BRIGANTI MIGRANTI

IL 6° GIORNO DI MARCIA: DA MATERA AD ALTAMURA


La non pioggia fa notizia.
Stanotte a Matera non ha piovuto e noi siamo contenti. Abbiamo dormito tra i famosi Sassi e le battute si sprecano. Giovanni Maiolo dice di avere dormito come un sasso,
la brigantA Simona, che si unisce a noi solo per oggi in compagnia della sua cagna Bimba, per gli amici e solo per gli amici Idwin, chiede a Giovanni Cienfuegos come ha dormito e lui risponde: “Ero così stanco che avrei dormito anche sui sassi!”. Lasciamo la nostra notturna residenza materana e ci dirigiamo verso piazza Sedile dove ad attenderci per salutarci ci sono Emanuele e Chiara. C’è anche Elisa, che anche per oggi marcia con noi. Compriamo i panini per il pranzo da Arturo. Baci, abbracci, la promessa di rivedersi a Teano e siamo in viaggio. Iniziamo a percorrere la strada ad “alta ferocità” che da Matera porta ad Altamura.
La Murgia è meravigliosa. Marciamo a passo spedito, le nostre gambe ormai sono abituate. Alle 13 circa ci fermiamo per divorare i panini e riposarci un attimo.
La cioccolata rigenerante di Mario Congiusta ci da la carica per riprendere poco dopo la marcia. Bimba è fantastica, anche quando gli altri cani la provocano non fa una piega e risponde agli ordini della bella proprietaria.
In cammino ripensiamo a Matera e a quanto sia fantastico tornarci. Già dalla prima volta è stato come tornare in un posto in cui non eravamo mai stati.Passando davanti ad un’azienda agrituristica un uomo ci chiede: “Chi siete?”. “Siamo briganti” rispondiamo. E comincia una insolita chiacchierata. Di solito quelli che ci incontrano per strada, tranne qualche eccezione, sono automobilisti incazzati che ci fanculizzano perché camminiamo lungo la strada sulla quale loro sfrecciano. Stavolta invece da parte dell’uomo c’è vera curiosità e profondo interesse. E non è un caso se qualche ora dopo lo incontriamo nel luogo dell’iniziativa politica.
 Poco dopo entriamo ad Altamura con largo anticipo sulla tabella di marcia.
Piero e gli altri ci aspettano in piazza e dopo i saluti di rito ci accompagnano alla masseria Martucci, un tempo rudere dismesso senza arte né parte ed oggi riportata all’antico splendore di struttura ammirata e invidiata: recinzione con muro a secco, giardino fruttato, piante e familiarità ci introducono all’interno della struttura.
Durante il caffè Piero ci racconta la storia di Don Francesco e delle ex basi missilistiche della Murgia.Da un paio di giorni, i Briganti Migranti si interrogano sulla necessità di dare un nome al pulmino Anpas che li segue e li sostiene durante la marcia. Dopo un primo momento di dibattito e discussione su quale appellativo conferire al provvidenziale automezzo, oggi, dopo aver conosciuto Piero Castoro e Altamura, la decisione è arrivata spontanea e automaticamente condivisa: Francesco.Il nostro pulmino si chiamerà Francesco. Come quel Francesco don, quel Francesco Cassol, che per otto anni, ogni estate, attraversava a piedi la Murgia. Quel generoso camminatore di pace, che cercava di nutrire la sua anima percorrendo i luoghi meno abitati e lontani dai modelli consumistici, e che ha trovato il 22 agosto scorso, proprio nella Murgia, una morte assurda: Fracensco, parroco della chiesa di San Martino di Longarone, è stato scambiato per un cinghiale e ucciso mentre dormiva nel suo sacco a pelo sotto le stelle.E non dormiva affatto in un “deserto”, come le cronache hanno riportato, ma presso l’imponente e meraviglioso fenomeno carsico del Pulo di Altamura, uno dei luoghi più frequentati della Murgia, non di rado anche durante le notti d’estate.Circostanza, quest’ultima, che rende la tragedia ancora più paradossale. Il pacifista più innocente ucciso nel sonno da un colpo di arma da fuoco.Don Francesco camminava, meditava. Non consumava il superfluo. Rifiutava gli inviti a pranzi e le offerte di alloggi caldi, confortevoli e sicuri. Accettava solo un po’ di pane e un sorso d’acqua. Di nient’altro aveva bisogno quell’uomo, di nient’altro avevano bisogno i suoi compagni di pellegrinaggio.E a nulla valgono le polemiche sulle responsabilità, su quello che andava fatto e che non si è fatto. La morte di Don Francesco mostra invece, all’ennesima potenza, tutte le contraddizioni di una comunità e, in primo luogo, delle sue istituzioni che non riescono ad affrontare e a risolvere adeguatamente i problemi reali di questo territorio.  Si moriva di murgia e si muore uccisi sulla murgia, ma anche la murgia sta morendo… Dare il nome Francesco al nostro pulmino, ci è sembrato doveroso o moralmente imperativo.Riusciamo intanto a depositare i bagagli nella struttura “Il fornello”, dove ci attendono Carlo, Tiziana e gli altri che si dimostrano estremamente accoglienti dandoci anche, per la prima volta da quando siamo partiti, la possibilità di lavare i vestiti che portiamo addosso da giorni. Ci arriva la notizia da Emanuele che il tg 3 della Basilicata ha fatto un servizio su di noi, richiamandolo perfino nei titoli di testa. Ne siamo felici anche se non riusciamo a vederlo. Ma è già ora di correre nel luogo dell’incontro, che stavolta è un liceo.Il dibattito è più vivace del solito, con una sala piena di persone interessate e anche di ragazzi e ragazze che abbassano decisamente l’età media delle persone a cui i Briganti parlano di solito.
Dopo la proiezione del corto su Rocco Gatto e gli interventi di Peppe e Giovanni chiedono la parola un’insegnante del liceo che ci ospita, un consigliere regionale pugliese di Sinistra e Libertà e il Segretario provinciale della Cgil.
A termine dibattito Giovanni Maiolo viene scovato alle prese con orde di liceali. Da quando scrive libri d’amore (per chi non lo sapesse è autore di “Elisewin – un amore in viaggio”) trascorre il tempo a fare foto, firmare libri e scrivere dediche.
Prima di rientrare in comunità Piero Castoro ci porta a vedere la magnifica cattedrale voluta da Federico II.
Ad attenderci al rientro, mentre comincia a piovere (tanto per cambiare!), c’è il termo camino acceso
ed una cena straordinariamente buona, da consumarsi rigorosamente con il pane di Altamura.
Intorno alle 23, dopo la foto di gruppo
e pieni di cibo fino a scoppiare è finalmente il momento delle docce, mentre dal cielo viene giù l’impossibile. Ed ora, quasi alle due di notte, Giovanni Cienfuegos dorme della grossa e per la prima volta non collabora con le sue battutacce alla stesura di questo diario, che ne risente in termini di cazzeggio spinto. In corridoio la luce si attiva con le fotocellule e siamo tutti inquietati dal fatto che a volte, anche se in corridoio non c’è assolutamente nessuno, la luce si accende. Saranno gli uomini del corridoio del libro di Giovanni Maiolo o il corpo etereo di Giovanni Cienfuegos che fa un’esperienza di viaggio extracorporeo? Non lo sappiamo, ma ci auguriamo che nessuno si materializzi nel corso della notte. Abbiamo un viaggio da portare a termine e l’altra Italia ci aspetta a Teano!P.S.: Adelaide ci manchi! Ti vogliamo bene.