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Un blog creato da ciro_economist il 10/08/2007

BORSA E FINANZA

Aggiornamenti quotidiani sull'andamento della borsa e della finanza in generale.

 
 

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IL MESE NERO DEGLI INDICI MONDIALI

Post n°76 pubblicato il 18 Agosto 2007 da ciro_economist

Una reazione a catena.La crisi dei mercati azionari mondiali, partita dal settore finanziario, siè rapidamente estesa a tutti i comparti che per le loro attività fanno massiccio ricorso al credito. Dallo scorso 19 luglio, massimo storico del Dow Jones oltre i 14mila punti, l'indice delle blue chip Usa ha perso il 7,13%.Hanno fatto peggio Tokyo (-15,69%) e Parigi (-11,57%), mentre a Milano l'S&P/Mib ha contenuto le perdite all' 8,09%.

«Il primo settore a fare le spese della crisi è stato quello bancario – ha commentato con Radiocor Mario Spreafico, direttore investimenti Italia di Citigroup – dato che tutto ruota attorno all'indebitamento e al bisogno di finanziamenti». Ma a cascata le vendite hanno investito materie prime, costruzioni ed energia. In controtendenza titoli che fanno storia a sè, come una sorprendente Alitalia, in crescita del 7% sulle attese per la privatizzazione.

Banche e assicurazioni
«Il settore finanziario – sottolinea Alessandro Fugnoli, capo analista di Abaxbank – è stato colpitoindiscriminatamente dalle vendite a causa dell'incertezza del mercato ».Il sottoindice Dj Stoxx Banche ha perso l'8,12%,il comparto assicurativo ha ceduto il 7,83% e quello dei servizi finanziari il 13,32%.A pesare, spiega Guglielmo Marco Opipari, capo del centro studi Rasbank, «non sono stati tanto i mutui subprime, ma l'effetto che la crisi ha avuto nel far crescere il prezzo di tutte le attività rischiose ».Sono stati quindi penalizzati anche titoli come Unicredit (-6,4%) e Ubi Banca (-2,5%) che secondo Nicola Pegoraro, direttore investimenti di Carige Asset Management, «restano molto interessanti, tanto più oggi che il calo delle quotazioni ne ha ridotto il prezzo».

Energia
L'accresciuta avversione al rischio, che secondo Fugnoli ha portato molti investitori a «smontare le posizioni rialziste sul petrolio e sui titoli petroliferi per fare cassa» ha pesato su tutto il comparto. In quattro settimane il sottoindice Dj Stoxx Oil & Gas ha perso così il 13,5%. Tra i titoli, spiccano il -14,5% di Eni e il -13,4% di Total, prestazioni, nota Fugnoli, alimentate anche dai timori per una rallentamento dell'economia e per «il conseguente calo della domanda di energia». «C'è stata poca differenziazione tra i settori – osserva Davide Boglietti, gestore azionario di Anima sgr – e i petroliferi, che pesano molto sui listini, hanno perso terreno con il resto del mercato».

Immobiliari e costruzioni
«Sono società che fanno massiccio ricorso all'indebitamento e hanno patito la crisi sul mercato del credito», sottolinea Spreafico. Il sottoindice Stoxx ha perso il 13,47%, mentre in Italia, ad esempio, Impregilo è scivolata del 26,21%, Italcementi del 19,8% e Buzzi Unicem del 16,1 per cento.

Auto
A livello europeo, maglia nera del comparto è Fiat (-22,7%) che in seguito a realizzi ha più che doppiato le perdite del settore (-10,61%), in cui spicca al contrario il +21,12% messo a segno da Volkswagen. Negli Stati Uniti, General Motors ha ceduto il 13,71%, mentre a Parigi Renault è scivolata del 17,62%. Ha invece contenuto le perdite a -7,61% Peugeot.

Chi ha resistito
Se la crisi ha colpito tutti e indistintamente, alcuni sono riusciti almeno a limitare i danni. Le tlc hanno perso il 4,61%, gli alimentari il 4,77% e le utilities il 6,14%, tutti settori che si sono presi così la loro rivincita dopo che, nota Pegoraro, «all'inizio dell'anno sembravano non essere di moda». «Se cerco un titolo difensivo – chiosa Gianluca Follador, gestore azionario di Bipiemme Gestioni – guardo a società come Nestlé (+2,8%) che in questo momento si trova in una situazione eccezionale».

