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RIGOROSAMENTE ANTI BERLUSCONI

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« QUELLO CHE DI LA' NON V...ALLA FACCIA DI CHI CI DA... »

Diario per una vittoria che si può fare!!!

Post n°192 pubblicato il 25 Marzo 2008 da bonfo67

Ecco l'Italia nuova

Oltre 60 province e 6.000 chilometri percorsi dal pullman del "Giro dell'Italia nuova". Piazze, teatri, strade, palasport sempre stracolmi. Una straodinaria risposta che rapisce il cuore. Magari registi del calibro di Ettore Scola e Paolo Virzì faranno un film sul «pazzesco» tour del pullman.Quanta gente e quanto calore hanno accolto, tappa dopo tappa, il candidato del Pd. Con volti di persone, giovani, famiglie con i bambini nelle varie piazze e nei teatri d’Italia.Calore e accoglienza prevedibili in alcune regioni, insospettati in altre, come il Veneto e la Lombardia.A Varese per esempio, dove uno sparuto gruppetto di leghisti è stato isolato dalla folla e dove Veltroni è stato costretto a uscire in strada a fare il discorso perché ormai c’era molta più gente fuori che dentro il teatro.L’idea del tour di tutte le province è stata di Veltroni e lui si concede battute: «Sono centodieci tappe, ecco potete stare tranquilli che se diventerò presidente del consiglio non favorirò la creazione di altre province».Lo stesso Veltroni aggiunge poi riflessioni: «L’accoglienza dimostra che veniamo percepiti come la novità». 

Febbraio
Domenica 17: Pescara
«Mettiti il cappotto, Walter», urlano dalla piazza. Lui niente, scende dal pullman in giacchetta e così rimane fino a che l'inno di Mameli, che lui invita tutti a cantare «a squarciagola », non chiude la manifestazione.Fa un gran freddo a Pescara, come da previsioni, ma nessuno aveva previsto il calore di piazza Salotto. Qualche migliaio di persone attende Veltroni per un'ora battendo i denti e poi esplode in un abbraccio liberatorio, pieno di affetto e di forza. Se il buon giorno si vede dal mattino, Pescara è l'inizio giusto. «Sono il primo pazzo che fa una campagna elettorale di 12.000 chilometri - esordisce –ma ho scelto di partire dalla vostra città anche per scaramanzia, perché tutte le volte che sono venuto, abbiamo vinto». 

Martedi 19: Campobasso, Isernia

In Molise, nel terzo giorno del suo tour. Ovunque, sale strapiene. Il leader del Pd sottolinea: sta succedendo qualcosa di nuovo nella politica italiana.E ovviamente Veltroni galvanizzato per la rimonta. «Gli ultimi dati – dice il segretario in diretta a Campobasso - Confermano quello che sentivo, cioè che continuiamo a crescere. Evidentemente questa scelta che all’inizio è sembrata a molti spericolata (non confermare l’alleanza dell’Unione, ma puntare sul programma ndr) evidentemente corrisponde ad una domanda di semplificazione e di nuovi linguaggi. Oggi noi possiamo parlare un linguaggio libero».

Venerdi 22 : Modena

Nella sala principale,mille seggiole predisposte dai volontari in servizio – duecento e più, cinquanta solo in cucina a preparare pesce e menu tradizionale - alle 8 meno un quarto non c’è più un posto, e Veltroni arriverà solo alle nove. Altri mille posti si riempiono in pochi minuti nelle sale con il collegamento video e i maxischermi, e la gente continua a venire a fiumi. Cinquemila si dice e molti restano fuori. Iprimi ad arrivare, immancabilmente, sono gli anziani. Ma sono anche i primi a gridare «Spazio ai giovani, cambiamento! », mitigato però dalla presenza misurata di «adulti» più saggi ed esperti a tenere per mano il cambiamento generazionale. «Si può fare?» chiedono i telegiornalisti del sito web della campagna. E la risposta è «Si deve fare», oppure «Si fa»,Le note di Jovanotti cullano il brusio della folla in attesa. «Mi fido di te...» e arriva Veltroni, accolto da un’ovazione.

Giovedì 28: Fano, Falconara, Pesaro

Fiori rossi sulle tavolate bianche. E la scenografia verde, come la speranza, anzi la convinzione che “Si può fare”. All’Adriatic Arena è tutto pronto per accogliere gli oltre duemila commensali della cena con Walter Veltroni. In platea si mangia a 20 euro, ma troppa gente resta di fuori, così alle 21 l’organizzazione apre le porte delle tribune, a ingresso libero. All’insegna della semplicità e del buon gusto il menu: dopo una carrellata di antipasti, lasagnette al pesto, medaglioni di vitello con crema ai funghi porcini, contorni vari, vino, spumante e dessert. a Pesaro tra palchi, platea e maxi schermo allestito in piazza XX Settembre ci sono  circa 1.000 persone. Un “aperitivo” prima del bagno di folla serale del palasport. Si sente un'aria del tutto nuova. C’è qualcosa che i sondaggi non misurano, una voglia di nuovo che noi intercettiamo». Walter Veltroni è in Umbria e dà la carica. Ricambiato a giudicare dal calore dell’accoglienza.

