Un popolo distrutto

L'URLO DI NAPOLI


Mentre scrivo, Napoli sogna il riscatto e il rinascimento del terzo millennio su due fronti. Da un lato quello sportivo, dall’altro quello sociale. Sono due aspetti che, sulla carta, potrebbero sembrare distanti, ma nello stesso tempo convergono in una sola direzione e coinvolgono in entrambi i casi l’intera cittadinanza con tutte le sue categorie. Si respira altra aria e si deve respirare altra aria. Napoli ha bisogno di mostrare al mondo ogni motore ed ogni ingranaggio di potenzialità e sviluppo, creatività costruttiva e intelligenza finalizzata ad un serio obiettivo, a trasmettere una faccia nuova.“Spaghetti e camorra”, “pizza e mandolino”, “scippi e sfoglatelle” sono ormai frasi fatte che hanno solo contribuito, per la volontà di molti, ad incrementare il pregiudizio e nello stesso tempo la rabbia dei napoletani ai quali non viene data l’occasione di dimostrare il contrario. Ma l’esatto contrario esiste! Esiste una classe imprenditoriale produttiva, esiste una generazione che è stata costretta ad emigrare al nord o all’estero, ma è disposta a tornare, esiste una generazione che vive all’ombra del vesuvio e resiste a denti stretti, esistono le tradizioni, l’arte e la cultura che reggono bene il confronto con le capitali europee. Esiste purtroppo anche il malcostume e le collusioni che sarà difficile sradicare da un territorio tenuto troppo sotto controllo. Ma una mentalità diversa, una vera conversione ad un sistema di sviluppo che da un lato guarda al Mediterraneo e dall’altro all’Europa, possono contribuire a ridurre e sconfiggere anche il male. 
Qualcosa si sta muovendo e sta partendo dal calcio. Il modello ormai antico di un pallone che deve entrare  in porta, non potrà, di certo, permettere il rinascimento di una città intera, ma la sua parte la sta facendo, perché il calcio unisce, può lanciare segnali importanti, può aiutare in quella conversione di mentalità che non è ancora arrivata, può farti reagire ed urlare in positivo. L'urlo di Napoli è il boato dello stadio San Paolo, la voce del riscatto di una città intera, lo sfogo di una rabbia che parte da lontano ed arriva fino ai giorni nostri. E’ l’urlo di comunità diverse che rendono unita la Campania e fanno sentire unito anche il Sud. Non è solo l'urlo del tifoso che mangia pane e pallone e che vive in passione una settimana intera aspettando la domenica. E' l'urlo della società civile, degli intellettuali e dei professionisti, dei creativi e del popolo, che amano Napoli più di tutto, ma che si sentono come zattere in mezzo al mare, senza un capitano, senza una guida. Si sentono impotenti, spauriti, soli e la loro ancora di salvezza, al momento, si chiama  calcio. Questo fenomeno sportivo, così aggregante, con il suo entusiasmo e la sua spettacolarità è 
come una grande nave con un capitano, in ottima salute, che si chiama Aurelio De Laurentiis. Al momento c'è lui che regala dignità ed orgoglio alla città e nello stesso tempo all'intero Mezzogiorno. E' lui che ha fatto di nuovo sorridere  i tifosi e sventolare grandi e piccole bandiere. E' lui che ci sta facendo sognare ad occhi aperti e che sta rimettendo in moto un'economia ed un mercato che sembravano morti. Lui, imprenditore lungimirante e nello stesso tempo sognatore, sta giocando la sua partita. La stessa partita ed occasione che si stanno giocando gli innumerevoli candidati alla poltrona di sindaco, pronti ad amministrare   e governare la città con le ricette più disparate. Attenzione!!! Potrebbe essere una grande occasione, ma  anche un’altra occasione persa. L'urlo di Napoli è sempre più forte. Tutto il resto tocca al buon senso e all'impegno vero, di cittadini, della politica, delle istituzioni, di chi davvero vuole voltare pagina.da http://www.lellolapietra.it