizioni di allevamento intensivo, favorisce lo sviluppo della coccidiosi.La patogenicità di Eimeria spp., così come quella di tutti i coccidi in genere, è dovuta anche ad altri fattori dipendenti sia dal patogeno, sia dall’ospite.Età - La coccidiosi è una malattia che colpisce prevalentemente i soggetti giovani;Costituzione genetica - Le varie specie animali sono più o meno resisitenti ai coccidi;Immunità potenziale - Dopo una prima infezione si instaura un’immunità specie-specifica, che può talvolta consentire uno sviluppo limitato del parassita;Alimentazione - Una dieta non equilibrata può rendere l'animale più ricettivo all'infezione;Malattie intercorrenti - L’infezione coccidica, in assenza di reinfezioni (infezione a termine), ha comunque un altissima potenzialità riproduttiva.Ad esempio, nel caso di E. tenella, da un singolo soggetto infettante possono originare fino a 400.000 oocisti; nelle infezioni le condizioni ambientali hanno grande importanza nel favorire la sporulazione attraverso la quale acquisiscono capacità infettante.La coccidiosi del pollo, come quella del tacchino, del coniglio, del fagiano e della selvaggina in genere, è riconducibile al genere Eimeria. Il genere Eimeria si caratterizza per il ciclo diretto (un solo ospite), stretta specie-specificità, tropismo di sviluppo (intestino) e tipologia di cellule (cellule epiteliali dei villi intestinali o cellule delle cripte). Con qualche eccezione: l'E. truncata dell'oca ha tropismo per il rene, mentre l'E. Stiedae del coniglio ha tropismo per il fegato. Il coccidio E. Dispersa del tacchino sembra avere come ospite naturale il colino (nei confronti del quale è più patogena che per il tacchino), ma in infezioni sperimentali produce gravi lesioni anche nella starna, nella quaglia e in alcune razze di fagiano.Ciclo vitale di Eimeria spp.Il ciclo dei coccidi prevede:una fase asessuata o schizogonicauna fase sessuata o gametogonicaunafase di sporulazione in ambiente esterno.L’infezione si realizza per via orale, con l’ingestione delle oocisti sporulate. I volatili infetti eliminano oocisti contaminando l’ambiente esterno. Le oocisti escrete passano attraverso il processo di sporulazione per raggiungere lo stadio infettante. La sporulazione avviene nell’ambiente all’esterno dell’ospite, in circa 48 ore ad una temperatura di 25-28°C, mentre ha un periodo d’incubazione più lungo se la temperatura è inferiore. In condizioni favorevoli le oocisti sporulate possono permanere nell’ambiente esterno per diversi mesi, tuttavia sono sensibili al calore, alla disidratazione e alla refrigerazione.Quando il volatile assume per via orale la oociste sporulata, questa si localizza a livello intestinale dove la capsula dell’oociste viene lisata nel ventriglio, mentre la parete sporocistica si rompe per azione dei succhi digestivi e dei sali biliari. A questo punto si liberano gli sporozoiti che penetrano nella mucosa intestinale e iniziano il ciclo produttivo.Ciclo dei coccidi Lo sporozoite è munito di tre distinti tipi di organelli apicali (micronemi, roptri e granuli densi) che sembrerebbero sostenere un ruolo fondamentale durante la sua interazione con la cellula ospite:I micronemi, esocitati sulla superficie dello sporozoite, sembrano coinvolti nel riconoscimento della cellula “target” e nel legame di questa con il parassita.I roptri partecipano attivamente all’invasione della cellula ospite, che viene interiorizzata dallo sporozoite in un vacuolo. I granuli densi operano una sorta di rimodellamento del vacuolo in un compartimento metabolico adatto alla crescita endocellulare del parassita.Lo sporozoite aumenta di volume, ottiene una forma arrotondata e si trasforma in trofozoite. Successivamente, all’interno del trofozoite, avviene una moltiplicazione asessuata, chiamata schizogonia, nella quale si ha un processo di scissione multipla del nucleo con formazione dello schizonte; esso ha una struttura formata da numerosi organismi nucleati di forma allungata detti merozoiti la cui numerosità varia da specie a specie. Per la rottura dello schizonte, i merozoiti si liberano nel lume intestinale e possono penetrare ognuno in una nuova cellula epiteliale intestinale, ripetendo in tal modo un'altra generazione schizogonica. La fase schizogonica termina con i merozoiti che, in sede endocellulare si differenziano in macrogametociti, dai quali si originano i gameti femminili e in microgametociti, da cui si sviluppano i gameti maschili. I macrogametociti restano unicellulari ed aumentano di dimensione fino ad occupare la maggior parte del volume della cellula parassitata e possiedono un nucleo singolo e grande.
