osservatorio su P.A.

Animali?!

QUANTE VOLTE

Quante volte la voce della natura è giunta fino a te, attraverso misteriose vibrazioni?

Forse da bambino, quando era naturale meravigliarsi, ti è stato più facile sia seguire il corso in movimento delle piccole serpi, come spiare il volo  degli uccelli o scoprire due occhi non umani che ti stanno osservando da dietro una siepe, o sentire nel frastuono della vita quotidiana il ronzio di una mosca che sta per morire, ma non si rassegna.

Anche  le piante ci parlano e quando hanno sete la loro invocazione d'aiuto ci giunge, se sappiamo recepirla, per quelle vie straordinarie di quel vincolo, che sulla terra unisce i tre regni: animale, vegetale, minerale.

Dimenticavo, noi apparteniamo al primo!

E a volte, purtroppo , ne siamo l'esempio meno nobile, ciò che in natura ci appaga e ci consola è proprio quello a cui, per sovrastruttura culturale, diamo meno valore e intendo valore monetario, almeno finché un terremoto non ci fa crollare ciò che di innaturale abbiamo costruito socialmente sul dono della vita.

Allora sì, cerchiamo riparo negli elementi naturali della solidarietà, dell'essenziale, della pura essenza dell'amicizia.

Possiamo volgere lo sguardo sugli animali, che vivono nel nostro stesso mondo, apprezziamo lo sguardo benevolo di un cane amico, di un gatto sornione, del volo degli uccelli.

Quando nasce un bambino in famiglia ci ricordiamo della precarietà della vita, che è tipico dei tre regni naturali.

Certo con gli altri mammiferi siamo più simili, dovremmo sapere che l'abbandono riporta alla natura selvaggia, di cui abbiamo un sacrosanto terrore,perché istintivo e impulsivo.

Il cane, il gatto , ad esempio, si sciolgono dal vincolo dell'amicizia millenaria con l'uomo e il patto di convivenza si spezza. Ma non ce ne preoccupiamo, se possiamo sterminarli, altra cosa è la redistribuzione delle risorse naturali.

Gli animalisti ci irritano, non li comprendiamo, ci stupisce il loro impegno, tanto pensiamo che sia inutile darci pena per gli animali abbandonati, che sanno badare a se stessi. Però quando i cani fanno branco, o i gatti fanno colonia, non ci piace proprio!

Ascoltiamo il vento che ci porta la loro voce, hanno fame, hanno sete, annunciano o preannunciano con il loro comportamento disastri naturali, che i nostri sensi non recepiscono, intorpiditi come sono da millenni di civiltà.

Andare predicando che il mondo è stato dato in gestione all'uomo non vuol certo dire che non dovremo rendere conto  di come lo amministriamo.

La natura subisce molte offese, che in parte rimargina, ma quando l'indifferenza verso cò che ci circonda è un reato di ipocrisia il prezzo da pagare è molto alto per l'uomo.

Per la legge dell'evoluzione, avevamo il pelo, avevamo le pinne, avevamo le ali, oggi sembriamo avere solo gli artigli, con cui stringiamo e sfregiamo noi stessi, sordi al miagolio, al cinguettio, al latrato o alle vibrazioni delle piante e a tutto ciò che vive.

Torniamo a noi, a millenni fa, riascoltiamo le voci della natura, per riapprezzarla  e rispettarla, per prendere da essa ciò che ci serve nell'immediato e per una scorta di sicurezza, ma diamo al resto del mondo cibo e tecnologia, spirito di considerazione e redistribuzione dei doni del creato,ambiente naturale agli animali, senza mortificarli per un vile guadagno, viaggiamo per osservarli nel loro habitat naturale, valorizziamo la dignità dell'uomo e degli animali, la preziosità delle piante, l'apparente inanità dei minerali.

Noi viviamo perché loro vivono. Uccidiamo la loro essenza e il genere umano oltre ad essere in guerra, come lo è adesso, tra potenze ricche e quelle povere, non troverà un equilibrio sostenibile allo sguardo di un giudizio imparziale.

ANGELA BARRESI