Martedì 4 : Genova

Ecco le liste, pronti a vincere. «Ora tutti a fare la campagna elettorale». Cento parlamentari donne. Il Pd chiude le liste e Veltroni guarda oltre i malumori degli esclusi: «Mentre gli altri partiti arrancano, noi abbiamo chiuso le candidature. Ora tutti a fare campagna elettorale, la partita è aperta, aperta», sprona il vertice del partito al termine del coordinamento nazionale.

Sarà «una stagione di cambiamento e innovazione». Raddoppio delle quote rosa non solo candidate bensì elette. Giovani e «personalità».«Ci sono tutte le possibilità», dice parlando a Genova in piazza Matteotti, nel pomeriggio. E cita i bookmakers inglesi: «Stanno cominciando a rivedere le cifre sulle elezioni italiane, nessuno all’inizio della campagna elettorale scommetteva su di noi».

Mercoledì 5 e giovedì 6: Massa Carrara, Parma, Reggio Emilia

«Il rischio è ciò che fa la vita, si rischia facendo l’imprenditore e si rischia facendo politica». Tra Massa e Parma, tappe del suo tour elettorale, pochi chilometri prima del suo secondo passaggio in una terra popolata da piccole e medie imprese, il leader del Pd tesse l’elogio del rischio. Responsabilità, lavoro, sicurezza. La giornata di Veltroni comincia con l’incontro di una delegazione di lavoratori dell’Italcementi di Carrara, stabilimento del quale è stata annunciata la chiusura, ed è scandita dalle parole che in questa campagna elettorale ha ripetuto più spesso. La sua scommessa è un partito che tiene insieme un leader di Federmeccanica e un sopravvissuto al disastro della Thyssen, che parla all’impresa con lo stesso linguaggio che usa con i lavoratori. Parma è la 28esima tappa del pullman di Veltroni, la 29esima è Reggio Emilia, il numero 30 spetta a Bologna.A Parma,Veltroni parla in un albergo adiacente al Parco Ducale, in una sala dove lo ascoltano almeno cinquecento persone mentre altre si accalcano fuori dalla porta. Parla per un’ora, a braccio. «Lo Stato deve dare leggerezza, rapidità ma sulla sicurezza dei lavoratori deve pretendere garanzie assolute». 

Sabato  8 : Reggio Emilia

«Pareggio? Puntiamo a vincere» Veltroni nell’Emilia rossa «Qui c’è il talento italiano di un Paese che fatica, che sa rischiare e alla fine vince». Vicino ai lavoratori. Passa l’esame delle fabbriche, ed entra in due grandi aziende del Bolognese. Due eccellenze, come la Ducati Motor, dove viene realizzata la “rossa” campione del mondo, e l’Ima, punta di diamante del packaging. Due realtà in cui Veltroni ravvisa «il talento italiano di un Paese che fatica, che sa rischiare e che, alla fine, vince». Dentro lo stabilimento di Borgo Panigale, Veltroni stringe tantissime mani, e riceve pacche sulle spalle: «Si può fare», gli dicono in tanti.Alla Camst, colosso della ristorazione, Veltroni difende la cooperazione. «Chi vuole distruggerla- ribadisce davanti a una platea in gran parte femminile nel giorno che le festeggia -, deve sapere che distrugge una parte di Pil». Il mondo cooperativo, chiude Veltroni, «va rispettato, è uno dei grandi soggetti dell’economia italiana». Poi a pranzo con una famiglia dell’hinterland- padre agricoltore, mamma operaia e tre figli -, e  ripropone l’intento di «mettere mano presto a salari,agli stipendi e alle pensioni più basse».

Martedì 11 : Vicenza, Padova, Ferrara 

L’abbraccio di Nerozzi e Calearo, il sindacalista e l’imprenditore. Il dialogo va, tra diffidenza e rispetto. Vicenza, Padova, Ferrara, nel difficile nordest Veltroni dice: l’Italia ha bisogno di un patto, non di corporativismi o lotta di classe. L'imprenditore di Federmeccanica e il sindacalista. Una stretta di mano calorosa, che diventa abbraccio. La gioia dei fotografi ma anche del pubblico dell'auditorium vicentino, strapieno di prima mattina. L'evento voluto da Walter Veltroni si compie e lui lo benedice: «Sono orgoglioso che a capeggiare la lista in Veneto ci sia Massimo Calearo e nella stessa lista un grande dirigente del sindacato come Paolo Nerozzi, insieme rappresentano l'idea di un paese che si unisce. Le nostre candidature vogliono unire.

