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STORIA E PERSONAGGI DEL POLESINE E DI ROVIGO 1


Risalgono all’età del Bronzo (XVIII-X sec. a.c.) i più importanti resti di insediamenti umani ritrovati nella provincia di Rovigo, ma si presume che testimonianze più antiche risalenti al III millennio siano state sepolte dalle numerosissime alluvioni che si sono succedute nei secoli. L’elemento caratteristico di questa epoca era la costruzione di villaggi su palafitte nei pressi di acquitrini o corsi d’acqua come testimoniano i ritrovamenti di Canàr vicino a S. Pietro in Polesine. L’economia del periodo si basava principalmente sull’agricoltura, l’allevamento, la caccia, la raccolta di frutti spontanei, la tessitura, la carpenteria e la produzione di ceramica. La scelta di edificare villaggi in zone di valle fu condizionata dal clima caldo del periodo che non favoriva episodi di inondazioni fluviali. Altri ritrovamenti ci sono stati a Castelnovo Bariano, Sarzano ed Adria. Tra la fine dell’età del Bronzo e l’inizio dell’età del Ferro (XII-IX sec. a.c.) subentrò una fase di cambiamenti sociali ed economici; quasi tutti gli insediamenti furono dislocati nei pressi di un’antico fiume denominatoPo di Adria il cui corso attraversava il Polesine seguendo il percorso dell’attuale Tartaro-Canalbianco. I boschi di querce che si estendevano sul territorio erano popolati da cervi, caprioli, cinghiali, orsi, aquile e svariate altre specie animali; a Fratta Polesine sono stati trovati reperti. di questo genere. Già all’epoca si praticava l’allevamento e si lavorava il vetro, il bronzo e le corna di cervo per produrre oggetti di fine fattura che venivano esportati; vi erano legami commerciali con l’antica Etruria e probabilmente con i micenei. Sono state rinvenute inoltre urne di terracotta per la custodia delle ceneri mortali e corredi funebri. La struttura sociale era probabilmente basata su gruppi parentali. Tra il IX e il VI secolo si assistette ad una decadenza del territorio a causa dell’instabilità idraulica e di fattori umani.