Creato da: bonfo67 il 26/10/2005
RIGOROSAMENTE ANTI BERLUSCONI

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Diario per una vittoria che si può fare!!!

Post n°192 pubblicato il 25 Marzo 2008 da bonfo67

Ecco l'Italia nuova

Oltre 60 province e 6.000 chilometri percorsi dal pullman del "Giro dell'Italia nuova". Piazze, teatri, strade, palasport sempre stracolmi. Una straodinaria risposta che rapisce il cuore. Magari registi del calibro di Ettore Scola e Paolo Virzì faranno un film sul «pazzesco» tour del pullman.Quanta gente e quanto calore hanno accolto, tappa dopo tappa, il candidato del Pd. Con volti di persone, giovani, famiglie con i bambini nelle varie piazze e nei teatri d’Italia.Calore e accoglienza prevedibili in alcune regioni, insospettati in altre, come il Veneto e la Lombardia.A Varese per esempio, dove uno sparuto gruppetto di leghisti è stato isolato dalla folla e dove Veltroni è stato costretto a uscire in strada a fare il discorso perché ormai c’era molta più gente fuori che dentro il teatro.L’idea del tour di tutte le province è stata di Veltroni e lui si concede battute: «Sono centodieci tappe, ecco potete stare tranquilli che se diventerò presidente del consiglio non favorirò la creazione di altre province».Lo stesso Veltroni aggiunge poi riflessioni: «L’accoglienza dimostra che veniamo percepiti come la novità». 

Febbraio
Domenica 17: Pescara
«Mettiti il cappotto, Walter», urlano dalla piazza. Lui niente, scende dal pullman in giacchetta e così rimane fino a che l'inno di Mameli, che lui invita tutti a cantare «a squarciagola », non chiude la manifestazione.Fa un gran freddo a Pescara, come da previsioni, ma nessuno aveva previsto il calore di piazza Salotto. Qualche migliaio di persone attende Veltroni per un'ora battendo i denti e poi esplode in un abbraccio liberatorio, pieno di affetto e di forza. Se il buon giorno si vede dal mattino, Pescara è l'inizio giusto. «Sono il primo pazzo che fa una campagna elettorale di 12.000 chilometri - esordisce –ma ho scelto di partire dalla vostra città anche per scaramanzia, perché tutte le volte che sono venuto, abbiamo vinto». 

Martedi 19: Campobasso, Isernia

In Molise, nel terzo giorno del suo tour. Ovunque, sale strapiene. Il leader del Pd sottolinea: sta succedendo qualcosa di nuovo nella politica italiana.E ovviamente Veltroni galvanizzato per la rimonta. «Gli ultimi dati – dice il segretario in diretta a Campobasso - Confermano quello che sentivo, cioè che continuiamo a crescere. Evidentemente questa scelta che all’inizio è sembrata a molti spericolata (non confermare l’alleanza dell’Unione, ma puntare sul programma ndr) evidentemente corrisponde ad una domanda di semplificazione e di nuovi linguaggi. Oggi noi possiamo parlare un linguaggio libero».

Venerdi 22 : Modena

Nella sala principale,mille seggiole predisposte dai volontari in servizio – duecento e più, cinquanta solo in cucina a preparare pesce e menu tradizionale - alle 8 meno un quarto non c’è più un posto, e Veltroni arriverà solo alle nove. Altri mille posti si riempiono in pochi minuti nelle sale con il collegamento video e i maxischermi, e la gente continua a venire a fiumi. Cinquemila si dice e molti restano fuori. Iprimi ad arrivare, immancabilmente, sono gli anziani. Ma sono anche i primi a gridare «Spazio ai giovani, cambiamento! », mitigato però dalla presenza misurata di «adulti» più saggi ed esperti a tenere per mano il cambiamento generazionale. «Si può fare?» chiedono i telegiornalisti del sito web della campagna. E la risposta è «Si deve fare», oppure «Si fa»,Le note di Jovanotti cullano il brusio della folla in attesa. «Mi fido di te...» e arriva Veltroni, accolto da un’ovazione.

Giovedì 28: Fano, Falconara, Pesaro

Fiori rossi sulle tavolate bianche. E la scenografia verde, come la speranza, anzi la convinzione che “Si può fare”. All’Adriatic Arena è tutto pronto per accogliere gli oltre duemila commensali della cena con Walter Veltroni. In platea si mangia a 20 euro, ma troppa gente resta di fuori, così alle 21 l’organizzazione apre le porte delle tribune, a ingresso libero. All’insegna della semplicità e del buon gusto il menu: dopo una carrellata di antipasti, lasagnette al pesto, medaglioni di vitello con crema ai funghi porcini, contorni vari, vino, spumante e dessert. a Pesaro tra palchi, platea e maxi schermo allestito in piazza XX Settembre ci sono  circa 1.000 persone. Un “aperitivo” prima del bagno di folla serale del palasport. Si sente un'aria del tutto nuova. C’è qualcosa che i sondaggi non misurano, una voglia di nuovo che noi intercettiamo». Walter Veltroni è in Umbria e dà la carica. Ricambiato a giudicare dal calore dell’accoglienza.

Martedì 4 : Genova

Ecco le liste, pronti a vincere. «Ora tutti a fare la campagna elettorale». Cento parlamentari donne. Il Pd chiude le liste e Veltroni guarda oltre i malumori degli esclusi: «Mentre gli altri partiti arrancano, noi abbiamo chiuso le candidature. Ora tutti a fare campagna elettorale, la partita è aperta, aperta», sprona il vertice del partito al termine del coordinamento nazionale.

