LOGOS

SAPERE, POTERE E VOLERE


R. COUSINET, definiva le capacità e le attitudini di una persona, come una condizione di SAPERE, POTERE, VOLERE.Questo processo è sempre presente nelle fasi di apprendimento informale e quasi mai nei contesti formali.SAPERE, POTERE e VOLERE, non sono delle fasi distinte tra loro e sequenziali, ma sono condizioni compresenti determinati nell’apprendimento personale.Sappiamo che l’apprendimento informale, causa il contesto libero da vincoli in cui si manifesta, ben predisponga la persona a ricevere informazioni (sapere = Sapio “latino” = Gusto della Conoscenza) che ritiene utili per se, sviluppando nella stessa, la consapevolezza di poter fare (potere): “Se conosco, allora sono in grado di fare”.  La persona, attraverso l’apprendimento informale, è in grado di trasferire efficacemente quanto appreso nell’esperienza quotidiana, cosa invece che stenta ad emergere nei processi di insegnamento/apprendimento formali.Infatti, sentiamo spesso, nelle aule scolastiche, le seguenti frasi espresse da molti ragazzi: ma a cosa mi serve studiare tutte queste materie, la matematica, la storia, ecc. ….. ma a che mi serviranno nella vita?   Nella vita servono i soldi! Abbiamo una classe politica, nella quale ci sono molti individui che guadagnano fior di miglia di euro al mese, ma sono ignoranti come capre! Io devo imparare a fare un lavoro. Questo mi garantisce un contributo economico.  Ci sono tante persone che hanno studiato molto, lauree e master vari, ma, nonostante tutto, si ritrovano a fare lavori dove è sufficiente il solo titolo di scuola media inferiore….allora a che serve studiare? ….. ecc. …….. Tutto questo, naturalmente, crea i presupposti per un rifiuto a priori, da parte della maggioranza di persone, a ben predisporsi ad un eventuale apprendimento strutturato (formale) di conoscenze e competenze. Nelle semplici ma reiterate frasi portate ad esempio e pronunciate da tanti giovani, ma anche da tanti adulti che tornano obbligatoriamente a fare formazione professionale per motivi di lavoro, si legge come sia importante strutturare attività didattiche che tengano in considerazione il contesto informale, integrandolo a quello formale, per favorire lo sviluppo di conoscenze e competenze adeguatamente e concretamente spendibili nella quotidianità.In conclusione, diciamo che l’apprendimento procura POTERE. La persona ha la possibilità di porsi come centro di rapporti significativi con se stesso e il mondo esterno (cose, persone, vicende umane). Ne consegue la condizione di VOLERE, che si concretizza quando l’apprendimento diviene capacità di decisione ed espressione di VOLONTA’. Chi apprende VUOLE, DECIDE, SCEGLIE, ACCETTA o RIFIUTA MODELLI COMPORTAMENTALI, sempre in ragione di una convenienza personale e come azione spendibile nelle proprie esperienze di vita quotidiana.Cr. Massimo Catalucciwww.massimocatalucci.it