dal blog della mia compagna Leslie (sempre nel senso di cum-panis, eh? bàndo agli equivoci...) copio e incollo: "Riassumo qui le tappe della vicenda che vedono l’attuale pontefice Benedetto XVI imputato davanti alla Corte distrettuale di Harris County, in Texas, per la copertura data ai membri del clero responsabili di abusi sessuali soprattutto su minori. Vicenda destinata a concludersi con un nulla di fatto, perché il presidente degli Stati Uniti ha accolto la richiesta della Santa sede ed ha ccordato a Ratzinger l’immunità diplomatica, permettendogli, sostanzialmente, di non dover mai essere nella condizione di dover rispondere e dar conto dei fatti che gli sono imputati. Ecco i fatti. Nero su bianco. I fatti. Il caso esplode pubblicamente solo nell’estate del 2003, quando il quotidiano americano Worcester Telegram & Gazette ottiene copia di un documento che per 40 anni era stato custodito come “strettamente confidenziale” negli archivi segreti della Santa Sede e riporta il caso di un avvocato di Boston, Carmen Durso, che consegna copia dell’Istruzione del 1962 “Crimen Sollicitationis” al Procurarore Michel J. Sullivan chiedendogli di riscontrare gli elementi, all’interno della giurisdizione federale, per procedere contro le gerarchie vaticane, colpevoli, a suo avviso, di aver deliberatamente coperto i casi di abusi sessuali che vedevano coinvolti membri del clero. Contestualmente, un’altra lettera arriva sul tavolo del Procuratore, ed è firmata da Daniel Shea, avvocato di Houston, in Texas, ex seminarista che ha scoperto il documento del 1962 e ne ha dato copia al quotidiano di Boston e all’avvocato di Boston Carmen Durso. Il documento del 1962, spiega Shea nella lettera, viene citato come ancora in vigore in una nota dell’epistola "De Delictis Gravioribus" del 18 maggio 2001, che Joseph Ratzinger, l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, aveva fatto recapitare ai vescovi e agli altri ordinati e membri della gerarchia ecclesiastica. Il caso viene portato all’attenzione pubblica internazionale dalla rete televisiva statunitense CBS, quindi le gerarchie vaticane si difendono sostenendo che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante dal momento in cui sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico, ma la lettera di Ratzinger non lascia spazio a molti dubbi. In essa, l’attuale Papa Benedetto XVI, non solo richiama l’istruzione “Crimen Sollicitationis”, ma per quel che riguarda “i delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede” dispone che “nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore” e ribadisce che “le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio.” * *Ratzinger, riassumendo, è stato denunciato per una epistola del 2001 nella quale ribadiva il contenuto della “Instructio de modo procedendi in causis sollicitationis” del 1962, documento inviato a tutti i vescovi e desecretato di recente, ma citato come ancora in vigore nella lettera del 2001, in cui il Vaticano ordinava che un minore qualora avesse dichiarato al suo vescovo di un abuso sessuale da parte di un sacerdote avrebbe dovuto giurare il segreto perpetuo, sotto eventuale pena di scomunica. Ed eventuali documenti comprovanti scandali di questo genere commessi da sacerdoti avrebbero dovuto essere tenuto in un archivio segreto. La lettera del 2001 ribadiva il diritto della Chiesa non solo di rivendicare a sé la competenza giurisdizionale nei casi di abusi su minori da parte di esponenti religiosi, ma di svolgere le indagini e conservare le prove acquisite nel più assoluto segreto, fino al decorrere di dieci anni dal compimento della maggiore età della vittima. In questi anni la giustizia americana ha proseguito nelle indagini e dal gennaio 2005 esiste presso la Corte distrettuale di Harris County, in Texas, un procedimento in corso a carico di Joseph Ratzinger.Daniel Shea, l'avvocato che oltretutto è