Le prospettive
Un mese di rosso sui mercati ha convinto la Federal Reserve che la crisi dei mutui subprime può estendersi all'economia reale. La convinzione che nei prossimi mesi gli istituti centrali si muovano nuovamente a sostegno dei mercati spinge gli esperti a pensare che entro la fine dell'anno gli indici si riporteranno sui livelli toccati a metà luglio. Prima tuttavia, avverte Pegoraro, bisognerà attraversare ancora «due o tre mesi difficili dal punto di vista della liquidità ».

 
 
 

BOCCATA D'OSSIGENO,LUNEDI' IL BANCO DI PROVA

Post n°75 pubblicato il 18 Agosto 2007 da ciro_economist

C'è grande attesa per la riapertura dei mercati di lunedì dopo una delle settimane più agitate per le borse mondiali degli ultimi anni. Si tratta di capire se la boccata d'ossigeno che ha rigenerato le piazze venerdì scorso, ovvero la decisione della Fed di tagliare di mezzo punto il tasso primario, è in grado di produrre effetti benefici duraturi o se si è trattato di un'operazione-tampone di corto respiro.

 
 
 

WALL STREET CHIUDE IN RIALZO

Post n°74 pubblicato il 18 Agosto 2007 da ciro_economist

Giornata positiva per le borse americane.I listini hanno chiuso tutti con il segno più.Il Nasdaq guadagno il 2.22%.Mentre il Dow Jones guadagna l'1.87%.

 
 
 

NON E' STATO UN VENERDI NERO

Post n°73 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Nessun venerdì nero, nonostante fosse proprio il giorno 17. Le Borse di tutta Europa hanno colto al volo l'occasione del taglio del tasso di sconto da parte della Federal Reserve e tutti gli indici delle principali piazze finanziarie sono tornati in positivo, per chiudere l'ultima seduta della settimana nel segno della ripresa. A Milano hanno guidato la crescita banche e assicurazioni. E anche l'euro prende il volo.

 
 
 

LE BORSEE EUROPEE PROVANO A RIPARTIRE

Post n°72 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

La Federal Reserve abbassa il tasso di sconto di 50 punti base, riducendolo dal 6,25% al 5,75%, e subito le Borse europee prendono il volo. Francoforte guadagna oltre il 1.49% a 7.241,62 punti, Londra il 3.50% a 6.067,20 punti, Parigi corre oltre il 1.86% a 5363,63 punti. E anche Milano abbandona il pessimismo, con lo S&P/Mib che guadagna il 2,71% a 38.949 punti, il Mibtel il 2,03% a 30.142, All Stars lo 0,20% a 16.837.Gli altri indici europei hanno chiuso tutti in positivo.

 
 
 

PIAZZA AFFARI SI RIPRENDE

Post n°71 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Con la sua decisione di tagliare il tasso di sconto Usa di mezzo punto percentuale, la Fed ha salvato i mercati europei e Wall Street da un nuovo scivolone: grazie all'intervento della banca centrale americana, i listini hanno infatti recuperato terreno dopo i crolli dei giorni scorsi. In particolare, il Mibtel chiude in rialzo dell'1,49%, in linea con i rimbalzi delle altre piazze europee. La mattinata era cominciata in maniera confusa, fra scadenze tecniche e segnali negativi provenienti dalle borse asiatiche: a un'apertura in calo e' seguito un tentativo di recupero in breve fallito. L'altalena e' proseguita fino al pomeriggio, quando la decisione della Fed e l'avvio positivo a Wall Street hanno consolidato la tendenza. Il bilancio finale e' dovuto soprattutto ai recuperi delle banche, degli assicurativi e degli energetici. Molto elevati i volumi degli scambi, pari a 9,4 miliardi di controvalore.

