osservatorio su P.A.

INPS - MOD. RED.


                                                        L’INPS e  il  mod. RED.L’INPS sta richiedendo ai pensionati e ai fruitori di assegni di invalidità, reversibilità ecc il mod. RED relativo agli anni 2009 e 2010, ogni lettera indica categoricamente il termine ultimo di presentazione, il 28 febbraio 2013, pena la perdita di tutti i diritti acquisiti.Per la verità la lettera in questione è una vera e propria apologia dell’ambiguità, perché per comprendere che si perde tutto in caso di mancata trasmissione del mod. RED  (reddito) bisogna informarsi attraverso i canali sindacali o qualche giornale attento alle questioni sociali. Pare che anche negli anni scorsi sia avvenuto qualcosa di simile.Il panico, che ha guastato le feste natalizie agli sprovveduti assegnatari di assegni pensionistici, è dovuto ad un allarme ben giustificato.L’INPS  terrorizza migliaia e migliaia di pensionati già in difficoltà e le relative famiglie, proprio quando sembrava ormai legiferato che l’Istituto di Previdenza dovesse attingere dagli archivi del Ministero delle Finanze (fisco) le notizie sul reddito dei loro assistiti. Invece l’INPS intende intasare le sedi INPS e i CAF o i patronati, schiavizzando i pensionati a proprio capriccio, magari con il beneplacito e il felice consenso dei CAF e dei patronati sindacali di regime, che hanno un buon tornaconto anche loro.Infatti è solo apparente la magnanimità con cui l’INPS avvisa gli interessati sul termine ultimo per l’invio del mod. RED,  si tratta invece più di un’autotutela dell’Istituto Previdenziale, per salvare la propria immagine quando priverà dei diritti civili i suoi assistiti.Particolare disagio crea il pensare a quegli invalidi, forse incapaci di comprendere la reale portata della lettera ambigua nella sostanza quanto nella forma, che si vedranno di colpo annullate pensioni, assegni di invalidità e reversibilità ecc.E’ una prevaricazione inaccettabile e anacronistica, proprio perché l’INPS ha tutti gli strumenti per i controlli incrociati con la banca dati del fisco.E’ chiaramente una manovra poco generosa nei confronti dei pensionati, ma anche poco trasparente del punto di vista burocratico.Riflettendo sugli obiettivi  a cui questa manovra miri, uno è lampante, cioè appropriarsi degli interessi che maturano sulle cifre trattenute in fase di sospensione della pensione. Ma l’altro è molto vile poiché inappellabile, e richiede una riflessione più sottile.Immaginate le raccomandate con avviso di ricevimento, senza badare ai costi sociali, inoltrate a ciascun pensionato ecc., sembra che gli sbadati ammontino a decine e decine di migliaia, ciascuno di loro si auto- fustiga credendo di essere il solo sbadato, che non ha trasmesso in tempo il mod. RED., ebbene trattandosi delle fasce deboli della società si riverseranno presso sindacati, CAF, Patronati e sedi INPS e molti si accorgeranno a proprie spese del default dei sistemi informatici  dell’INPS, che andranno in tilt,  è una facile e scontata previsione. Questo comporterà sospensioni di pensione o addirittura l’annullamento definitivo.Altro che sospensione di diritti civili, si tratta  della vita stessa in sospensione per molti pensionati.L’assurdo è che i costi giudiziari, che le nuove leggi hanno reso inaccessibili per le fasce deboli, renderanno difficile reagire ad una palese ingiustizia. Si potrà pensare alla class actions, ma l’ingiustizia a macchia di leopardo renderà difficile la coesione dell’azione.Angela Barresi