Sarà «una stagione di cambiamento e innovazione». Raddoppio delle quote rosa non solo candidate bensì elette. Giovani e «personalità».«Ci sono tutte le possibilità», dice parlando a Genova in piazza Matteotti, nel pomeriggio. E cita i bookmakers inglesi: «Stanno cominciando a rivedere le cifre sulle elezioni italiane, nessuno all’inizio della campagna elettorale scommetteva su di noi».

Mercoledì 5 e giovedì 6: Massa Carrara, Parma, Reggio Emilia

«Il rischio è ciò che fa la vita, si rischia facendo l’imprenditore e si rischia facendo politica». Tra Massa e Parma, tappe del suo tour elettorale, pochi chilometri prima del suo secondo passaggio in una terra popolata da piccole e medie imprese, il leader del Pd tesse l’elogio del rischio. Responsabilità, lavoro, sicurezza. La giornata di Veltroni comincia con l’incontro di una delegazione di lavoratori dell’Italcementi di Carrara, stabilimento del quale è stata annunciata la chiusura, ed è scandita dalle parole che in questa campagna elettorale ha ripetuto più spesso. La sua scommessa è un partito che tiene insieme un leader di Federmeccanica e un sopravvissuto al disastro della Thyssen, che parla all’impresa con lo stesso linguaggio che usa con i lavoratori. Parma è la 28esima tappa del pullman di Veltroni, la 29esima è Reggio Emilia, il numero 30 spetta a Bologna.A Parma,Veltroni parla in un albergo adiacente al Parco Ducale, in una sala dove lo ascoltano almeno cinquecento persone mentre altre si accalcano fuori dalla porta. Parla per un’ora, a braccio. «Lo Stato deve dare leggerezza, rapidità ma sulla sicurezza dei lavoratori deve pretendere garanzie assolute». 

Sabato  8 : Reggio Emilia

«Pareggio? Puntiamo a vincere» Veltroni nell’Emilia rossa «Qui c’è il talento italiano di un Paese che fatica, che sa rischiare e alla fine vince». Vicino ai lavoratori. Passa l’esame delle fabbriche, ed entra in due grandi aziende del Bolognese. Due eccellenze, come la Ducati Motor, dove viene realizzata la “rossa” campione del mondo, e l’Ima, punta di diamante del packaging. Due realtà in cui Veltroni ravvisa «il talento italiano di un Paese che fatica, che sa rischiare e che, alla fine, vince». Dentro lo stabilimento di Borgo Panigale, Veltroni stringe tantissime mani, e riceve pacche sulle spalle: «Si può fare», gli dicono in tanti.Alla Camst, colosso della ristorazione, Veltroni difende la cooperazione. «Chi vuole distruggerla- ribadisce davanti a una platea in gran parte femminile nel giorno che le festeggia -, deve sapere che distrugge una parte di Pil». Il mondo cooperativo, chiude Veltroni, «va rispettato, è uno dei grandi soggetti dell’economia italiana». Poi a pranzo con una famiglia dell’hinterland- padre agricoltore, mamma operaia e tre figli -, e  ripropone l’intento di «mettere mano presto a salari,agli stipendi e alle pensioni più basse».

Martedì 11 : Vicenza, Padova, Ferrara 

L’abbraccio di Nerozzi e Calearo, il sindacalista e l’imprenditore. Il dialogo va, tra diffidenza e rispetto. Vicenza, Padova, Ferrara, nel difficile nordest Veltroni dice: l’Italia ha bisogno di un patto, non di corporativismi o lotta di classe. L'imprenditore di Federmeccanica e il sindacalista. Una stretta di mano calorosa, che diventa abbraccio. La gioia dei fotografi ma anche del pubblico dell'auditorium vicentino, strapieno di prima mattina. L'evento voluto da Walter Veltroni si compie e lui lo benedice: «Sono orgoglioso che a capeggiare la lista in Veneto ci sia Massimo Calearo e nella stessa lista un grande dirigente del sindacato come Paolo Nerozzi, insieme rappresentano l'idea di un paese che si unisce. Le nostre candidature vogliono unire.

Mercoledì’ 12 :Verona, Trento, Bolzano 

Primo, la sicurezza. la sicurezza è l’altro corno della questione nord-est, dopo fisco, burocrazia e infrastrutture,A Verona un doppio ddl: più forze dell’ordine e politiche sociali E sui sondaggi Veltroni dice: noi e il Pdl abbiamo ormai la stessa percentuale. Lo dice alla fine ringraziando il Veneto per il calore di questi tre giorni: «Se vinciamo, nel futuro governo ci sarà una persona che rappresenta il nordest, non so se sarà una donna, un imprenditore, un amministratore ma ci sarà, e questo non accadeva da molti anni». Era nell’aria l’annuncio, ma fa lo stesso un bell’effetto al palazzo della Gran Guardia, nella centralissima piazza Bra. Verona, ultima tappa veneta, ha voglia di riscatto e si vede.

Giovedì 13 : Mantova, Cremona, Bergamo 

Fisco «Amico» è la parola d’ordine di Walter Veltroni. «Un fisco per lo sviluppo e l’equità», è il titolo del disegno di legge presentato dal leader Pd, insieme ai titoli di altri 11 ddl che, in caso di vittoria, saranno approvati dal primo Consiglio dei ministri. L’obiettivo di Veltroni è la crescita, perché «o il paese volta pagina o il rischio di declino è elevatissimo». Dunque anche il fisco deve spingere in questa direzione: la crescita del Pil. Ed essere amico, o almeno non ostile nei confronti dei cittadini che «rischiano e intraprendono», delle piccole e medie imprese. E “amico” anche dei salari dei lavoratori dipendenti. Dodici ddl per cambiare l’Italia. Anche in Lombardia c’è grande folla, dal palco di Mantova, 4mila persone in piazza Stradivari ad ascoltare e in serata “tutto esaurito” al palazzetto di Bergamo. «Solo questo partito può risollevare l’economia»