 
 
 

L'EURO SOPRA QUOTA 1,35

Post n°70 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Rally finale per l'euro che ha superato quota 1,35 dollari sulla scia della decisione della Fed di tagliare il tasso di sconto di mezzo punto al 5,75%. La mossa a sorpresa della banca centrale Usa ha fortemente penalizzato il biglietto verde spingendo la moneta unica fino a un massimo di seduta di 1,3545 dollari. In chiusura l'euro si e' poi riattestata a 1,3524. Secondo gli operatori di mercato la mossa della Fed e' l'ultimo passo prima del taglio dei tassi di riferimento che sono rimasti stabili al 5,25%. Il dollaro, dopo essere volato fino ai minimi di 111,62, si e' rafforzato invece sullo yen chiudendo a quota 113,77. L'euro/yen ha terminato gli scambi a 153,75

 
 
 

LE BORSE EUROPEE IN RECUPERO

Post n°69 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Le borse europee stanno cercando di ritrovare la serenità.Il crollo della seduta di ieri ha inviato un forte segnale d'allarme.Stamane i listini sono partiti in negativo ma pian piano la situazione è migliorata.L'ottima apertura di Wall Street aiuterà sicuramenti i listini europeri che già stanno rispondendo bene.
Alle 16:45 i listini sono tutti in positivo,con Londra che guadagna oltre il 2%. 

 
 
 

IL TAGLIO DELLA FED FAVORISCE I LISTINI

Post n°68 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

L'impressione è che sia stata finalmente la mossa giusta. La Federal Reserve ha tagliato il tasso di sconto dal 6,25% al 5,75% e immediatamente i mercati europei hanno ritrovato il sorriso. E' questo infatti il tasso di riferimento per i prestiti di emergenza effettuati in questi ultimi giorni dalla banca centrale Usa al sistema del credito per cercare di dare fiato al mercato, in forte difficoltà per l'allarme mutui

 
 
 

WALL STREET RISPONDE BENE

Post n°67 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

La borsa americana risponde bene alla immissione di liquidità fatta dalla Fed.L'apertura è positiva il Nasdaq guadagna l'1.19% a 2480,29 punti.Il Dow Jones guadagna l'1.24 a 13.004,94 punti.

 
 
 

LA FED IMMETTE LIQUIDITA'

Post n°66 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Nuova iniezione di liquidita' sui mercati da parte della Federal Reserve, attraverso un pronti termine da sei miliardi di dollari. La Casa Bianca intanto non commenta il provvedimento della Federal Reserve che ha deciso di tagliare il tasso di sconto di 50 punti base al 5,75%, ma ribadisce la piena fiducia verso il ruolo della Banca Centrale Usa. Il portavoce della Casa Bianca, Tony Fratto, spiega che c'e' "piena fiducia nella Federal Reserve e rispettiamo la loro indipendenza".

 
 
 

MUTUI USA,LE BORSE ASIATICHE AL COLLASSO

Post n°65 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Le prime notizie dai mercati mondiali avevano fatto temere il peggio: nonostante il segnale di ripresa giunto ieri sera da Wall Street (chiusura quasi invariata, Dow Jones -0,12%), la nuova giornata si era aperta con l'Asia a fondo (Hong Kong -6%, Singapore -5%). Tokyo aveva aperto a -1,17%, poi era stata investita da un ribasso senza freni che l'ha portata al -5,42%

 
 
 

