Un popolo distrutto

CATALOGNA - REFERENDUM SULL’INDIPENDENZA


COME IL SINGOLO DA CORPO E VOCE AL PROPRIO POPOLOUn’esperienza indimenticabile, quella di essere stato osservatore internazionale in un momento in cui i cittadini catalani hanno dato voce al loro popolo e gli hanno permesso di rendere evidente il suo essere nazione, con una propria soggettività politica dotata di diritti, politici, culturali e decisionali, reali e concreti e indisponibili dallo stato dominatore spagnolo che li vuole continuare a negare.Domenica 10 aprile 2010, altri 3 milioni di cittadini catalani compresi in Barcellona e circondario, pronunciandosi sul “ Siete voi favorevoli a che la Catalogna sia uno Stato sovrano, sociale e democratico, integrato nella Comunità Europea ?” avranno l’onore di esprimere la propria parte di responsabilità individuale e di collettivizzarla con gli altri per dare corpo e azione all’individuo che li contiene tutti, la NAZIONE CATALANA.Molti cittadini della Catalogna, non si renderanno conto subito, che esprimendo il loro voto hanno fatto vivere ed agire la loro nazione “fuori” dalla Spagna, liberandola dalla gabbia delle sue leggi, dalle categorie mentali da essa imposte e da quella del vivere “normale” da spagnoli.Come osservatori internazionali, certificando i seggi elettorali, nei volti e nell’agire dei catalani che votavano,  abbiamo visto l’incredulità e la sorpresa, diventare certezza e consapevolezza di essere stati membri e organi di un corpo che senza di loro non si sarebbe mosso.Una forte emozione, quella di sentirsi indispensabili per il proprio popolo.Quella emozione ha pervaso anche noi, osservatori internazionali e multinazionali, ci siamo abbracciati ed abbiamo abbracciato il nostro accompagnatore catalano, abbiamo voluto condividere l’emozione anche con il corpo, e stata troppo forte la sensazione, anzi la certezza, di essere stati anche noi indispensabili per la nazione catalana.Merito a chi ha promosso l’iniziativa referendaria, ha rotto l’incantesimo della strega spagnola, ha permesso ai catalani di compiere un’azione da catalani, fuori dai cerimoniali di protesta, scontati, messi in conto e considerati fisiologici dallo stato dominatore.Con quel referendum, la questione catalana è uscita dai confini intrastatali della Spagna, è ormai una questione “sopraconfini”, sta sul tavolo dell’Europa, la quale se ne deve occupare considerando lo stato spagnolo parte contraente alla pari con la Catalogna e deve arrivare ad una soluzione “politica”, valida anche per le altre nazioni senza stato, che interrompa la sudditanza e dia soggettività reale alle nazioni oppresse.Anche in Sardegna si voterà un referendum, il 15 maggio 2011.Grazie alle firme raccolte principalmente da SNI ed all’azione di propaganda e di decisa condivisione da parte del comitato.si.nonucle, i sardi saranno chiamati a pronunciarsi sulla contrarietà al nucleare, che lo stato italiano vorrebbe imporci.Non è solo un referendum di tipo ambientale ma è principalmente un referendum di sovranità. Un milione di votanti sardi, saranno chiamati a decidere sul loro futuro e sul futuro del loro territorio.Ogni sardo avrà una scheda elettorale,  che vale un milionesimo di responsabilità, e responsabilmente dovrà, non solo DECIDERE  sulla questione nucleare, ma anche rendere evidente che le DECISIONI in Sardegna spettano unicamente al popolo sardo.Una delegazione di Sardigna Nazione Indipendentzia, sarà presente a Barcellona dal 8 al 10 aprile per partecipare alla manifestazione “ PER L'INDIPENDENZA DELLA CATALOGNA“ e per le fare da osservatori internazionali nelle consultazioni referendarie del 10 aprile, sarà un’occasione per rivivere insieme la stessa emozione. Cogliamo l’occasione per manifestarvi il desiderio di avervi ospiti in Sardegna in occasione del referendum sardo ANTINUCLEARE e DI SOBERANIA, del 15 maggio 2011.Chin amistantzia manna .NUGORO 07/03/02011    BUSTIANU CUMPOSTU  (Coordinadore Nazionale di SNI)