Un popolo distrutto

Allarme tumori nel Parco del Vesuvio Dati choc: «Malati in 2 famiglie su 3»


 Due famiglie su tre nella parte alta di Ercolano hanno, o hanno avuto, congiunti colpiti da gravi patologie: in prevalenza, leucemia e tumori dell’apparato respiratorio. È il dato sconcertante dell’indagine realizzata dal Gruppo Salute Ambiente Vesuvio, coordinata dal professore Gerardo Ciannella, direttore dell’Unità di Medicina Preventiva dell’ospedale Monaldi    e docente di Tisiologia e Medicina del Lavoro.Negli anni ’80 e ’90, le cave della zona di SanVito sono state utilizzate – più o meno legalmente – come discarica. Oltre ai compattatori della Nettezza Urbana, in molti all’epoca denunciarono la presenza di camion con targhe provenienti anche dal Nord Italia, che sversavano rifiuti speciali. A fine 2013, furono somministrati a 314 famiglie della zona di SanVito, in pieno Parco Nazionale del Vesuvio, dei questionari in cui segnalare la presenza di malattie importanti tra i componenti della famiglia. Il quadro che emerge è tutt’altro che rassicurante: in 203 casi su 314 sono state segnalate gravi patologie. Per la precisione 50 casi di leucemia, 62 neoplasie respiratorie (di cui solo 28 a carico di fumatori), 27 dell’apparato digerente,23 urinarie, 17 cerebrali, 14 mammarie, 4 casi di Sla e 6 tumori che hanno colpito altri apparati.Considerato che nella zona risiedono poco più di 5mila abitanti, e che i questionari hanno raggiunto 1100 persone, l’indagine ha coinvolto il 20% della popolazione: «Il dato non è esaustivo, ma significativo:più della metà del territorio è ammalato – commenta il professore Ciannella -.In un campione del genere, la concentrazione di leucemie e neoplasie è preoccupante: in 62 famiglie sulle 314 interpellate, sono stati registrati casi di mesotelioma, un tumore incurabile dell’apparato respiratorio correlato all’esposizione all’amianto. Si tratta di persone non sottoposte a rischi professionali, ma che hanno inconsapevolmente respirato le fibrille provocate dalla rottura o dalla combustione delle lastre di ethernit».I dati di San Vito, verranno resi noti nei prossimi mesi in una pubblicazione scientifica curata da Ciannella. Che intanto lancia l’allarme: «Occorre monitorare immediatamente e in maniera meticolosa acqua, aria e terreni – dice il direttore della Medicina di Prevenzione del Monaldi -. Ci sono tumori che non si possono curare, ma si possono prevenire eliminandone le cause, ed è quello che qui va fatto subito».La ricerca di Ciannella ad Ercolano venne richiesta tre anni fa, quando don Marco Ricci e padre Giorgio Pisano sirecarono dal professore per esporre la situazione di San Vito: «Non ho mai celebrato tanti funerali di bambini come quando ero in questa zona – ammette don Marco, parroco del Sacro Cuore dal 1999 al 2010 -. Capimmo che non poteva essere normale e ci rivolgemmo al Monaldi. Ora che abbiamo anche la certezza dei dati scientifici, diventa ancora più urgente che i politici di ogni livello si assumano la responsabilità di bonificare questa zona. Non è il problema di un quartiere, ma di un’intera città: San Vito è Ercolano, mangiamo le stesse cose, beviamo la stessa acqua e respiriamo la stessa aria, quindi è giunto il momento che tutti aprano gli occhi su questa vicenda».