LE BORSE EUROPEE PROVANO A RIPRENDERSI

Post n°64 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Girano in positivo gli indici delle Borse europee. All'inizio della giornata i mercati avevano scontato la debolezza delle Borse asiatiche, ma sono riusciti in fretta a passare in rialzo, seguendo la scia di Wall Street, che invece alla vigilia era riuscita a tenere. Solo Francoforte è rimasta negativa, e perde lo 0,79%. Milano recupera con lo S&P/Mib a +0,89% a 38.259 punti, il Mibtel a +0,79% a 29.776, All Stars a +0,54% a 16.804. Vanno bene Londra (+0,16%), Parigi (+0,50%), Zurigo (+0,23), Madrid (+0,73%) e Amsterdam (+0,86%). A Milano si segnalano i titoli finanziari, che fanno segnare alcune delle migliori performance dopo essere stati colpiti nelle ultime settimane dalle vendite scattate sulla scia della crisi dei mutui subprime Usa. Le recenti perdite, spiegano gli operatori, rendono le quotazioni economiche e appetibili a chi cerca opportunità di investimento nel lungo termine. Tra i bancari, Capitalia (+2,19%) e Unicredit (+2,13%) guidano i rialzi sull'S&P/Mib. Bene anche Ubi Banca (+0,69%), Banco Popolare (+0,76%), Mps (+0,49%) e Intesa SanPaolo (+0,48%). Poco mossa Bpm (+0,06%). In rialzo anche i titoli assicurativi, guidati da Unipol (+1,01%), Fondiaria-Sai (+0,97%), Generali (+0,93%), Alleanza (+0,82%) e Mediolanum (+0,5%). Dopo un avvio ancora pesante limita i danni Tenaris (-0,55%). Giù il Gruppo Editoriale L'Espresso (-1,37%) e Parmalat (-1,23%). Tra i titoli minoti, bene Txt e-solutions (+2,65%), Cementir (+2,31%) e Mondo Tv (+2,15%), mentre scivolano Poltrona Frau (-3,3%), Juventus (-2,55%) e DMail (-2,22%). In Europa, recuperano Bnp Paribas (+1,63%), Dexia (+1,46%), Axa (+0,79%) e Credit Agricole (+0,49%) a Parigi, dove sono premiate anche le Unibail-Rodamco (+3,41%). Male Alstom (-1,93%) e Vallourec (-1,64%). A Francoforte ordini di acquisto su Conergy (+5,52%), Nordex (+4,19%) e Prosiebensat (+4,02%), a picco Ersol (-11,7%) e Gpc Biotech (-10,88%). A Londra, infine, denaro su 3i Group (+4,65%) Northern Rock (+1,97%) e Lonmin (+1,58%). Perde terreno Resolution (-2,16%).

 
 
 

BORSE EUROPEE IN LEGGERO CALO

Post n°63 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Amsterdam - Aex 485,10-0,40
Bruxelles - Bel 20 3.997,64+0,22
Francoforte - Dax 30 7.250,09-0,27
DJ Euro Stoxx 50 4.068,59+0,15
Londra - Ftse 100 5.844,30-0,25
Ftse Eurofirst 100 4.554,69-0,35
Madrid - Ibex 35 13.957,50-0,16
Parigi - Cac 40 5.258,45-0,13
Zurigo - Smi                   8.377,26 -0.53

 
 
 

PIAZZA AFFARI,PER ORA BEEN SOLO MIB

Post n°62 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Questa la situazione di Piazza Affari alle ore 11:56

MIBTEL29.530-0,04
S&P/MIB38.043+0,32
MIDEX38.572-0,52
All STARS16.627-1,05

 
 
 

CARLOS SLIM L'UOMO PIU' RICCO AL MONDO

Post n°61 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Controlla il colosso della telefonia cellulare latinoamericana, America Movil, e adesso, proprio grazie all'aumento record delle quotazioni di quell'azienda il suo patrimonio è cresciuto tanto da farlo diventare l'uomo più ricco del mondo. Si tratta del messicano Carlos Slim, che ha superato prima Warren Buffett e ora anche Bill Gates, con i suoi 67,8 miliardi di dollari secondo la rivista finanziaria messicana "Sentido Comun".A fornire l'aggiornamento sui ricconi non e' questa volta il magazine americano, ma il sito web della rivista finanziaria messicana 'Sentido Comun' sulla base dell'incremento delle quotazioni dei titoli delle holding del magnate messicano e della Microsoft.
America Movil, il primo operatore di telefonia mobile dell'America Latina con oltre 120 milioni di abbonati e la parte piu' corposa dell'impero di Slim, che include partecipazioni in 222 societa' diverse, ha vissuto in Borsa un momento di euforia, con un balzo del 27% nel periodo tra marzo e giugno. Secondo il fondatore della rivista, Edoardo Garcia, l'andamento positivo di Borsa ha reso il magnate piu' ricco rispetto a Gates di quasi 8,6 miliardi di dollari: 67,8 miliardi contro 59,2 miliardi.
Pochi mesi or sono, ad aprile, la rivista Forbes aveva messo Slim al secondo posto, annunciando che aveva superato Warren Buffett, l'Oracolo di Omaha, assestandosi a pochi miliardi da Gates. In questi ultimi due anni l'ascesa del tycoon messicano e' stato veramente da paura: la sua fortuna si e' moltiplicata per due e Slim con i suoi quasi 68 miliardi pesa circa l'8% del prodotto interno lordo (Pil) del Messico.
L'industriale messicano ha iniziato ad arricchirsi negli anni ottanta, risanando imprese in difficolta' acquistate a bassissimo prezzo. Il boom vero e proprio c'e' stato negli anni successivi, quando Slim ha acquistato la compagnia telefonica pubblica Telmex. Ora l'industriale messicano e' leader della telefonia cellulare non solo in Messico (dove Telcel controlla il 70% del mercato), ma anche in tutta l'America Latina con la filiale di Telcel, America Movil.Nell'impero Slim Carlos ha coinvolto i tre figli - Carlos jr, Marco Antonio e Patricio - che garantiscono la gestione 'day by day' del gruppo.
In Messico, Slim e' ammirato per come e' riuscito a sviluppare l'impero, ma viene anche criticato per la sua eccessiva ricchezza. I messicani sono oltre 100 milioni, la meta' dei quali vivono in condizioni di poverta'.

