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I ricongiungimenti dei contributi costano cari. Il mettere insieme i contributi effettuati durante il corso della vita lavorativa ma versati ad Enti diversi, INPS, INPDAP ecc., sia perché si è cambiato varie volte lavoro, oppure perché da precari si è passati a stabilmente assunti, comporta infatti la necessità di ricongiungerli presso un unico ente,l’INPS ha accorpato tutti gli altri enti previdenziali, compreso l’INPDAP.
Il fatto non riguarda solo coloro che dovrebbero essere prossimi alla pensione, ma tutti i lavoratori, anche se ad accorgersene per primi sono i più anziani, che sperimentano sulla propria pelle gli effetti disastrosi della modifica tecnica alle ricongiunzioni, paradossalmente così onerosi che a ciascuno vengono richiesti decine e decine di migliaia di euro per ricongiungerli e conquistarsi il diritto alla pensione.
Per es., c’è chi si vede richiesti per il ricongiungimento di tre anni ben 70.000 euro (settantamila), oppure chi dopo 40 anni di lavoro, con contributi versati in due Istituti Previdenziali diversi , dovrà versare 202.000 euro in unica rata oppure trecentomila a rate. Di esempi se ne potranno fare oltre 700.000, a mano a mano che i lavoratori coinvolti approfondiranno la conoscenza della propria situazione contributiva.
Alcuni scoprono che la loro domanda di ricongiungimento presentata prima della riforma “non è stata lavorata”, cioè è rimasta dormiente.
Commentare il paradosso tecnico della riforma dei ricongiungimenti lascia confusi e frastornati e viene da chiedersi se non abbia davvero ragione chi ritiene che per ottenere la pensione ci sia da pagare un riscatto, oppure se non si tratta di una manovra per riassorbire i costi delle liquidazioni di fine vita lavorativa.
Se ci limitassimo ai numeri e alle statistiche non comprenderemmo l’enorme portata del problema, ma se pensiamo che i lavoratori mantengono i figli disoccupati, già frustrati dal mancato inserimento nel mondo del lavoro, e privare dei propri diritti sacrosanti uomini e donne,-che hanno onorato i propri doveri nei confronti delle Istituzioni e della società, -incrina notevolmente la fiducia al patto sociale da entrambi sottoscritto, allora è più facilmente comprensibile come sia urgente riparare alle distorsioni che la legge ha prodotto.
Infatti se si devono pagare oneri impossibili per ricongiungere i contributi e se non si ha la capacità economica per farlo, all’interno delle famiglie in precarie condizioni economiche verrà introdotto un elemento negativo, implosivo del rapporto fiduciario fra le generazioni e fra queste e lo Stato.
Esborsi impossibili per entità verranno rifiutati, ma i diritti saranno calpestati, i lavoratori e le loro famiglie saranno beffati nella loro stessa dignità. Conseguentemente rabbia e impotenza non sono certo una buona miscela. Meglio riconoscere agli altri i propri diritti, perché nessuno pensi che sia stupido compiere il proprio dovere.
Angela Barresi
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il 24/08/2014 alle 08:13
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