Un popolo distrutto

La legge è più uguale al Nord che al Sud


di LINO PATRUNOPoi dice che il Sud sta sempre a lamentarsi. Per esempio l’Alenia in Campania. Il nuovo piano industriale di Finmeccanica (ma guarda) prevede lo spostamento della sede legale della società aeronautica da Pomigliano a Venegono in provincia di Varese. Motivo dichiarato: l’incorporazione di Alenia Aermacchi in Alenia Aeronautica, con la creazione di una nuova società. In genere la sede legale rimane a chi incorpora non a chi viene incorporato. Ma questa volta no. Sospetto: non sarà che la società incorporata è a Varese, città non solo nordista ma discretamente cara al capo della Lega, Bossi? E’ quello che voleva spostare anche tre ministeri a Monza, anzi a modo suo l’ha fatto con tanto di fanfare benché non ci siano neanche tavoli e sedie. Ed è quello che, mentre l’Italia rischia il fallimento, invece di stringersi “a coorte” per difenderla, parla di referendum per fare la Padania, illudendosi di contare più di una Slovenia o una Croazia, con tutto il rispetto. E tuttavia il problema non è solo avere una sede, dove magari si può dare un posto di impiegato o usciere a chi già ce l’ha, togliendolo a chi non ce l’ha come il Sud. Il problema è che dove una azienda ha la sede legale, lì paga le tasse. E quel territorio arricchisce benché produca altrove. Tranne poi dire, come il medesimo Bossi fa di continuo, che i soldi devono restare dove sono prodotti. La legge non è uguale per tutti, ma è più uguale per il Nord. E’ una aberrazione di marca feudale, come il signorotto che razzolava galline, frumento e soldi fra i contadini, consumandoli poi nel suo possedimento. Per fare un esempio, i soldi delle tasse dei lombardi dovrebbero essere spesi solo in Lombardia, e non redistribuiti dallo Stato in base a una solidarietà nazionale comune a qualsiasi democrazia e civiltà moderna. Senza tener conto che quei soldi i lombardi (o chi per loro, per carità) li fanno anche grazie a beni pubblici (diciamo infrastrutture) pagati dallo Stato, cioè anche dai meridionali. E senza tener vieppiù conto che, nonostante tutte le chiacchiere leghiste, la spesa pubblica dello Stato è ancòra maggiore al Nord che al Sud. Ma non c’è solo Alenia a dimostrare che il Sud deve essere condannato a restare Sud. Vedi la Puglia, col porto di Taranto. Mille discorsi della domenica: il Mezzogiorno sarà la piattaforma logistica in Mediterraneo. In altre parole, una felice posizione in grado di farlo diventare il punto di approdo e di ripartenza delle merci che arrivano via mare dall’Asia. Ma mai qualche grande opera per attrezzare quei porti, per dirne una, di fondali più profondi. Mai qualche grande opera per creare il retroporto: se un container arriva a Taranto ma poi vi rimane bloccato perché non c’è collegamento ferroviario veloce per l’Europa del Nord , si perde tutto il vantaggio. Ora Evergreen, la potente multinazionale di Taiwan, ha trasferito quattro sue linee da Taranto al Pireo, denunciando inefficienze e di fatto svuotando Taranto non solo di lavoro ma anche di prospettive. Un’altra multinazionale del trasporto marittimo, la Maersk, ha abbandonato Gioia Tauro denunciando un assenteismo del 40 per cento. Se così è, la magistratura faccia il suo lavoro senza sconti per meridionali che danneggiano non solo se stessi. Ma mentre nel Mediterraneo sta per raddoppiare il traffico, non uno straccio di investimento serio, non una miseria di facilitazione fiscale per non perdere il ricco flusso. L’opposto del Nordafrica, ma anche di Spagna e Francia, i quali offrono incentivi e attrezzano porti che fra poco metteranno fuorigioco i nostri. Ma tanto, chi se ne importa, sono Sud. Basterà ripetere i discorsi della domenica sulla piattaforma logistica. E accusare un giorno sì un giorno no i meridionali di non rimboccarsi le maniche. Anzi accusarli di essere solo spreco, criminalità e munnezza. A proposito della quale, non può che suscitare rabbia la sentenza che, dopo tredici anni, ha assolto tutti i 95 imputati del colossale traffico di rifiuti tossici, un milione di tonnellate, seppelliti nel Casertano e nel Napoletano in terreni di frutta, verdura e allevamento. Prescrizioni, errori di procedura, ritardi nonostante le confessioni. Vicenda raccontata nel libro “Gomorra” di Saviano e nel relativo film. E rifiuti provenienti tutti dal Nord, quaranta camion di veleni ogni settimana. Quello stesso Nord che ha rifiutato sdegnato di prendersi (a pagamento) i rifiuti non tossici napoletani rimasti in strada anche perché le discariche erano ricolme dei suoi rifiuti tossici. Se questo significa Sud che piange sempre, allora è meglio gridare. Ultime notizie: sulla Lecce-Roma, da ottobre stop ai treni a basso costo con aumento del biglietto fino al 70 per cento. Le Ferrovie vogliono soldi dallo Stato per conservarli. E poi si continua a dire che i soldi dello Stato li vogliono sempre i soliti insopportabili meridionali.