 
 
 

I FRATELLI ROCCA RE DELLA BORSA

Post n°60 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist
Foto di ciro_economist

Sono i fratelli Rocca della multinazionale Tenaris i Paperoni di Borsa del 2007. Per Gianfelice e Paolo Rocca, eredi della dinastia italo-argentina che controlla il gruppo, una capitalizzazione di 12,4 miliardi di euro li porta al vertice dell'elenco in questo 2007, anno in cui la classifica dei 400 personaggi più ricchi della Borsa italiana pubblicata da "Milano Finanza" arriva alla sua sedicesima edizione. Alle spalle di Gianfelice e Paolo Rocca compare il finanziere Roman Zaleski, seguito a sua volta dai fratelli Benetton che si piazzano al terzo posto mentre Silvio Berlusconi, per anni primo in classifica, si piazza soltanto al quinto posto. La ricchezza borsistica dei Rocca è cresciuta del 10% rispetto a un anno fa, confermando la leadership dei fratelli in classifica mentre è particolarmente forte il balzo di Romain Zaleski, il finanziere che recentemente ha aumentato la sua quota in Banca Intesa Sanpaolo: con una capitalizzazione personale di 10,37 miliardi, il 128% in più di un anno prima, grazie a una forte campagna acquisti in massima parte finanziata dalle banche, Zaleski conquista il secondo gradino sul podio. "Oltre alla quota nel colosso bancario" ricorda Milano Finanza "Zaleski ha partecipazioni in Generali, Arcelor Mittal, Asm Brescia, Edison, Mittel, Ubi banca, Telecom Italia, Edf e Banca Montepaschi".Il terzo posto in classifica va ai fratelli Benetton, con 9,3 miliardi (+12%), grazie al loro nutrito portafoglio di partecipazioni, che comprende (oltre la Benetton, da cui sono partiti) Atlantia-Autostrade, Autogrill, Telecom italia, Pirelli & c., Rcs, Caltagirone Editore, Aeroporti di Firenze e l'ultima arrivata Gemina. A pochissima distanza dai Benetton c'è il quarto Paperone di Borsa: si tratta di Leonardo Del Vecchio, con 9,2 miliardi di capitalizzazione personale, frutto delle partecipazioni in Luxottica e in Fonciere des Regions, la holding francese in cui è confluita la sua quota in Beni Stabili. Del Vecchio ha visto crescere la sua ricchezza borsistica del 29% circa rispetto a 12 mesi fa.
Al quinto posto, in una classifica che per anni lo ha visto al primo posto, ci sono Silvio Berlusconi e figli, riuniti nella Fininvest, che vanta una ricchezza borsistica di 5,72 miliardi grazie alle quote in Mediaset, Mediolanum, Mondadori, Capitalia e Aedes. La capitalizzazione del leader della Casa delle Libertà è in discesa dell'8,5% rispetto a un anno fa. Al sesto posto, una new entry: Stefano Pessina, il finanziere milanese che ha scalato di recente il colosso inglese Alliance Boots con una maxiacquisizione in cordata con private equity e banche. Grazie a questa operazione Pessina vanta una capitalizzazione personale di 5,3 miliardi (ora figurativa, perchè Pessina dopo l'Opa ha per ora tolto la società dal listino inglese). Al settimo posto, con 3,8 miliardi, c'è la famiglia Boroli-Drago, padrona della De Agostini e presente in Borsa con Lottomatica, DeA capital, Antena3 (Spagna) e una quota rilevante in Generali. In tutto per un controvalore in calo del 34% rispetto a 12 mesi fa, ma solo per l'avvenuta cessione della Toro alle Generali. Completano il rank dei primi dieci Paperoni Francesco Gaetano Caltagirone (2,8 miliardi, +5%), i fratelli Moratti (2,6 miliardi, -13%) che precedono di poco i vari rami della famiglia Agnelli-Nasi racchiusi nell'accomandita di famiglia, che si dividono una ricchezza borsistica di 2,58 miliardi (+68% grazie all'apprezzamento di Ifi-Fiat).

