TUTTO DI BLUES

Post N° 10


RORY GALLAGHER
Rory Gallagher attraversa le mutevoli dittature dell’immagine, ma sul palco si presenta sempre uguale: camicie a quadroni, una Fender scolorita che diviene un’icona del rock e una genuina idea del blues con venature hard. Nato in Irlanda, Gallagher alla fine degli anni sessanta già scatena rock-blues a manetta con i Taste. Con loro incide due dischi in studio e si esibisce al festival dell’isola di Wight. Quindi con Rory Gallagher, del 1971, parte come solista con l’aiuto del bassista Gerry McAvoy e del batterista Wilger Campbell. Con Deuce, poi, Rod De’Ath sostituisce Campbell e in formazione si aggiunge il tastierista Lou Martin. La formula, però, non cambia: frizzante rock-blues adrenalinico e un modo di porgersi al pubblico semplice e vero. I successivi album di Gallagher, Blueprint, Tattoo, Irish Tour, Against the Grain e Calling Card, fanno il pieno con rilevanti usi dell’effettistica per accentuare l’impatto hard, temi sulla cattiva stella e tanto whisky in corpo. Nel 1978 De’Ath e Martin se ne vanno e per Photofinish, Top Priority e il live Stage Struck alla batteria c’è Ted McKenna. Quindi con Jinx nella band entra il batterista Brendan O’Neill e Gallagher si concede un parco uso dei fiati. Negli anni seguenti il chitarrista continua a tenere dinamici ed eccitanti concerti; su disco, invece, esce solo con Defender (1987) e l’eclettico Fresh Evidence (1990). Nonostante crescenti problemi di salute, continua a esibirsi regolarmente fino al 1994. L’anno seguente muore a causa di alcune complicazioni sopraggiunte dopo un’operazione di trapianto del fegato. testo dal sito-www.sapere.it