Un periodo così nero, Napoli e la Campania non lo conoscevano da tempo. L'emergenza rifiuti è diventata cronica e si lavora solo a cercare nuove discariche, appellandosi alla solidarietà delle altre province campane. A nessuno viene in mente che sarebbe forse necessario cambiare tutta l'impostazione fin qui seguita, a partire da una seria raccolta differenziata e da uno smaltimento corretto delle frazioni differenziate, La costruzione di impianti di compostaggio e degli altri impianti necessari richiederebbe pochi mesi. Se partisse la loro costruzione avrebbe un senso la richiesta di solidarietà. ma a Napoli ormai tutti pensano alle elezioni e nessuno se la sente di impegnarsi su questo terreno. Sarebbe bello che invece qualcuno desse l'esempio di cosa si potrebbe fare. Ai rifiuti si è aggiunta la pioggia e anche le aree archeologiche rischiano di sbriciolarsi. Tutti parlano di Pompei perchè certamente è il sito archeologico più importante ma non si possono dimenticare tutti gli altri, importanti come Ercolano e Oplonti, ma anche quelli meno noti, come i siti preistorici di Poggiomarino e di Nola che sono stati sommersi e non si mandano neppure le idrovore per liberarli dall'acqua. Proprio Poggiomarino mi ricorda che forse i nostri antenati della preistoria erano forse più intelligenti di noi e sicuramente più attenti al rapporto con l'ambiente ed il clima. Infatti, in una zona soggetta a continui allagamenti, costruivano i loro villaggi su palafitte per non correre il rischio di essere sommersi dall'acqua e dal fango. Noi invece continuiamo a cementare gli alvei e a lamentarci se ad ogni pioggia di una qualche intensità si allagano i campi e le case. Anche nella piana del Sele i canali di scolo costruiti dalla bonifica degli anni Venti sono diventati strade interpoderali e comunali. Il risultato: l'allagamento delle campagne e degli allevamenti di bufale, la distruzione delle attività produttive, la morte per annegamento dei preziosi bovini. Naturalmente oggi sono tutti pronti a chiedere aiuti, ma non c'è un amministratore che dica almeno "quanto siamo stati stupidi". Anche per evitaredi commettere errori e di ripristinare un corretto assetto idrogeologico del territorio. Napoli, ormai è ben oltre le condizioni di collasso. Il centro direzionale stracolmo di rifiuti, completamente allagato sia per la pioggia che per il totale intasamento delle fogne. Raggiungere gli uffici della Regione come delle altre aziende che hanno sede nell'avveniristico centro firmato da Kenzo Tange, era praticamente impossibile. Non si sapeva quale strada percorrere nè dove parcheggiare la macchina .Anche a piedi era difficile raggiungere qualsiasi ufficio a meno di non essere dotati di stivali per pescatori. In questa situazione, non si vedeva un vigile urbano, un operatore ecologico, un operaio delle fognature, un tecnico del Comune che almeno prendesse atto della situazione per promuovere almeno gli interventi più urgenti e necessari. In lontananza si udivano le sirene dei pompieri probabilmente impegnati in interventi ancora più urgenti. In questa situazione un folto gruppo di manifestanti sostava all'ingresso degli uffici regionali lanciando slogan contro l'amministrazione. Più che una situazione reale sembrava un set cinematografico dove si girava la dissoluzione di una città una volta capitale! I napoletani non riescono nemmeno a comprendere la reazione di chi non è napoletano. Abituati a vivere in una città normalmente sporca per le carte buttate per terra, i rifiuti abbandonati per strada, cumuli di cartoni fuori da ogni negozio, lattine e bottiglie di birra abbandonati anche sulle scale delle chiese e dei monumenti, non possono nemmeno capire che ci si possa scandalizzare di una situazione come quella che si sta vivendo da almeno un mese a Napoli.Ma la reazione dei giornalisti e delle televisioni straniere, che poi finisce per formare l'opinione pubblica dei loro paesi, è così forte perchè nessuno riesce a capire come sia possibile che in una città con tanti dipendenti comunali non si riesca nemmeno a raccogliere la spazzatura e a smaltirla in qualche modo. A New York un'isola proprio di fronte a Manhattan è destinata a discarica per raccogliere i rifiuti di una città di oltre quindici milioni di abitanti .Poi si recupera, si separa, si brucia per evitare che la discarica diventi rapidamente