Venerdì 14: Sondrio, Lecco, Lugano (Svizzera), Varese

«In un mese possiamo vincere» Folla immensa a Varese. Simbolo di un cambiamento. La Lombardia potrebbe cambiare il corso di questa campagna elettorale. A Varese, roccaforte leghista per eccellenza, si è ripetuto quanto accaduto il giorno prima a Bergamo.Ad ascoltare Walter Veltroni c’è tanta gente che il leader del Pd è uscito dal teatro in cui si trovava per fare un comizio all’aperto: c’erano cinquemila persone. Nemmeno per Bossi ai tempi d’oro si era mai vista tanta gente. «Qualcosa sta cambiando. quanto stia cambiando il clima si vede ogni volta che il pullman approda in una provincia italiana, «un movimento che sta nascendo nel Paese» che affolla le manifestazioni Pd, «a qualsiasi ora le facciamo. voglio provare a farne una alle due di notte, se è piena anche quella vuol dire che è fatta» Dalla Spagna  riceve l’elogio di Zapatero e anche di George Clooney.

Sabato 15: Como, Monza, Milano
Veltroni, a Milano la carica dei 10mila.

Ci sono migliaia di persone in piazza, prima a Monza e poi a Milano, tappa numero 53 del suo tour in Italia, il giorno dopo l’inaspettata accoglienza di Varese, dove il teatro era talmente gremito che si è scelto di uscire in strada. Arriva il bus verde di Walter Veltroni, e anche Milano risponde, quella che «non se ne può più di 15 anni di destra in Comune», e che «il Pd è l’unica novità di questa politica stanca, vale la pena provare», come dice Daniela, capelli bianchi, una vita tra Pci-Pds-Ds e lo spirito ancora lieve. Qualcosa è cambiato. «Questa accoglienza è la conferma che sta succedendo qualcosa nel paese», dice lui dal palco. Sono almeno in 10mila ad accoglierlo, a scandirne il nome, bandiere, striscioni, palloncini, e anche solo mani e voci da far sentire. «Vinciamo noi, ça va sans dire».

Domenica 16: Gorizia e Trieste

“Qui si sente meglio e di più il senso dell’Europa». A Gorizia e Trieste, Veltroni si è concesso un ricordo personale: «Qui ritrovo un po’ della mia storia, avevo una nonna di parte materna il cui non sapevo pronunciare il nome, Ivanka Kotnik. Mio nonno era sloveno, venne qui come diplomatico,  fu fatto prigioniero e torturato dai nazisti in via Tasso. Mia nonna stava nella stanza accanto e sentiva le urla. Lui uscì provato da quell’esperienza e morì qualche tempo dopo».Non è casuale che lo racconti a Gorizia e Trieste, perché, ribadisce, «qui si sente meglio e di più il senso dell’Europa».

Lunedì 17: Verbania, Alessandria, Novara

«Stringere la cinghia, per primi i parlamentari» Mettiamola così: non è giusto un paese in cui ci sono i salari più bassi d’Europa, e gli stipendi dei parlamentari più alti d’Europa». Proposta: riportiamo il costo della politica italiana e quindi anche gli stipendi degli onorevoli, a una ragionevole media europea. Sarebbe, dice Veltroni, «un segnale di sobrietà» utile al paese e alla stessa politica: «Se bisogna stringere la cinghia, lo si deve fare tutti assieme ». Applausi, ovviamente. Da Verbania, prima provincia piemontese del tour, a Novara, città leghista. Serve una scossa, un segnale». Salari, pensioni, precari, una politica snella che aiuti il paese a crescere.. Non va bene che con il finanziamento pubblico si finanzino 51 partiti politici, non va bene che si finanzino 31 organi e giornali di partito. Serve un messaggio di sobrietà”

Martedì 18: Aosta, Biella, Vercelli, TorinoI costi della politica. Dalla Val D’Aosta e altre tre province del Piemonte, il leit motiv è questo. Così anche ad Aosta, Biella, Vercelli e infine Piazza Castello a Torino, dove ha ricevuto l’applauso più convinto davanti a 10mila persone: “la politica, deve dare un segnale di sobrietà quando la gente tira la cinghia”,  mentre la recessione americana rischia di avere pesanti ricadute anche in Italia.  Poi Veltroni dedica uno spazio per la drammatica vicenda delle due ragazze irlandesi travolte sulle strisce a Roma da un pirata della strada. E accusa: «Giravano su Internet immagini delle sue spericolatezze, ed è già agli arresti domiciliari. Non può accadere in un paese civile. Chi sbaglia deve pagare»

Mercoledì 19: Pavia, Lodi, Piacenza Quando il conte Lucchino Dal Verme, detto il comandante Maino sale sul palco,  a Pavia fa il suo ingresso la storia. 96 anni, partigiano della prima ora,  una delle testimonianze viventi dell'antifascismo che ha salvato la nostra  nazione. Non ha mai avuto una tessera di partito, il comandante Maino. Ha deciso, a 96 anni, di impegnarsi con il Partito democratico. Quando prende parola, non racconta la sua storia, una storia che fa parte del nostro  patrimonio nazionale. Incita Veltroni, lo invita a guardarsi dalle minacce che, oggi come allora, si nascondono sempre dietro l'angolo. Minacce ancora più subdole rispetto a quelle di allora, con le quali però hanno un minimo  comune denominatore: "A essere sacrificato è sempre l'uomo. Tieni duro - dice  il comandante Maino a Walter - noi, che testimoniamo quello per cui abbiamo combattuto e vinto, noi tutti, anche i tanti che non ci sono più, siamo con  te". Veltroni, commosso, abbraccia il comandante. E quando prende la parola,  l'ovazione di piazza delle Vittoria a Pavia si mescola alla sensazione di rispetto e gratitudine per quanto detto appena prima dal conte Dal Verme. 

