Creato da: bonfo67 il 26/10/2005
RIGOROSAMENTE ANTI BERLUSCONI

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« C'E' POCO DA STARE ALLEGRI!!!!PD-PDL 1-0 O SE PREFERIT... »

LA CAMPAGNA ELETTORALE E' COMINCIATA!

Post n°183 pubblicato il 06 Febbraio 2008 da bonfo67

Pd perché da soli
di Stefano Ceccanti

l'Unità
6 febbraio 2008

Sin dallo scorso ottobre il Partito democratico ha affermato, parlando di «vocazione maggioritaria», una logica fortemente contraddittoria rispetto a quella del Porcellum, che incentiva invece l’aggregazione di tutte le sigle possibili, trattando il programma di governo come una variabile dipendente. Il termine «vocazione maggioritaria» si riallaccia alla strategia del Labour Party che decise di cercare in proprio di convincere gli elettori, con una grande svolta politico-culturale, senza perseguire la scorciatoia di accordi di desistenza a scacchiera coi Liberali in funzione anti-conservatrice. Non si deve sommare ciò che non è omogeneo perché si può vincere, ma poi non si governa e quindi la vittoria è fatalmente effimera, condannata ad essere smentita al turno seguente, quando i propri elettori si saranno spazientiti e gli altri mobilitati.

Non stiamo quindi parlando di una sorta di testimonianza impotente, di una forma di integralismo settario, ma esattamente del contrario, di una strategia consapevole del rischio, quando sarebbe invece l’insistere sulla routine ad essere condannata dai cittadini. Per farla finita con la logica sbagliata sarebbe stato meglio per tutti un sistema elettorale diverso che portasse a vincitori chiari, ma omogenei, come il sistema francese. Non si può però, in mancanza di una riforma, smentire se stessi: lo esclude l’etica della responsabilità che impone di anticipare sul piano dei comportamenti ciò che si vorrebbe sul piano delle regole. Non si può negare l’evidenza: sul piano nazionale, pur con un ottimo Presidente del Consiglio e un’eccellente squadra, la litigiosità della coalizione ne ha determinato la caduta e reso impossibile una ripetizione. Non possono essere recuperati coloro che hanno determinato la fine di quell’esperienza, parti moderate dell’alleanza, ma è altresì necessario segnalare che il modo con cui la sinistra arcobaleno ha affrontato il rapporto con l’Onu, con la Nato, con la politica estera e militare in un mondo post-bipolare insicuro, non è stato e non è all’altezza con una collocazione di Governo.

Ci sono state anche altre aree problematiche, ma lì dei compromessi sono più facilmente possibili, e questo spiega e legittima la prosecuzione possibile dell’alleanza negli enti locali e nelle regioni, ma sull’affidabilità internazionale i margini sono minimi: la missione in Afghanistan, votata all’unanimità dall’Onu, o si rifinanzia oppure no. Dal momento che le elezioni non hanno solo la finalità di trasformare i voti in parlamentari, ma anche di fare una scelta per il Governo è giusto essere trasparenti: ammesso che si possa vincere (ma ci si può riuscire solo se gli elettori non hanno già potuto vedere l’inganno), insieme non potremmo governare. Né si può affermare che si tradisce il bipolarismo se non si accoglie tutto ciò che si muove alla sinistra del centro: Zapatero per le elezioni del 9 marzo, per ragioni analoghe, non ha certo presentato un programma comune con Izquierda Unida.

Da varie parti viene proposta un’obiezione pratica: com’è possibile vincere alla Camera e persino al Senato nelle Regioni «rosse» se il Pd sta sì e no al 30% mentre la «gioiosa macchina da guerra» del centrodestra parte sopra il 50%? Non basta certo la replica, pur vera, che replicando l’Unione, si potrebbe al massimo puntare a consolidare il solo elettorato di appartenenza giacché quello di opinione, se è realmente tale, l’opinione se l’è già formata in senso negativo e al massimo potremmo contare sulla sua clemenza con un’astensione dal voto. Credo che si possa accettare la sfida con una triplice convinzione. In primo luogo è sbagliato partire dai risultati del Senato della volta scorsa dove sciaguratamente fu fatta la scelta di andare separatamente tra Ds e Margherita, perdendo vari punti percentuali rispetto alla Camera, dove andammo uniti con l’Ulivo, che è il vero elemento di comparazione omogeneo. Già questo dovrebbe far capire come le Regioni «rosse», dove quello scarto fu maggiore della media, non siano a serio rischio. In secondo luogo credo che esista, al confine con la Sinistra arcobaleno, un’area quantitativamente significativa di elettori, pur non enorme, pari a qualche punto percentuale, che è disposta a votare la proposta che più sembri in grado di essere credibilmente alternativa al centrodestra. Un’area che ragiona in termini di «voto utile», non testimoniale.
In terzo luogo si tratta di scommettere sulla consistenza quantitativa e qualitativa di un’area di elettori di centro, quantitativamente ben più ampia, in grado di spostarsi sulla base delle proposte programmatiche. Proposte che non consistono solo nella loro enunciazione, ma soprattutto nella credibilità per tradurle in pratica e da questo punto di vista non c’è dubbio che, a parità di altri fattori, il Pd sia molto più credibile di un caravanserraglio da Casini a Bossi passando per Storace. E dove peraltro, nel migliore dei casi in termini di voti e seggi al Senato per il centrodestra, sia Casini sia Bossi sarebbero ciascuno determinante. Nelle elezioni politiche questa ampia disponibilità a cambiare che vale doppio (perché sono voti che si sottraggono agli uni e al tempo stesso si aggiungono agli altri) si è manifestata in forma minima perché mai è stata tentata un’offerta rivoluzionaria, di cambio radicale di schema come farebbe ora il Pd, ma tutti l’abbiamo vista nelle elezioni sugli altri livelli. Il centrodestra è riuscito a vincere a Bologna e il centrosinistra Trieste. So bene che il voto politico è più rigido, ma bisogna scommettere sulla capacità di discernimento degli elettori che in questo caso, prima che essere tra centrosinistra e centrodestra, sarebbe tra omogeneità e confusione.