Mercoledì’ 12 :Verona, Trento, Bolzano 

Primo, la sicurezza. la sicurezza è l’altro corno della questione nord-est, dopo fisco, burocrazia e infrastrutture,A Verona un doppio ddl: più forze dell’ordine e politiche sociali E sui sondaggi Veltroni dice: noi e il Pdl abbiamo ormai la stessa percentuale. Lo dice alla fine ringraziando il Veneto per il calore di questi tre giorni: «Se vinciamo, nel futuro governo ci sarà una persona che rappresenta il nordest, non so se sarà una donna, un imprenditore, un amministratore ma ci sarà, e questo non accadeva da molti anni». Era nell’aria l’annuncio, ma fa lo stesso un bell’effetto al palazzo della Gran Guardia, nella centralissima piazza Bra. Verona, ultima tappa veneta, ha voglia di riscatto e si vede.

Giovedì 13 : Mantova, Cremona, Bergamo 

Fisco «Amico» è la parola d’ordine di Walter Veltroni. «Un fisco per lo sviluppo e l’equità», è il titolo del disegno di legge presentato dal leader Pd, insieme ai titoli di altri 11 ddl che, in caso di vittoria, saranno approvati dal primo Consiglio dei ministri. L’obiettivo di Veltroni è la crescita, perché «o il paese volta pagina o il rischio di declino è elevatissimo». Dunque anche il fisco deve spingere in questa direzione: la crescita del Pil. Ed essere amico, o almeno non ostile nei confronti dei cittadini che «rischiano e intraprendono», delle piccole e medie imprese. E “amico” anche dei salari dei lavoratori dipendenti. Dodici ddl per cambiare l’Italia. Anche in Lombardia c’è grande folla, dal palco di Mantova, 4mila persone in piazza Stradivari ad ascoltare e in serata “tutto esaurito” al palazzetto di Bergamo. «Solo questo partito può risollevare l’economia»

Venerdì 14: Sondrio, Lecco, Lugano (Svizzera), Varese

«In un mese possiamo vincere» Folla immensa a Varese. Simbolo di un cambiamento. La Lombardia potrebbe cambiare il corso di questa campagna elettorale. A Varese, roccaforte leghista per eccellenza, si è ripetuto quanto accaduto il giorno prima a Bergamo.Ad ascoltare Walter Veltroni c’è tanta gente che il leader del Pd è uscito dal teatro in cui si trovava per fare un comizio all’aperto: c’erano cinquemila persone. Nemmeno per Bossi ai tempi d’oro si era mai vista tanta gente. «Qualcosa sta cambiando. quanto stia cambiando il clima si vede ogni volta che il pullman approda in una provincia italiana, «un movimento che sta nascendo nel Paese» che affolla le manifestazioni Pd, «a qualsiasi ora le facciamo. voglio provare a farne una alle due di notte, se è piena anche quella vuol dire che è fatta» Dalla Spagna  riceve l’elogio di Zapatero e anche di George Clooney.

Sabato 15: Como, Monza, Milano
Veltroni, a Milano la carica dei 10mila.

Ci sono migliaia di persone in piazza, prima a Monza e poi a Milano, tappa numero 53 del suo tour in Italia, il giorno dopo l’inaspettata accoglienza di Varese, dove il teatro era talmente gremito che si è scelto di uscire in strada. Arriva il bus verde di Walter Veltroni, e anche Milano risponde, quella che «non se ne può più di 15 anni di destra in Comune», e che «il Pd è l’unica novità di questa politica stanca, vale la pena provare», come dice Daniela, capelli bianchi, una vita tra Pci-Pds-Ds e lo spirito ancora lieve. Qualcosa è cambiato. «Questa accoglienza è la conferma che sta succedendo qualcosa nel paese», dice lui dal palco. Sono almeno in 10mila ad accoglierlo, a scandirne il nome, bandiere, striscioni, palloncini, e anche solo mani e voci da far sentire. «Vinciamo noi, ça va sans dire».

Domenica 16: Gorizia e Trieste

“Qui si sente meglio e di più il senso dell’Europa». A Gorizia e Trieste, Veltroni si è concesso un ricordo personale: «Qui ritrovo un po’ della mia storia, avevo una nonna di parte materna il cui non sapevo pronunciare il nome, Ivanka Kotnik. Mio nonno era sloveno, venne qui come diplomatico,  fu fatto prigioniero e torturato dai nazisti in via Tasso. Mia nonna stava nella stanza accanto e sentiva le urla. Lui uscì provato da quell’esperienza e morì qualche tempo dopo».Non è casuale che lo racconti a Gorizia e Trieste, perché, ribadisce, «qui si sente meglio e di più il senso dell’Europa».