Giovedì 20: Asti, Cuneo, Savona, Imperia

Il "Giro dell'Italia nuova" tra le colline astigiane. Nel Piemonte più profondo, quello brullo delle Langhe, dei vigneti più famosi d'Italia, Walter Veltroni, il suo staff e la "squadra" di giornalisti al seguito, hanno assaggiato la pace e la tranquillità dei casolari di campagna, pernottando - e cenando - in una locanda a pochi chilometri dalla cittadina piemontese. E ricorda al leader del PD che prima di ripartire dovrà ricordarsi di ritirare una bottiglia di Barbera DOCG e di Asti Spumante. Veltroni racconta un aneddoto. "Fin da quando ero bambino, a casa mia c'è stata una grande bottiglia di Asti Spumante, che era stata regalata a mio padre, e che avremmo dovuto aprire solo nelle grandi occasioni. Le grandi occasioni si sono susseguite ma per un motivo o per l'altro, il bottiglione non è mai stato stappato. Quello che voi mi regalate oggi è il risarcimento per tutte le occasioni mancate".

ora so già che qualcuno mi dara' del sognatore ma fra l'Italia che vuole veltroni e l'Italia che vuole Silvio la differenza è abissale. E' ovvio che non sarà facile perchè come diceva non mi ricordo se Cavour o Massimo D'azeglio "l'Italia è fatta ora dobbiamo fare gli Italiani", in questo caso si potrebbe dire "l'Italia si può fare a condizione che si facciano anche gli Italiani".

Faccio dunque appello agli indecisi di valutare bene, nel segreto dell'urna, quale Italia vorrebbero.

 
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QUELLO CHE DI LA' NON VI DICONO!

Post n°191 pubblicato il 11 Marzo 2008 da bonfo67

Irpef più bassa con la proposta del PDSimulazione del Sole 24 Ore: tagli dai 600 ai 3.000 euro

Il taglio dell'Irpef potrebbe essere l’arma vincente del Partito Democratico per trionfare alle elezioni politiche del 2008.
Una mossa di cui tengono conto entrambi gli schieramenti. Una simulazione de' Il sole 24 Ore, del 10 marzo, dimostra, attuando il programma del Pd, che una coppia con due redditi e pari entità, recupererebbe dai 900 ai 3mila euro, considerando i redditi familiari dai 30mila ai 100mila. Vantaggi naturalmente per tutte le fasce.

Tante le proposte.

Nel programma del Pd è il piano triennale di taglio di tutte le aliquote a troneggiare con una limatura di un punto percentuale per ogni anno a partire dal 2008. Gli effetti cresceranno insieme al reddito e porteranno ad un risparmio a regime, in termini di imposta lorda, tra i 300 euro per chi guadagna 10 mila e i 3 mila per i redditi di 100 mila euro.

Un taglio delle aliquote, per il Pd, è legata ad un intervento solo per il lavoro dipendente, volto a stabilizzare automaticamente il meccanismo di restituzione del fiscal drag, ossia dell’incremento del prelievo derivante dall’inflazione e non dagli aumenti reali del reddito. Il recupero avverrebbe attraverso un aumento delle detrazioni, secondo l’inflazione del periodo. Si tratterebbe, quindi, di un beneficio progressivo perché le detrazioni del lavoro dipendente si concentrano soprattutto nelle fasce di reddito più basse.

Tali recuperi il Pd intende avviarli già dal 2008: secondo un calcolo il beneficio iniziale per un reddito di 20 mila euro sarà di 23, mentre per un reddito doppio si aggira intorno alla metà. (Per il Pdl sarà il quoziente familiare ad abbattere l’imposta secondo il numero dei componenti del nucleo familiare.)

Il Pd ha in programma di alleggerire dal carico fiscale la quota di salari di produttività.

Per i figli poi il Pd ha in mente una dote fiscale pari a 2500 euro per il primo figlio , che varierà a seconda del reddito. (il Pdl invece rispolvera il bonus bebè)

Reddito attuale

Irpef Attuale

Proposte Pd

30.000

6.900

6000

40.000

9.600

8.400

60.000

15.440

13.640

80.000

23.040

20.640

100.000

30.640

27.640




Le proposte del Pd in pillole:

1) Riduzione delle Aliquote, riduzione progressiva di tutte le aliquote Irpef con un taglio di un punto percentuale all’anno per tre anni a partire dal 2008;

2) Aumento delle detrazioni da lavoro dipendente , da avviare già dal 2008 per una restituzione sistematica del fiscal drag ali lavoratori dipendenti;

3) Dote fiscale per i figli che sostituisce gli attuali assegni familiari e le attuali detrazioni per i figli. A partire da una base di 2500 euro con variazioni progressive secondo la situazione reddituale della famiglia;

4) Detassazione salario di produttività, ossia quella parte di stipendio legata alla contrattazione di secondo livello;

5) Credito d’imposta per le donne lavoratrici, una sorta di anticipo che il Fisco concederebbe secondo i seguenti criteri:

Territoriale – all’inizio la misura riguarderebbe il Sud

Reddituale - la cifra crescerebbe al diminuire del reddito

Familiare – la somma sarebbe in proporzione al numero dei figli, essendo finalizzata alla cura dei figli

wwww.partitodemocratico.it
IMMAGINO GIA' I DESTRORSI CHE DIRANNO "IL SOLE 24 ORE E' DI SINISTRA". CERTO E MAGARI ANCHE CIARRAPICO VERO!!!! E COMUNQUE L'ENESIMA PROVA CHE NOI SIAMO MEGLIO DI LORO C'E' STATA SABATO QUANDO IL LORO LEADER HA "STRACCIATO IL PROGRAMMA DEL P.D. DANDO AL "POPOLO" IL SANGUE CHE IL "POPOLO" VUOLE". PENSA SE VELTRONI AVESSE PRESO QUELLA TRISTISSIMA PAGLIACCIATA DEL "CONTRATTO CON GLI ITALIANI" E L'AVESSE STRAPPATO. COMUNQUE SIA ALLA DOMANDA DI VELTRONI " PERCHE' A DESTRA FANNO UN PROGRAMMA IDENTICO A QUELLO DEL 2001 NONOSTANTE PER 5 ANNI CI ABBIANO GOVERNATO? FORSE PERCHE' TACITAMENTE HANNO CAPITO ANCHE LORO CHE NON HANNO FATTO UN CAZZO PER GLI ITALIANI MA MOLTO PER PREVITI, DELL'UTRI E LO STESSO BERLUSCA? ........