I microgametociti invece, vanno incontro ad una serie di divisioni cellulari producendo organismi flagellati uninucleati. I microgametociti escono dalla cellula ospite e penetrano nei macrogametociti fecondandoli, dando origine allo zigote che, dotandosi di una parete cistica, viene espulso con le feci sotto forma di oocisti. Patogenicità Le coccidiosi sono malattie parassitarie causate dallo sviluppo e dal moltiplicarsi, nelle cellule epiteliali dell’intestino, dei coccidi. La malattia è il risultato della rottura dell’equilibrio tra parassiti, ospite e ambiente. Quest’ultimo, nelle condizioni di allevamento intensivo a terra come quello dell’avifauna di interesse faunistico-venatorio, favorisce lo sviluppo della coccidiosi. La patogenicità di Eimeria spp., così come quella di tutti i coccidi in genere, è dovuta anche ad altri fattori dipendenti sia dal patogeno, sia dall’ospite.Di seguito vi illustreremo le coccidiosi specifiche delle varie specie avicunicole:Coccidiosi del ConiglioCoccidiosi del FagianoCoccidiosi del Pollo (in preparazione)Coccidiosi del Tacchinococcidiosi dell' agnello     La Coccidiosi del Coniglio
La coccidiosi è una malattia protozoaria che nel coniglio può provocare seri danni al suo apparato gastroenterico e portarlo fino alla morte.E' una malattia subdola, che nella forma subclinica comporta gravi danni economici all'allevamento riducendo le performances dei soggetti. Nelle forme acute invece, porta rapidamente alla morte.Nel coniglio possiamo effettuare una macro classificazione della Coccidiosi, distinguendola in due forme:EpaticaIntestinaleLa Coccidiosi epatica è causata da un'unica specie di Eimeria patogena che si localizza a livello epatico: E. stiedaeLa Coccidiosi intestinale invece, è causata da varie specie di Eimeria che si localizzano a livello dell'intestino e si differiscono per localizzazione e patogenicità: E. flavescens - E. intestinalis - E. irresidua - E. magna - E. neoleporis - E. coecicola - E. exigua - E. perforans - E. piriformis.Sintomatologia e DiagnosiNon sempre la presenza dei coccidi nell’apparato gastroenterico del coniglio è indice di malattia; finché tra ospite e parassita esiste un giusto equilibrio, la loro presenza deve essere considerata quasi normale.La Coccidiosi epatica causata da E. Stiedae si presenta una sintomatologia con caratteristiche differenti che dipendono dal grado di infestazione.Nelle forme lievi, i segni clinici possono essere assenti o rappresentati da perdita di peso e ritardo della crescita. L’infestazione può essere fatale, e gli animali possono essere portati alla visita con gravi manifestazioni riferibili ad epatopatia con ittero da ostruzione dei dotti biliari, specialmente nei conigli giovani.Nello stadio terminale della malattia, i conigli appaiono anoressici, debilitati e colpiti da diarrea o costipazione. Il sospetto diagnostico si basa sui segni clinici in associazione con il riscontro nelle immagini radiografiche di un ingrossamento del fegato o della presenza di ascite.Alla diagnosi definitiva si giunge attraverso l’esame necroscopico: negli animali colpiti è tipico il riscontro di un fegato ingrossato con noduli bianchi disseminati sulla superficie. Nella bile si possono osservare le oocisti al microscopio.La sintomatologia della Coccidiosi intestinale è invece molto variabile, a seconda dell’età del coniglio, del tipo di Eimeria coinvolta, del grado d’infestazione e della suscettibilità dell’animale.Perdita di peso, anoressia, diarrea e disidratazione sono segni clinici tipici dei soggetti giovaniLa diagnosi può essere formulata sulla base dell’anamnesi, della visita clinica e dell'esame microscopico per ricercare la presenza delle oocisti nei campioni di feci ed eventualmente effettuarne la tipizzazioneA seconda della specie infestante, le lesioni colpiscono il piccolo o il grosso intestino. È tipica l’ulcerazione con sanguinamento dell’epitelio