 
 
 

L'ECONOMIA TREMA

Post n°59 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Insomma, quella che qualche settimana fa sembrava una crisi isolata ai mutui subprime, ora sembra essere diventata una malattia in grado di paralizzare l'intero sistema economico. Il principale gestore di mutui immobiliari del paese, Countrywide Financial, è stato costretto a utilizzare una linea di credito da 11,5 miliardi di dollari per finanziare le sue attività ma la paralisi è avvertita ora anche dall'importantissimo mercato dei commercial paper, che vale 2.200 miliardi di dollari. Sino ad ora, questi strumenti sono stati uno dei punti di forza della Corporate America perchè le hanno permesso di raccogliere finanziamenti a breve a condizioni spesso migliori rispetto a quelle imposte dalle banche. Ma ora la situazione sta cambiando rapidamente. "Le turbolenze nel settore dei mutui subprime si stanno spargendo rapidamente al mercato dei commercial paper" si legge sulla nota spedita ai clienti da David Rosenberg, analista di Merrill Lynch. "Al momento questa crisi sembra molto peggiore rispetto a quanto avviene di solito alla fine di ogni ciclo creditizio". Ma le cattive notizie non sono solo legate al mondo finanziario. Nei giorni scorsi Wal-Mart ha riportato una trimestrale deludente dichiarando di aver ravvisato grosse difficoltà finanziarie tra i suoi clienti. Tanto che sebbene le sue vendite siano cresciute a livelli record, i margini di profitto si sono ristretti ulteriormente a indicazione del fatto che i consumatori sono sempre di più attenti ai prezzi. La crisi del mercato immobiliare, confermata dal crollo dei nuovi cantieri ai livelli più bassi in dieci anni (-6,1%), significa del resto che il reddito disponibile da poter investire in spese non strettamente necessarie è sempre più esiguo. E questo rischia di penalizzare i titoli delle aziende che non producono articoli di prima necessità, come quelle del lusso ma anche i produttori di auto e articoli di alta elettronica. In questo clima di sempre maggiore pessimismo, i mercati guardano con sempre maggiore attenzione alla Federal Reserve tanto che i trader sui fed funds ora vedono un 100% di possibilità di riduzione del costo del denaro al 5% in ottobre (se non prima) e un ulteriore taglio al 4,75% entro la fine dell'anno. Ma la banca centrale, tramite il presidente della Federal Reserve di S. Louis, per il momento fa sapere di non essere disposta a intervenire: non fino a che non vi saranno prove conclusive che l'inflazione è sotto controllo. Nei giorni scorsi del resto da questo fronte sono giunti segnali positivi: in luglio infatti i prezzi alla produzione sono saliti dello 0,1% per quanto riguarda la componente "core", mentre i prezzi al consumo - sempre componente "core" - sono saliti dello 0,2%. La sensazione degli analisti è che il pericolo inflazione sia ormai alle spalle, e che proprio per questo motivo a ottobre la Fed si sentirà a suo agio nel prendere in considerazione una riduzione del costo del denaro. L'economia del resto è in forte frenata: la stessa Fed ha abbbassato al 2,25-2,50 le stime di crescita del Pil per l'intero 2007 e la situazione non appare molto migliore per il 2008, anno per il quale è anticipata un'espansione della congiuntura tra il 2,50 e il 2,75 per cento. Intanto la Fed di Filadelfia ha reso noto che in luglio l'attività economica si è bloccata nel suo distretto economico: l'indice delle attività manifatturiere è infatti sceso a 0 punti dai 9,2 di luglio. Un dato ben peggiore delle attese degli analisti che erano per un calo contenuto a 8,4 punti.