 
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come ci si fa a fidare di questi?

Post n°190 pubblicato il 05 Marzo 2008 da bonfo67

PER AIUTARE LA MEMORIA DI QUELLI CHE ANCORA CREDONO ALLA FAVOLETTE RIPORTO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO TREMONTI QUANDO SI E' DIMESSO DA MINISTRO. VOLETE SAPERE CHE ANNO ERA? ERA IL 2004 CIOE' 3 ANNI DOPO L'INSEDIAMENTO. EBBENE STO GRANDE PINOCCHIO IN FASE DI DIMISSIONI DISSE LA FRASE CHE HO SOTTOLINEATO E CIOE' "Il mio unico rimpianto è non aver potuto ridurre le tasse"

 COME COME? VOI PALADINI DELL'ABBASSAMENTO DI TASSE DOPO TRE ANNI DI GOVERNO ANCORA NON L'AVETE FATTO. PERCHE' DOVREI RIVOTARVI ALLORA ADESSO?

"Tremonti dopo le dimissioni
"Lascio i conti in ordine"
"Il mio unico rimpianto è non aver potuto ridurre le tasse"

Giulio Tremonti
 

ROMA - Rivendica il "buon lavoro" fatto. Sottolinea la difficile gestione del "terzo debito pubblico del mondo".
Respinge le accuse di aver sbagliato, o peggio "truccato" i conti della manovra. Si rammarica di non aver potuto abbassare le tasse. E' Giulio Tremonti nel suo primo giorno da ex ministro dell'Economia. Che è anche il giorno dopo la notte più lunga del governo Berlusconi. Quella che si è chiusa con la sconfitta del titolare di via XX settembre. E con l'annuncio delle sue dimissioni.

"Non è stato facile gestire il terzo debito pubblico del mondo non essendo il terzo paese del mondo", ha esordito Tremonti nella conferenza stampa "di saluto" ai giornalisti. Per poi aggiungere che il debito "è comunque sceso e il deficit è stato comunque contenuto, i conti pubblici italiani sono costantemente controllati da Eurostat e sono assolutamente affidabili". Per questo - Tremonti si è detto sicuro - "la manovra sarà valutata positivamente dall'Ecofin di lunedì".

ma andiamo oltre ci hanno detto che loro sono stati bravi perchè hanno governato bene per cinque anni senza avere crisi. Niente di piu' falso

Il governo Berlusconi distrutto da crisiDi Marianne Arens e Peter Schwarz
26 Luglio 2004

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In questi ultimi tempi, il governo di destra capeggiato dal Primo Ministro Silvio Berlusconi (Forza Italia) è immerso nella piú profonda crisi degli ultimi tre anni dal suo insediamento. Osservatori di politica italiana stanno sempre piú domandandosi se il governo riuscirá a completare il suo mandato fino al 2006, o se si andrà alle elezioni anticipate.

In seguito a pressioni da due degli alleati nella coalizione, i neo-fascisti Alleanza Nazionale e i Democristiani UDC, il 3 luglio Berlusconi ha dimesso il ministro delle finanze Giulio Tremonti. Due settimane dopo, il capo del terzo partito membro della coalizione, Umberto Bossi della Lega Nord, ha annunciato le sue dimissioni dal governo.

La Lega Nord, che fu strumentale nella caduta del primo governo Berlusconi nel 1994, ha detto tuttavia che non si ritirerà completamente dal governo. Bossi, il quale ha subito un grave infarto il marzo scorso e da allora resta in ospedale, si sposterà a Strasburgo per assumere la carica di deputato europeo. Tuttavia, la Lega Nord ha minacciato di abbandonare il governo del tutto nel caso che i piani della riforma federale non vengano attuati entro settembre di quest’anno. Le proposte di federalismo hanno ricevuto forti resistenze da Alleanza Nazionale e UDC.


qualcuno mi spiega perchè dovrei votare una coalizione che poteva fare quello che aveva promesso tra il 2001 e il 2006 non l'ha fatto e ora ci riprova con lo stesso programma?

PER LA CRONACA DATO CHE NON SANNO DOVE ANDARE A PARARE PER CRITICARE SAPETE QUAL'E' L'ATTO DI ACCUSA CONTRO IL P.D. ATTUALMENTE? MA CERTO LE LISTE ELETTORALI CHE PARREBBERO, DICONO LORO, IN CONTRADDIZIONE. MA PERCHE' LORO SONO UNITI E COERENTI? RICORDO CHE SOLO 14 ANNI FA BOSSI LITIGAVA CONFINI DANDOLI DEL FASCISTA E CONTEMPORANEAMENTE DAVA DEL "BERLUSKAISER" A SILVIO E POI SI SA' COME E' ANDATA A FINIRE E CIOE' CHE IN ITALIA ABBIAMO UNA LEGGE VERGOGNOSA CHE SI CHIAMA "BOSSI-FINI" LA QUALE INVECE DI DIMINUIRE IL PROBLEMA EXTRACOMUNITARI LO HA AMPLIATO. MA PER FAVORE. LO RIBADISCO PER L'ENNESIMA VOLTA SE PER IPOTESI 55.000.000 DI ITALIANI VOTASSERO PER LORO E MANCHEREBBE SOLO IL MIO VOTO PER FARE IL PIENO IL MIO VOTO STA GENTAGLIA NON L'AVRA' MAI...........

