RICOMINCIO DA TRE

IO NON PIANGO...


Non è perché giocavamo contro una squadra ignota; non è perché all'andata avevamo vinto; non è perché la strada della finale sembrava aperta; non è perché ti sembra di tifare gente senza orgoglio; non è perché abbiamo un allenatore che dopo 56 minuti di nulla ha capito che il problema era la seconda punta; non è perché abbiamo subito il gol due minuti dopo questa mossa tattica da allenatore di Eccellenza; non è perché Recoba a ottantanni non ha ancora deciso cosa fare della sua vita; non è perché anche i sassi hanno ormai compreso che Martins è un giocatore di palla saponata, non un calciatore; non è perché abbiamo un portiere che non sa uscire; non è perché lo sanno tutti che il nostro portiere non sa uscire, tranne la nostra difesa, che gli lascia un giocatore davanti, da solo, su calcio da fermo frontale, dalla trequarti; non è perché abbiamo un allenatore che per cambiare la gara, come seconda sostituzione, sceglie Mihajlovic, che in stagione ha giocato due partite e mezzo in campionato; non è perché abbiamo un centravanti brasiliano che da anni ci smarrona col fatto che è infelice e quindi gioca male; non è perché quando siamo infelici, noi non andiamo a ballare in continuazione; non è perché invece di cercare una spalla per Adriano, non gli si cerca un cervello; non è perché abbiamo un presidente che fa finta di fare il presidente, quando tutti sanno che il presidente è l'azionista di maggioranza; non è perché l'azionista di maggioranza fa l'opinionista invece che fare il presidente; non è perché domani leggeremo "chiediamo scusa ai tifosi"; non è perché qualche programma sportivo avrà l'ennesima occasione per prenderci in giro, mentre cerca di venderci prodotti; non è perché bisogna usare la memoria per trovare un giocatore che ci renda orgogliosi; non è perché a volte pensiamo di meritarci tutto questo; e non è neanche perché tifiamo questa squadra(?) da anni e non cambia mai niente. E' che proprio ci siamo rotti le palle