Infine, alcuni di coloro che pur in linea generale sono disponibili ad accettare questa sfida, anche consigliati da tecnici estrosi, capaci di aggirare la legge elettorale che richiede sia alla Camera sia al Senato un programma di governo e un candidato Premier con alleanze in entrambi i casi nazionali, suggeriscono dei temperamenti a questa strategia chiara e netta. C’è ad esempio chi immagina di dividersi alla Camera e di unirsi al Senato (il rovescio dell’Ulivo del 2006), ma qualcuno dovrebbe rinunciare al candidato Premier al Senato e dovremmo forse depositare programmi diversi per le due Camere, se uno dei due non rinuncia al suo. C’è poi chi vorrebbe liste ad hoc in qualche Regione dove scomparirebbero sia il Pd sia la sinistra arcobaleno sia i veri candidati Premier. Chi pensa a questi espedienti trascura che la «vocazione maggioritaria» è come una nuova nascita. Non si può essere incinti a metà: o si sceglie il rischio o la routine, non si possono fare scelte costituenti a Camere o Regioni alterne.

DATO CHE ORMAI, PURTROPPO, SI TORNA A VOTARE DA QUESTO MOMENTO TEMPO PERMETTENDO CERCHERO' DI FARE, NEL MIO PICCOLO, CAMPAGNA ELETTORALE. NELL'IMMEDIATO COMINCIO COL PUBBLICARE QUESTO BELL'ARTICOLO PER FAR CAPIRE LE RAGIONI CHE HANNO PORTATO IL P.D. A PRESENTARSI DA SOLO. MI SEMBRA UN BUON INIZIO PER FARE CAPIRE AGLI ELETTORI DI SINISTRA E CENTROSINISTRA CHE LA RIFORMA ELETTORALE POSSIAMO FARLA ANCHE DA SOLI BASTA ANDARE A NON VOTARE: MASTELLA, DINI, PECORARO SCANIO, BOSELLI, DILIBERTO, MUSSI DI PIETRO ETC. ETC. CIOE' DI QUI IL P.D. E DI LA' FORZA ITALIA E A.N. IN BUONA SOSTANZA DARE UN SEGNALE FORTE E CHIARO CHE SI VUOLE DARE UN GOVERNO FORTE CHE GOVERNI PER TUTTA LA LEGISLATURA. BASTA CON QUESTI PICCOLI PERSONAGGI SQUALLIDI CHE CON L'1,4% DI ELETTORATO, E PER GIUNTA CON IL LEADER INDAGATO, SI PERMETTONO DI AFFOSSARE UN PAESE CHE ADESSO NON NE AVEVA PROPRIO BISOGNO. FERMO RESTANDO, POI, CHE ALLA FINE DELLA LEGISLATURA LO STESSO ELETTORATO POSSA DECIDERE SE IL GOVERNO HA AGITO BENE E CONFERMARLO OPPURE MALE E BOCCIARLO. SEMBRA UN CONCETTO BANALE MA QUESTA SI CHIAMA CON UNA PAROLA SEMPLICE "DEMOCRAZIA". PER ORA DA NOI QUESTA PAROLA E' SCONOSCIUTA. RIBADISCO UN PARTITO CON 1,4% DI VOTI SE NE E' INFISCHIATO DEI VOTI DEGLI ALTRI ITALIANI E HA DECISO ANCHE PER GLI ALTRI CHE NON ANDAVA PIU' BENE GOVERNARE. TUTTO CIO' E' INCOMPRENSIBILE AGLI OCCHI DI TUTTI. SAREBBE ORA CHE FINALMENTE GLI ITALIANI DIVENTASSERO "CIVILMENTE DEMOCRATICI" E NON SUDDITI COME PURTROPPO SIAMO ADESSO.   

 
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Commenti al Post:
blogdemocratico
blogdemocratico il 08/02/08 alle 19:55 via WEB
Sono con te...facciamo una campagna elettorale forte boicottando il nanetto malefico... Noi Democratici non dobbiamo più citarlo nei nostri programmi e nelle trasmissioni televisive...gli italiani giudicheranno da soli che è il nuovo ed il più utile per il paese! IO DEMOCRATICO
(Rispondi)
 
bonfo67
bonfo67 il 11/02/08 alle 14:32 via WEB
perfettamente d'accordo con te. Io però eviterei, proprio per far capire ai destri che siamo diversi,di chiamarlo nano mafioso. Questa è una fase dove veramente dobbiamo dimostrarci meglio di loro anche sotto questo punto di vista. Che sia l'uomo vergognoso che tutti conosciamo, anche gli stessi elettori di destra, è cosa risaputa ora però dobbiamo dimostrare che noi possiamo governare bene. Ciao
(Rispondi)
 
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