 
 
 

WALL STREET CHIUDE IN LEGGERO CALO

Post n°58 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

Wall Street ha chiuso in leggero calo registrando un consistente recupero in chiusura di contrattazioni dopo che anche la borsa di New York aveva registrato forti perdite sull'ondata di crolli che aveva colpito gli altri mercati. A guidare il recupero l'intervento delle due istituzioni federali del mercato dei muti 'Fannie Mae' e 'Freddie' Mac'. Il Dow Jones ha peso lo 0,12% chiudendo a 12.845,78 punti. Il Nasdaq e' arretrato dello 0,32 per cento per finire a quota 2.451,07 punti. In terreno positivo ha invece chiuso lo Standard & Poor's 500 che ha guadagnato in controtendenza lo 0,32 per cento chiudendo a 1.411,27 punti.

 
 
 

MUTUI USA,CHE DISASTRO!

Post n°57 pubblicato il 17 Agosto 2007 da ciro_economist

I timori per i mutui Usa ad alto rischio fanno bruciare alle Borse europee 304,38 miliardi di euro di capitalizzazione, 26 dei quali nella sola Milano. E tutti i mercati finanziari chiudono in forte ribasso: a Piazza Affari lo S&P/Mib perde il 3,38% a 37.921 punti, il Mibtel il 3,45% a 29.542, All Stars il 3,28% a 16.804. Londra chiude a -4,10%, Parigi a -3,26%, Francoforte a -2,36%, Amsterdam a -3,75%, Zurigo a -2,76%. Un vero bagno di sangue dovuto ancora una volta alla paura per le conseguenze che avrà sui mercati il caso dei mutui subrime degli Stati Uniti. Le vendite non risparmiano nessuna città europea, e a Milano tutte le blue chip segnano forti cali, particolarmente accentuati per Tenaris (-8,35%), Saipem (-7,26%), Autogrill (-6,52%) e Fiat (-5,25%). Piazza Affari continua dunque a pagare come tutte le altre Borse del mondo la crisi dei mutui immobiliari americani, con il Mibtel che ha rotto al ribasso l'importante soglia di resistenza di 38mila punti. Molto penalizzato il settore bancario: Capitalia a -4,26%, Monte dei Paschi a -1,71%, Intesa Sanpaolo a -2,93%, Banco Popolare a -3,32%, Unicredit a -3,45% e Mediobanca a -2,54%. Da segnalare che sta per scadere il termine del diritto di recesso per gli azionisti che non hanno aderito alla fusione con Unicredit. I dati verranno resi noti tuttavia solo in un secondo momento, prima comunque del cda di Unicredito in calendario il 18 settembre. In forte difficolta' anche il settore energetico che ha pagato la netta flessione del prezzo del greggio: Eni ha perso il 3,60%, Enel l'1,31%, Erg il 6,51%, Saipem il 7,26% e Tenaris l'8,35%. Ancora male i cementieri con Italcementi in ribasso del 5,14% e Buzzi Unicem che ha lasciato sul terreno il 4,04%. Il trend ribassista non ha risparmiato nemmeno i titoli del lusso: Bulgari ha perso il 4,04%, Luxottica il 4,81%, Mariella Burani il 2,45%, Tod's il 5,76% e Safilo il 3,78%.

 
 
 
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Chiusura 17/08/07

INDICI:
Mibtel +1.49
S&P/Mib +2.09
Nasdaq +2.20
Dow Jones +1.82 
Parigi +1.86
Londra +3.50
Francoforte +1.49 

Valute:
Euro-Dollaro 1.3474
Euro-Sterlina 0.6799

 

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