inutilizzabile. L'importante è che i rifiuti venga raccolti ogni giorno, anzi più volte al giorno, e che la città sia sempre pulita. Non riuscire a farlo a Napoli, come in molte altre città italiane, è , per gli stranieri, il segno più chiaro dell'incapacità dei nostri amministratori. L'emergenza rifiuti non è solo il frutto di incapacità degli amministratori o di pressioni del crimine organizzato. Il problema rifiuti potrebbe essere affrontato in modo semplice e razionale, vale a dire fissando regole chiare per il conferimento differenziato dei rifiuti da parte dei cittadini e poi provvedere alla raccolta porta a porta e, infine, al conferimento delle frazioni differenziate alle aziende o agli impianti di trattamento e riutilizzo. Semplice, facile e chiaro. In tutto il mondo civile funziona così e nonostante l'aumento dei rifiuti non si registrano problemi. Da noi no, perchè la logica è quella di arrivare al risultato moltiplicando però le occasioni di affari per il maggior numro possibile di persone, comprese le organizzazioni criminali. Ma a fare affari sono innanzitutto politici e amministratori che gestiscono politicamente (spartitoriamente) le strategie di soluzione del problema, la moltiplicazione dei passaggi della massa dei rifiuti, l'assunzione di sempre nuovo personale quasi sempre inutile. l'acquisto di sempre nuovi automezzi, la distribuzione degli appalti, dei subappalti, dei noli a freddo e a caldo, la concessione di consulenze ed incarichi per studi, monitoraggi, pubblicità, rapporti con giornali e televisioni, che servono solo a rinforzare l'immagine e a consolidare le clientele. Certo fanno affari anche gli imprenditori e i professionisti amici di politici e amministratori. Fanno affare i tecnici, i funzionari di partito, gli addetti alle segreterie degli amministratori, i parenti, le amanti e tutto il sottobosco che vive di rapporti con la politica. La soluzione del problema, siano i rifiuti, gli ospedali, le bonifiche, le strade, è l'ultima cosa. Più si prolunga l'emergenza e più gira la giostra dove molti tentano di farsi almeno un giro. Di Amato Lamberti da http://cittadolente.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/a
Una Città Dolente
Un periodo così nero, Napoli e la Campania non lo conoscevano da tempo. L'emergenza rifiuti è diventata cronica e si lavora solo a cercare nuove discariche, appellandosi alla solidarietà delle altre province campane. A nessuno viene in mente che sarebbe forse necessario cambiare tutta l'impostazione fin qui seguita, a partire da una seria raccolta differenziata e da uno smaltimento corretto delle frazioni differenziate, La costruzione di impianti di compostaggio e degli altri impianti necessari richiederebbe pochi mesi. Se partisse la loro costruzione avrebbe un senso la richiesta di solidarietà. ma a Napoli ormai tutti pensano alle elezioni e nessuno se la sente di impegnarsi su questo terreno. Sarebbe bello che invece qualcuno desse l'esempio di cosa si potrebbe fare. Ai rifiuti si è aggiunta la pioggia e anche le aree archeologiche rischiano di sbriciolarsi. Tutti parlano di Pompei perchè certamente è il sito archeologico più importante ma non si possono dimenticare tutti gli altri, importanti come Ercolano e Oplonti, ma anche quelli meno noti, come i siti preistorici di Poggiomarino e di Nola che sono stati sommersi e non si mandano neppure le idrovore per liberarli dall'acqua. Proprio Poggiomarino mi ricorda che forse i nostri antenati della preistoria erano forse più intelligenti di noi e sicuramente più attenti al rapporto con l'ambiente ed il clima. Infatti, in una zona soggetta a continui allagamenti, costruivano i loro villaggi su palafitte per non correre il rischio di essere sommersi dall'acqua e dal fango. Noi invece continuiamo a cementare gli alvei e a lamentarci se ad ogni pioggia di una qualche intensità si allagano i campi e le case. Anche nella piana del Sele i canali di scolo costruiti dalla bonifica degli anni Venti sono diventati strade interpoderali e comunali. Il risultato: l'allagamento delle campagne e degli allevamenti di bufale, la distruzione delle attività produttive, la morte per annegamento dei preziosi bovini. Naturalmente oggi sono tutti pronti a chiedere aiuti, ma non c'è un amministratore che dica almeno "quanto siamo stati stupidi". Anche per evitaredi commettere errori e di ripristinare un