Lunedì 17: Verbania, Alessandria, Novara

«Stringere la cinghia, per primi i parlamentari» Mettiamola così: non è giusto un paese in cui ci sono i salari più bassi d’Europa, e gli stipendi dei parlamentari più alti d’Europa». Proposta: riportiamo il costo della politica italiana e quindi anche gli stipendi degli onorevoli, a una ragionevole media europea. Sarebbe, dice Veltroni, «un segnale di sobrietà» utile al paese e alla stessa politica: «Se bisogna stringere la cinghia, lo si deve fare tutti assieme ». Applausi, ovviamente. Da Verbania, prima provincia piemontese del tour, a Novara, città leghista. Serve una scossa, un segnale». Salari, pensioni, precari, una politica snella che aiuti il paese a crescere.. Non va bene che con il finanziamento pubblico si finanzino 51 partiti politici, non va bene che si finanzino 31 organi e giornali di partito. Serve un messaggio di sobrietà”

Martedì 18: Aosta, Biella, Vercelli, TorinoI costi della politica. Dalla Val D’Aosta e altre tre province del Piemonte, il leit motiv è questo. Così anche ad Aosta, Biella, Vercelli e infine Piazza Castello a Torino, dove ha ricevuto l’applauso più convinto davanti a 10mila persone: “la politica, deve dare un segnale di sobrietà quando la gente tira la cinghia”,  mentre la recessione americana rischia di avere pesanti ricadute anche in Italia.  Poi Veltroni dedica uno spazio per la drammatica vicenda delle due ragazze irlandesi travolte sulle strisce a Roma da un pirata della strada. E accusa: «Giravano su Internet immagini delle sue spericolatezze, ed è già agli arresti domiciliari. Non può accadere in un paese civile. Chi sbaglia deve pagare»

Mercoledì 19: Pavia, Lodi, Piacenza Quando il conte Lucchino Dal Verme, detto il comandante Maino sale sul palco,  a Pavia fa il suo ingresso la storia. 96 anni, partigiano della prima ora,  una delle testimonianze viventi dell'antifascismo che ha salvato la nostra  nazione. Non ha mai avuto una tessera di partito, il comandante Maino. Ha deciso, a 96 anni, di impegnarsi con il Partito democratico. Quando prende parola, non racconta la sua storia, una storia che fa parte del nostro  patrimonio nazionale. Incita Veltroni, lo invita a guardarsi dalle minacce che, oggi come allora, si nascondono sempre dietro l'angolo. Minacce ancora più subdole rispetto a quelle di allora, con le quali però hanno un minimo  comune denominatore: "A essere sacrificato è sempre l'uomo. Tieni duro - dice  il comandante Maino a Walter - noi, che testimoniamo quello per cui abbiamo combattuto e vinto, noi tutti, anche i tanti che non ci sono più, siamo con  te". Veltroni, commosso, abbraccia il comandante. E quando prende la parola,  l'ovazione di piazza delle Vittoria a Pavia si mescola alla sensazione di rispetto e gratitudine per quanto detto appena prima dal conte Dal Verme. 

Giovedì 20: Asti, Cuneo, Savona, Imperia

Il "Giro dell'Italia nuova" tra le colline astigiane. Nel Piemonte più profondo, quello brullo delle Langhe, dei vigneti più famosi d'Italia, Walter Veltroni, il suo staff e la "squadra" di giornalisti al seguito, hanno assaggiato la pace e la tranquillità dei casolari di campagna, pernottando - e cenando - in una locanda a pochi chilometri dalla cittadina piemontese. E ricorda al leader del PD che prima di ripartire dovrà ricordarsi di ritirare una bottiglia di Barbera DOCG e di Asti Spumante. Veltroni racconta un aneddoto. "Fin da quando ero bambino, a casa mia c'è stata una grande bottiglia di Asti Spumante, che era stata regalata a mio padre, e che avremmo dovuto aprire solo nelle grandi occasioni. Le grandi occasioni si sono susseguite ma per un motivo o per l'altro, il bottiglione non è mai stato stappato. Quello che voi mi regalate oggi è il risarcimento per tutte le occasioni mancate".

ora so già che qualcuno mi dara' del sognatore ma fra l'Italia che vuole veltroni e l'Italia che vuole Silvio la differenza è abissale. E' ovvio che non sarà facile perchè come diceva non mi ricordo se Cavour o Massimo D'azeglio "l'Italia è fatta ora dobbiamo fare gli Italiani", in questo caso si potrebbe dire "l'Italia si può fare a condizione che si facciano anche gli Italiani".

Faccio dunque appello agli indecisi di valutare bene, nel segreto dell'urna, quale Italia vorrebbero.

 
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