LOGOS

Post N° 11


L'opportunità e la libertà di scegliere.Sensibilizzare la propria attenzione verso l'ascolto attivo di quelli che sono i nostri bisogni fisiologici ed emotivi, ci offre l’opportunità di vedere il mondo da angolazioni diverse, potendo optare per soluzioni diverse. Sappiamo che avere un ventaglio di scelte ampio rispetto ad uno più ristretto, o addirittura unico, è sinonimo di  libertà.  Ma la cosa contrastante che emerge in questo nuovo millennio è quella per cui si parla molto di libertà ma non ci si rende conto che poi si diventa attori di una società tecnologicamente avanzata, ma nella quale però, sentiamo spesso (troppo) notizie agghiaccianti: omicidi giornalieri tra conoscenti e parenti (es.  genitori, figli, fidanzati, amicizie); alta percentuale di ragazzi adolescenti che fanno uso di droghe illegali ed altri che per causa di stati depressivi, bulimia, anoressia, attacchi di panico (solo per citarne alcuni), sono sottoposti alla somministrazione di droghe legali (farmaci); coppie (moglie e marito, fidanzati,) che scoppiano. L'elenco  di quello che succede nella nostra apparente società evoluta è purtroppo drammaticamente troppo lungo.Ma abbiamo bisogno di tutto questo? Siamo nella cosiddetta era del "benessere", allora perchè esiste tutto ciò? Forse perchè la libertà che civiene spesso propinata e decantata anche attraverso i media, non esiste. O meglio è la falsità di una libertà che ci chiude gli occhi davanti a ciò che è veramente utile per noi. In questa era di grandi conquiste scentifiche chi potrebbe dire che la droga è un prodotto sano e necessario all’uomo per la sua sopravvivenza? Chi potrebbe affermare che il modo di alimentarsi iperproteico o ipoproteico sia una sana abitudine per il corpo umano? Chi affermerebbe con certezza che abbiamo finalmente imparato a comunicare, termine inteso come essenza del dialogo costruttivo? Eppure la nostra società è piena di persone che fanno uso di droghe, che si alimentano disordinatamente, che cambiano spesso partner solo per allontanarsi dalla sofferenza, verso un’apparente piacere. Quello che viviamo purtroppo è l’allucinazione di un desiderio che vorremo raggiungere ma che in mancanza di reali scelte diverse da adottare, ci spinge troppo spesso a ripiegare su situazioni e contesti che interpretiamo come piaceri (di breve durata). Per utilizzare una metafora oserei dire che è come se decidessimo di riparare una  parete che si sta pian piano sgretolando. Ai nostri occhi potrebbero apparire solo delle crepe nel muro alle quali non sappiamo dare il loro vero significato. Per noi sono solo delle crepature. Non conoscendo come quelle crepe potrebbero essersi sviluppate, probabilmente provvederemo a stuccarle semplicemente scegliendo magari una bellissima vernice o carta da parati, come finitura del lavoro. Al termine davanti ai nostri occhi avremo molto probabilmente un lavoro eccezionale. Ma quanto durerà? Se il problema è nella struttura della parete quando ci appoggeremo ad essa, questa molto probabilmente ci cadrà contro, proprio  per la sua instabilità. Occorre quindi lavorare nella struttura per avere la certeza di una duarata nel tempo, avendo innazitutto la volontà di agire e la possibilità di scegliere materiali di qualità. Ma vista la situazione attuale rapportata alla nostra società, molto probabilmente ci accingeremo a ristuccare la parete e a riverniciarla! Proprio come facciamo quando sappiamo ad esempio che una passeggiata è più salutare di una sigaretta, ma ahimè! Non si spiega come mai scegliamo sempre la sigaretta anziché una buona passeggiata ed una boccata di ossigeno. Eppure sappiamo che il fumo fa venire il cancro. Il fatto è che è molto più semplice e rapido prendere una, due, tre, quattro ……. sigarette, piuttosto che mettersi una tuta, delle scarpette da ginnastica, fare jogging, farsi la doccia, mettere i panni usati in lavatrice e poi stenderli ad asciugare. Questo comporterebbe un impegno maggiore rispetto a quello di fumare. E poi la nostra emotività non ci offre alternative, quella e solo quella strada. Certo, poi ci rifugiamo dietro la classica frase: "ma a me piace fumare"; alla quale rispondo sempre: "molto di più che respirare ossigeno?".Ecco allora che lo pseudo piacere a cui ho fatto riferimento poche righe più sopra con l’esempio della parete crepata, diventa un’abitudine che riconosciamo come piacere ma emotivamente, probabilmente, non ci rendiamo conto, o forse si,  che rappresenta una sofferenza. Ma è possibile con la volontà iniziale, intaprendere un nuovo cammino per fare un cambiamento di rotta. L'attività di counseling che svolgo si prefigge proprio l'obiettivo di creare nell'uomo un ventaglio di scelta più ampio, offrendo allo stesso l'opportunità di intravedere e sperimentare nuove strade, evitandogli la percorrenza di un unico percorso scontato. Questo è ovvio: più scelte si hanno meglio si va. Bisogna  trovare nuove alternative a quei comportamenti che abbiamo adottato, che sono considerati da noi inadeguati e che in qualche modo però, anche provvisoriamente, ci rappresentiamo come piaceri.  Occorre creare nel nostro sistema psicodinamico le possibili alternative,  quali sostitute del vecchio comportamento, caricandole di una forte energia emotiva.Immaginate cosa accadrebbe allora se invece di allontanarci dalla sofferenza cominciassimo ad indirizzarci diritti verso l’appagamento emotivo ordinario dei nostri bisogni? RingraziandoVi sempre per i Vs. costruttivi commenti, Auguro Buone Vacanze a Tutti!Un cordiale saluto ed abbraccio. Massimo Catalucci