corretto assetto idrogeologico del territorio. Napoli, ormai è ben oltre le condizioni di collasso. Il centro direzionale stracolmo di rifiuti, completamente allagato sia per la pioggia che per il totale intasamento delle fogne. Raggiungere gli uffici della Regione come delle altre aziende che hanno sede nell'avveniristico centro firmato da Kenzo Tange, era praticamente impossibile. Non si sapeva quale strada percorrere nè dove parcheggiare la macchina .Anche a piedi era difficile raggiungere qualsiasi ufficio a meno di non essere dotati di stivali per pescatori. In questa situazione, non si vedeva un vigile urbano, un operatore ecologico, un operaio delle fognature, un tecnico del Comune che almeno prendesse atto della situazione per promuovere almeno gli interventi più urgenti e necessari. In lontananza si udivano le sirene dei pompieri probabilmente impegnati in interventi ancora più urgenti. In questa situazione un folto gruppo di manifestanti sostava all'ingresso degli uffici regionali lanciando slogan contro l'amministrazione. Più che una situazione reale sembrava un set cinematografico dove si girava la dissoluzione di una città una volta capitale! I napoletani non riescono nemmeno a comprendere la reazione di chi non è napoletano. Abituati a vivere in una città normalmente sporca per le carte buttate per terra, i rifiuti abbandonati per strada, cumuli di cartoni fuori da ogni negozio, lattine e bottiglie di birra abbandonati anche sulle scale delle chiese e dei monumenti, non possono nemmeno capire che ci si possa scandalizzare di una situazione come quella che si sta vivendo da almeno un mese a Napoli.Ma la reazione dei giornalisti e delle televisioni straniere, che poi finisce per formare l'opinione pubblica dei loro paesi, è così forte perchè nessuno riesce a capire come sia possibile che in una città con tanti dipendenti comunali non si riesca nemmeno a raccogliere la spazzatura e a smaltirla in qualche modo. A New York un'isola proprio di fronte a Manhattan è destinata a discarica per raccogliere i rifiuti di una città di oltre quindici milioni di abitanti .Poi si recupera, si separa, si brucia per evitare che la discarica diventi rapidamente inutilizzabile. L'importante è che i rifiuti venga raccolti ogni giorno, anzi più volte al giorno, e che la città sia sempre pulita. Non riuscire a farlo a Napoli, come in molte altre città italiane, è , per gli stranieri, il segno più chiaro dell'incapacità dei nostri amministratori. L'emergenza rifiuti non è solo il frutto di incapacità degli amministratori o di pressioni del crimine organizzato. Il problema rifiuti potrebbe essere affrontato in modo semplice e razionale, vale a dire fissando regole chiare per il conferimento differenziato dei rifiuti da parte dei cittadini e poi provvedere alla raccolta porta a porta e, infine, al conferimento delle frazioni differenziate alle aziende o agli impianti di trattamento e riutilizzo. Semplice, facile e chiaro. In tutto il mondo civile funziona così e nonostante l'aumento dei rifiuti non si registrano problemi. Da noi no, perchè la logica è quella di arrivare al risultato moltiplicando però le occasioni di affari per il maggior numro possibile di persone, comprese le organizzazioni criminali. Ma a fare affari sono innanzitutto politici e amministratori che gestiscono politicamente (spartitoriamente) le strategie di soluzione del problema, la moltiplicazione dei passaggi della massa dei rifiuti, l'assunzione di sempre nuovo personale quasi sempre inutile. l'acquisto di sempre nuovi automezzi, la distribuzione degli appalti, dei subappalti, dei noli a freddo e a caldo, la concessione di consulenze ed incarichi per studi, monitoraggi, pubblicità, rapporti con giornali e televisioni, che servono solo a rinforzare l'immagine e a consolidare le clientele. Certo fanno affari anche gli imprenditori e i professionisti amici di politici e amministratori. Fanno affare i tecnici, i funzionari di partito, gli addetti alle segreterie degli amministratori, i parenti, le amanti e tutto il sottobosco che vive di rapporti con la politica. La soluzione del problema, siano i rifiuti, gli ospedali, le bonifiche, le strade, è l'ultima cosa. Più si prolunga l'emergenza e più gira la giostra dove molti tentano di farsi almeno un giro. Di Amato Lamberti da http://cittadolente.corrieredelmezzogiorno.corriere.it/a