 
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GIUSTO PER PAR CONDICIO!

Post n°189 pubblicato il 28 Febbraio 2008 da bonfo67

l'altro giorno ho pubblicato il programma del P.D. e dicevo in attesa di quello della P.D.L. bene sul sito di Forza Italia e' ben chiaro che non avendo un programma ed essendo un movimento molto populista, cioè finge di essere dalla parte del popolo per poi metterglielo in quel posto, anzichè stilare il programma demanda, attraverso un referendum fatto in casa le priorità del paese con tanto di voto. A parte il fatto che il popolo per sua natura ha priorità diverse. O forse ci faranno credere che la priorità di Maldini è la stessa della casalinga di Voghera!!! ma il vero problema in Italia e che la politica inteso come Arte del fare manca totalmente. Forse, anzi sicuramente sono un "coglione" , ma io il voto a questi pagliacci non glielo darò mai. Questo pseudo referendum è identico alla famosa boutade del "contratto con gli Italiani" firmato unilateralmente dal Cavaliere su una rete pubblica, alla faccia di quelli che accusavano la sinistra di regime.  Purtroppo siamo in Democrazia e mi tocca accettare il fatto che tanti Italiani si fanno gabbare da questo ricco signore e accettare che governi.

1. Prevenzione dei reati. Diffusione della presenza dei Poliziotti e dei Carabinieri di quartiere.


voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



2. Nuovi fondi per le forze dell'ordine, per l'equipaggiamento e per i mezzi in loro dotazione.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



3. Rafforzamento del contrasto all'immigrazione clandestina e lotta contro i trafficanti di esseri umani.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



4. Certezza della pena senza sconti per i condannati con sentenza definitiva pericolosi per gli altri.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



5. Costruzione di nuove carceri e apertura delle strutture penitenziarie già realizzate ma non ancora attive.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 




famiglia

poco molto     

1. Abolizione totale dell'ICI sulla prima casa.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



2. "Bonus bebè" per ogni nuovo figlio naturale, in affido o adottato.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



3. Quoziente familiare. Chi ha più figli deve pagare meno tasse.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



4. Deduzione delle spese per i figli disabili e per gli anziani a carico.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 



5. Sostegno alle famiglie per una effettiva libertà di scelta tra scuola statale e scuola privata.
voto 1  voto 2  voto 3  voto 4  voto 5 




sviluppo lavoro

poco molto     

1. Detassazione integrale degli straordinari.
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2. Detassazione graduale della 13ª mensilità.
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3. Obbligo di versamento dell'IVA solo dopo l'avvenuto incasso della fattura.
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4. Riduzione graduale dell'IVA sul turismo.
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5. Rilancio e completamento delle grandi

 
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Per chi vuole informarsi!!!

Post n°188 pubblicato il 26 Febbraio 2008 da bonfo67

Il programma di Governo del PdLEGGI IL TESTO INTEGRALE DEL PROGRAMMA

Guarda le slide della presentazione (pdf)

“Il programma del Pd è ambizioso e realistico e si pone l'obiettivo di cambiare il Paese”. Con queste parole Walter Veltroni, segretario e candidato premier del Pd, ha presentato oggi alla stampa il programma di governo del Partito democratico. “Siamo la prima forza politica – ha detto – ad illustrare il programma. Lo considero un dovere da parte di una forza politica come la nostra che si propone di segnare una profonda innovazione persino nel presentare i propri doveri agli elettori”. Un programma che non è fatto di “annunci e promesse, ma anche di coperture finanziarie e speranze di innovazione”.

Da troppo tempo, ha sottolineato Veltroni, l’Italia è abituata “alle promesse non mantenute” da una parte, o a programmi fatti di “indicazioni molto precise” che non mirano ad un vero e proprio cambiamento dall’altra. Quello del Pd, invece, è un programma che si propone di sovvertire entrambe le tendenze. “Un programma di grandi cambiamenti – ha insistito Veltroni – che i cittadini potranno vedere attuati con il proprio voto”.

A presentare il programma del Pd insieme a Veltroni, Enrico Morando. A prima vista il programma di presenta molto chiaro, conciso e, se paragonato all’ultimo mastodontico tomo di 280 pagine dell’Unione, molto breve. La struttura è suddivisa per capitoli. In primo luogo si individuano quattro punti chiave per l’Italia come soggetto facente parte di una complessa e mutevole comunità internazionale. A livello di politica internazionale, il Pd vede un’Italia che, sulla scia di quanto attuato dal governo Prodi, sceglie la via del multilateralismo, che si proponga di puntare ad “un’Europa massima possibile” nel processo di integrazione comunitaria, un’Italia che miri a diventare per il Mediterraneo “un hub politico ed economico” di livello mondiale, e che rafforzi la sua amicizia con gli Stati Uniti d’America.

Per fare tutto ciò, si legge nel programma, il nostro Paese deve “riconquistare una posizione di primato nello sviluppo di qualità”. Deve perciò risolvere quelli che sono individuati come i quattro problemi principali che l’affliggono: l’inefficienza economica, la disuguaglianza sociale, la ridotta libertà di perseguire il proprio disegno di vita, la scarsa qualità della democrazia.

