Serendipity

Flay away


Sono partita anche io a quindici anni. (Perciò che vuoi?)A un certo punto casa ti sta stretta.E pensi che il mondo sia in un’altra terra, in un altro spazio, in un altro tempo.Io andai in quel di Canterbury quella volta.Ricordo le villette a schiera, la Cattedrale e degli orribili panini con il cetriolo che mi preparava l’host family e che neppure i piccioni gradivano.Fish and chips.Ma anche la gita a Londra e il cambio della guardia.Le cabine telefoniche e il k-way perché pioveva un minuto sì e l’altro pure.Lui, mio figlio grande, invece va nella città natale di Shakespeare, Stratford upon Avon.Adesso è al check in.Ha spento il cell. Meglio così.Solo che mi viene da piangere.Un po’ perché vola via.Un po’ perché è il suo tempo. E il mio è stato.E’ giusto.Me lo ripeto.Me lo ripeto.Speriamo di convincermi però.