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ius soli

Post n°23 pubblicato il 18 Gennaio 2014 da osservpubblammin
 

Ius soli

Lo ius soli è una priorità? Quali sono le vere priorità in Italia?

Ogni partito ha  una sua agenda particolare, diversa dalle altre e a guardarle bene sono tutte valide.

Ma questa non è certo una cosa incoraggiante, indica soltanto che il patto sociale è saltato, che mal si rattoppano gli strappi  che le lobby hanno inflitto alla cittadinanza europea delle fasce al di sotto della fascia alta, che continua a vivere come prima negli agi, privilegiata,protetta.

Tornando al diritto di cittadinanza, allo ius soli, mi chiedo se è cosa piacevole sentirsi rifiutati fin dalla nascita.

Mi chiedo come sia stato possibile non avvedersi che  la legge “Bossi-Fini” sull’immigrazione nascondeva la trappola socialmente mortale dei centro di prima accoglienza, mano a mano trasformatisi in luoghi di pena, per degli innocenti che fuggivano fame, guerre, persecuzioni. Ricordiamoci quanto discredito gettano sull’Italia le leggi razziali del 1938 e anche se le due cose non sembrano e non sono confrontabili, tuttavia, le rivolte nei centri di prima accoglienza danno da pensare e ci additano all’ opinione pubblica mondiale discreditando i nostri sistemi.

Non è, quella di chi scrive, la solita liturgia buonista,bensì una riflessione, pur sapendo che il bene e il male si mischiano, come è accaduto con la forte emigrazione, fra le due guerre mondiali, per gli italiani che andavano in America o più in generale all’estero.

La peggiore delle sensazioni amare che la legge “bossi-fini” lasciava in bocca e nel cuore era il divieto di ricongiunzione familiare o i suoi troppi ostacoli alle riunificazioni dei nuclei familiari,

Le motivazioni storiche, etiche,sociologiche sui diversi usi e costumi tra i popoli non basta a giustificare un accanimento legislativo che ha permesso un pullulare di immigrazione quasi esclusivamente di sesso maschile, solo con il tempo arricchitasi anche di presenze femminili.

Oggi noi vogliamo relegare i nascituri e i neonati e quanti sono nati in Italia nella fascia degli immigrati clandestini, degli indesiderabili? Chi di noi vorrebbe esserlo?

 Guardiamo dentro noi stessi per trovare la risposta giusta. Non guardiamo soltanto alle altre democrazie, alle motivazioni delle loro scelte in materia, ognuna di esse ha qualche limite proprio perché l’essere umano è imperfetto.

Le Chiese Universali, che hanno la fragilità degli uomini in carne, sangue e ossa che le rappresentano, in passato in Europa non hanno eccelso per coraggio, solo solidarietà nascoste sono stati  i loro frutti e qualche martire, e questo per paure varie di fronte alla tragedia europea delle leggi razziali: sappiamo com’è andata allora, per cui è importante saper imparare dagli errori.

Odio, rifiuto e respingimenti portano disprezzo e allontanamento dai valori democratici e di giustizia sociale.

Il problema della giustizia e della moralità civile, umana e sociale di riconoscere il diritto dello ius soli è da discutere a livello europeo, è da risolvere nelle sedi opportune dell’U.E alla quale dobbiamo far giungere forti voci di popoli civili affrancati dagli imperialismi, ma non per questo meno schiavi nel contesto europeo di un’economia volutamente drogata che mette tutti contro tutti. L’Unione Europea armonizzerà lo ius soli con i trattati internazionali sul movimento nell’area europea di merci e uomini.

Sia le frontiere esterne dell’U.E., che  le frontiere interne della dignità della vita riguardano gli organismi decisionali dell’unione europea. Tutti gli uomini appartengono ad un’unica razza, quella umana e la commissione UE in materia non si  trinceri dietro la falsa economia internazionale, la quale sta solo affamando i poveri, dietro l’ipocrisia che le nostre strutture sanitarie, scolastiche o le infrastrutture varie o quant altro non siano sufficienti al fabbisogno di tutti. Le frontiere sono invenzioni artificiali della storia.

Gli esempi di bene, accoglienza e solidarietà mietono proseliti fra gli uomini, anche se la lotta fra egoismi e generosità continuerà con l’esistenza dell’uomo, ma è proprio lui che può ingrandire e migliorare il suo habitat e eleggere politici con meno interessi personali e più buon senso e usare menti migliori di quelle che ci governano. In fondo dobbiamo poterci guardare in faccia allo specchio.

 

ANGELA BARRESI

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