Serendipity

Stanchezza. Del prevedibile.


“Aspettati sempre la cosa più prevedibile, la più scontata e banale: l’inglese abbottonato e il francese con la baguette sotto il braccio, questo è il copione della realtà” (Alicia Giménez-Bartlett, Riti di morte) 
Ero a scuola. Pensavo ai fatti miei: Lorenzo con la varicella, gli scrutini incombenti, l’influenza che non mi fa respirare …E s’è avvicinata una collega per chiedermi il curriculum del mio ex.- Ne ho bisogno, so che presenta un libro, vogliamo fare una prolusione e introdurre anche lui.Mi fa piacere. Ma perché dovrei sapere io che cosa ha fatto nel frattempo? Da quando ha chiuso la porta di casa e se ne è andato a oggi?Perché la moglie resta moglie anche se, di fatto, non lo è più?E nel gossip è sempre la signora *****, cioè una propaggine altrui?Poi si mettono a blaterare, la mia collega e la vice-preside. Abbassano la voce, ma non tanto che io non le possa sentire. Prendono accordi per vedersi: una gita fuori porta per il 2 Giugno. Belle le amiche che ti chiedono ogni sorta di aiuto quando si tratta di produrre scartoffie e poi, nel momento della vacanza, si trasformano in carbonari che cercano il patto d’azione estromettendoti.Come se tu fossi scema e non capissi le manovre e l’appartarsi questuante.Direte che sono invidiosa, acida, gelosa.Può darsi.O forse trovo solo tutto tristemente prevedibile. Scontato.Mai un coupe de theatre che mi sorprenda, un gesto disinteressato, inutile, generoso. Umano.