Il progetto del Pd per affrontare e risolvere le questioni sopra poste si baserà su dieci pilastri fondamentali. Prima di tutto, la sicurezza, uno sviluppo di tipo “inclusivo”, la promozione della concorrenza e del merito come unico strumento per l’accesso al mondo del lavoro, un welfare di stampo universalistico contrapposto a quello particolaristico, l’educazione come ascensore sociale, una spesa pubblica più razionale e con meno sprechi riassumibile con l’espressione “spendere meglio spendere meno”, un fisco meno opprimente che premi i contribuenti leali – “pagare meno, pagare tutti” - , il diritto dell’economia che liberi le energie vitali, la sostenibilità e la qualità ambientale, uno stato forte che si occupi della sussudiarietà.

Il progetto del Pd per l’Italia individua poi come metodo privilegiato per governare il cambiamento e per affrontare le sfide indicate quello che nel 1993 salvò il Paese dalla crisi economica, grazie al raggiungimento di un patto per la stabilità economico-finanziaria. “Oggi – si legge nel programma – serve un nuovo patto per la crescita della produttività totale dei fattori”.

Se questo è il metodo da inseguire, il progetto del Pd indica anche dodici azioni di governo entro le quali si può racchiudere l’insieme di provvedimenti necessari per invertire la crisi economica e sociale nella quale il nostro Paese sembra stia precipitando. In primo luogo occorre agire sulla spesa pubblica, tagliando di mezzo punto di Pil la spesa corrente primaria nel primo anno di governo, di un punto nel secondo e di un altro punto nel terzo. Necessaria una rapida riduzione del deficit e del debito pubblico sotto il 90%, con la valorizzazione della quota non demaniale del patrimonio pubblico e il massimo rigore nella gestione della spesa pubblica.

Quanto alle politiche tributarie, si punta ad “un fisco amico dello sviluppo”, che preveda per il 2008 un aumento della detrazione Irpef per il lavoro dipendente – con conseguente abbassamento delle tasse per i lavoratori – e la diminuzione generale delle aliquote Irpef di un punto all’anno per almeno tre anni. Viene lanciata la proposta di un credito d’imposta per le donne lavoratrici, con precedenza a quelle residenti nel Mezzogiorno. E’ confermata la “dote fiscale di 2.500 euro per i figli”, le detrazioni per l’affitto pagato, l’aliquota fissa per quello percepito.

Sempre a livello fiscale, il programma prevede il miglioramento del “forfettone” per le piccolissime imprese, la non retroattività degli studi di settore, la capitalizzazione con sconti d’imposta per le imprese, e l’attuazione di un vero federalismo fiscale che metta in pratica l’art. 119 della Costituzione e l’autonomia degli enti locali sulle scelte infrastrutturali.

La terza azione di governo riguarda la sicurezza di cittadini ed imprese. Va approvato subito il “pacchetto sicurezza” a livello nazionale e attivato il Piano contro la violenza alle donne. Principio fondamentale deve essere quello della certezza della pena. Deve poi essere “applicata una nuova tecnologia per richiedere aiuto – in casa o per strada – in tempi rapidissimi”. Vanno poi messi più agenti per le strade ed esteso il “Patto per la sicurezza”, già sperimentato con buon successo in alcune grandi città, a tutti i capoluoghi di provincia.

Quatro punto: “Diritto alla giustizia giusta”. L’obiettivo è quello di arrivare a tempi ragionevoli per i processi, sia civili che penali. Gli strumenti per fare ciò sono individuati nell’accorpamento dei tribunali, nell’introduzione del Manager in tribunale, nell’introduzione dei processi telematici e l’Ufficio del processo, nella specializzazione dei magistrati. Quanto alle intercettazioni, il discorso è chiaro: sono uno strumento imprescindibile per l’autorità giudiziaria, ma, al tempo stesso deve esserci chi risponde del diritto alla riservatezza delle persone. Sul tema dei diritti, il Pd intende prevenire l’accanimento terapeutico sui malati attraverso il testamento biologico e promuovere il riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi.

Altra azione di governo è “l’ambientalismo del fare”. Il primo punto è chiaro: “rottamiamo il petrolio” e mettiamo in atto un piano che in dieci anni realizzi la trasformazione delle fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati. In campo energetico vi sia maggiore ricorso al mercato e ai prezzi. Le valutazioni di impatto ambientale vengano concluse entro tre mesi dal loro avvio, vi sia un incremento della raccolta differenziata, degli impianti di rigassificazione. Siano create infrastrutture moderne e sostenibili, una cura del ferro” per le città. In sostanza, basta con l’ambientalismo del no: proporre nuove infrastrutture, valutare coinvolgendo tutti, ma quando si è deciso, realizzarle.

Al sesto punto, lo stato sociale. “Più eguaglianza e più sostegno alla famiglia, per crescere meglio”. Più sicurezza sul lavoro, con una sola Agenzia nazionale che coordini l’attività preventiva, ispettiva e repressiva, premi alle aziende che investono in sicurezza e migliori indennizzi ai lavoratori infortunati. Aiutare le donne e le mamme, in particolare, a lavorare, investendo sugli asili nido e sugli assistenti di maternità.

Contro la precarietà del lavoro, l’idea è quella di attuare la sperimentazione di un compenso minimo legale con 1000, 1100 euro mensili per i collaboratori economicamente dipendenti, l’allungamento del periodo di prova, l’incentivazione dell’apprendistato, forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato, durata massima di 2 anni per contratti atipici, l’estensione delle tutele fondamentali a tutti i lavoratori. Deve essere garantita, inoltre, la continuità dell’occupazione facendo della formazione permanente un nuovo diritto di cittadinanza, con la tutela del reddito in caso di disoccupazione e con un sistema efficiente di servizi per il reimpiego.

Per quanto riguarda i giovani, “diamo credito alla creatività”, creando le condizioni per agevolare e sostenere progetti imprenditoriali nei settori dell’innovazione tecnologica, dello sviluppo sostenibile, nei servizi di utilità sociale e impegno civile. Deve essere favorito poi un grande sforzo per l’edilizia pubblica e il social housing.

Quanto al welfare, inoltre, deve essere alzata gradualmente l’indennità di accompagnamento, da 455 a 600 euro, per chi è in difficoltà. Da sperimentare, poi, il “Buono servizio” per non autosufficienti. Quanto alle politiche per l’immigrazione, va cambiata la legge Bossi-Fini, che produce immigrazione irregolare, e introdotte modalità d’ingresso con sponsor e certificati. Nelle elezioni amministrative va aperto il voto agli immigrati. In generale, il governo del Pd si impegna a favorire la regolarità, si opporrà alla clandestinità e combatterà con durezza la criminalità.

Nel campo della sanità, va rafforzato e valorizzato il Servizio sanitario nazionale, correggendo gli squilibri territoriali. Negli ospedali va garantita più sicurezza e liste d’attesa meno lunghe. Va scritta la parola fine alle nomine clientelari e partitiche in sanità, selezionando il personale, valorizzandone le competenze e neutralizzando le interferenze della politica. Poi due grandi innovazioni: il Fondo per le cure odontoiatriche la telemedicina, grazie alla quale i pazienti anziani siano meglio serviti. Infine la legge 194 è considerata una buona legge, equilibrata, che ha conseguito buoni risultati e va attuata in tutte le sue parti.

Al settimo punto, cultura, scuola, università e ricerca: “più autonomia, per l’equità e l’eccellenza”. Quanto al mondo della scuola, l’obiettivo di portare al diploma l’85% dei nostri ragazzi, investendo sugli insegnanti premiandone il merito e l’impegno. Vanno aumentate le ore di matematica, sperimentato l’insegnamento in inglese di una materia curriculare, creando 100 nuovi “campus della scuola dell’obbligo” entro il 2010 e favorendo l’educazione allo sport fin dalle scuole elementari.

Per il sistema universitario, occorre fermare la proliferazione delle sedi, favorire l’autonomia dei valutazione dell’Agenzia nazionale, ed internazionalizzare le nostre università, puntando sull’eccellenza. Vanno istituite borse di studio spendibili in qualsiasi università e bisogna rendere il progetto “Erasmus” veramente accessibile per tutti. Il Pd propone infine di garantire a 1000 giovani ricercatori italiani ad alto potenziale di lavorare “liberi” attorno alle loro idee.

Ottava azione di governo è il rafforzamento del mondo delle imprese, “per competere meglio” a livello internazionale. Va superato il capitalismo di tipo “relazionale” tramite incentivi alle piccole e medie imprese, aiuti ad entrare in borsa per le società non quotate, accrescimento della contendibilità delle imprese, sviluppo di processi liberalizzazione e introduzione di norme rigorose sul conflitto d’interessi. Occorre poi dire basta al fondo perduto, puntando su strumenti automatici e rendendo strutturale il credito d’imposta su ricerca e sviluppo. Vanno aiutate le PMI, volano della crescita di qualità. Il Pd propone inoltre strumenti per combattere la burocrazia, favorire la democrazia economica, destinare più risorse all’agricoltura e promuovere nuove strategie per il turismo.

Nove: favorire la concorrenza, in quanto “produce crescita”. Per ogni anno di governo, va approvata una legge in materia. La prima deve puntare alla liberazzazione del mercato della telefonia, dei trasporti e della distribuzione dei carburanti. La proposta, inoltre, è che vengano abbassati i costi bancari e agevolate le opportunità di finanziamento per famigli ed imprese. Occorre migliorare le Autorità e i servizi pubblici di qualità per ottenere prezzi più bassi per i cittadini utenti.

La decima azione riguarda il Sud del Paese e il Mediterraneo. L’obiettivo è fare in modo che il Mezzogiorno non sia un peso ma un’opportunità per la crescita dell’Italia. Per fare ciò occorre portare la rete delle infrastrutture e dei servizi a dimezzare il gap accumulato rispetto al Centro-Nord. In primo luogo, le infrastrutture della mobilità: strade, ferrovie, porti, aeroporti e autostrade del mare. Vanno poi stabiliti obiettivi standard: dal servizio idrico all’ambiente, dall’energia alla scuola, dalla giustizia all’università, così da sfruttare a pieno la vocazione del Sud come naturale piattaforma logistica del Mediterraneo.

Undicesimo, determinante, azione è quella che viene chiamata la “democrazia governante”. Il punto di partenza è che “le riforme si fanno insieme”. Il Pd propone una sola Camera legislativa con 470 deputati, eletti in collegi uninominali, col doppio turno, scelti con le primarie e col vincolo di genere. Un Senato delle autonomie, con 100 membri. Governo con 12 ministeri e non più di 60 membri, compresi i sottosegretari. Fiducia dell’unica Camera al solo Presidente del Consiglio, che può chiedere al capo dello Stato la revoca dei Ministri. Va introdotto lo statuto dell’opposizione, equiparato il metodo di calcolo contributivo per i vitalizi dei parlamentari a quello di ogni lavoratore. Viene confermata l’ineleggibilità dei condannati per reati gravi. Vi è inoltre la proposta per dare il diritto di voto ai sedicenni, nelle elezioni Amministrative.

Dodicesimo e ultimo punto, superare il duopolio televisivo ed approdare alla tv nell’era digitale. Di qui al 2012 deve essere applicata l’assegnazione delle frequenze secondo le direttive europee e il rispetto delle sentenze della Corte costituzionale. Va messa subito mano alle nuove regole per il Governo della RAI, con l’introduzione di una Fondazione e un Amministratore unico. Occorre, infine, stabilire un fondo per la qualità dei programmi, destinando il 2% dell’intero fatturato pubblicitario al finanziamento di produzioni di qualità.
in attesa del programma della Pdl........

 
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