teologo, ex seminarista, e che ha conoscenze interne alla struttura, ritiene che Ratzinger in quel momento, ovvero nello spedire la lettera del 2001, abbia agito al di fuori dei poteri propri del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede allo scopo di innalzare i tempi della prescrizione. In questo modo ha impedito alla giurisdizione americana di intervenire in sede penale: difatti, tutti questi processi sono in sede civile perché sono andati in prescrizione i tempi dell'azione penale, e questa lettera del 2001, in pieno caos americano, ha spostato avanti, da 16 a 18 di due anni, l'età in cui per la Chiesa Cattolica si diventa maggiorenni anche negli Stati Uniti, e prolungato i termini per la prescrizione da 5 a 10 anni, guadagnando vantaggio sui termini della prescrizione in uso negli States. Per questo Ratzinger è stato denunciato come "individuo", non come Prefetto, ma come individuo per aver dato quelle disposizioni, e in quanto tale nel processo vi è rappresentato. C'è insomma un imputato che si chiama Joseph Ratzinger e che è presente davanti alla giustizia americana a titolo individuale. " Insieme a Joseph Ratzinger, nel procedimento aperto nel gennaio 2005 sono citati l’arcivescovo di Galveston, monsignor Joseph Fiorenza e i sacerdoti Juan Carlos Patino Arango e William Pickard. Patino, colombiano di nascita, è attualmente latitante ed era stato accusato da tre giovani che frequentavano la chiesa di San Francesco di Sales, a Houston: le molestie risalirebbero alla metà degli anni Novanta, e contro il seminarista è stato aperto un procedimento penale. La risposta del Vaticano.La Santa sede non abbia contestato questa imputazione, ma si sia limitata a dichiarare che avrebbe richiesto l’immunità diplomatica per il Papa in quanto Capo di Stato, tale richiesta è stata avanzata puntualmente dagli avvocati del cardinale, nel frattempo divenuto Papa, il 19 aprile scorso. La Santa sede, ancora una volta e tenendo fede ad un modus operandi già utilizzato in molte altre occasioni, ha potuto impunemente giocare la doppia carta che la vede contemporaneamente godere della condizione di "stato sovrano" e "confessione religiosa", condizione, questa, che la rende titolare di privilegi unici al mondo e le accorda possibilità che a qualsiasi altra istituzione statuale o religiosa sono negate, permettendole di poter svicolare da qualsivoglia responsabilità in nome, di volta in volta, di una delle due facce che assume. Ma c'è da sottolineare che al momento in cui è stato commesso il reato Ratzinger non era capo di stato, c'è da sottolineare che è stato denunciato a titolo individuale, non come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il giudice ha accettato lo stop chiesto dagli avvocati di Ratzinger per la richiesta dell'immunità, ma chiedendo loro un "rapporto" mensile sull'avanzamento dei lavori. L'immunità al capo di stato, in America può essere concessa solo dal Presidente. E' Bush, perciò, che è tenuto ad esprimersi e che eventualmente deve dire al magistrato: “Fermi tutti, il signor Ratzinger gode dell'immunità in quanto Capo di Stato”. L'assordante silenzio dei media.Il 17 agosto scorso, l’avvocato di Houston Daniel Shea, ha tenuto una conferenza stampa a Roma, ospitato dall’associazione Anticlericale.netEcco come Maurizio Turco, segretario dell’associazione, commenta la totale mancanza di riferimenti e riscontri di questo evento sui media italiani: "Chi ha voluto ascoltare la conferenza stampa di Daniel Shea in diretta su Radio radicale, non può non avere colto i connotati di ciò che comunemente viene definita una notizia fondata su fatti concreti, certi, documentati. Gli echi di questa notizia e della manifestazione dell’altro ieri a Piazza San Pietro hanno raggiunto 173 testate americane, le reti televisive CBS ed Msnbc, e finanche la Casa Bianca dove, durante il briefing quotidiano, è stato chiesto conto di cosa intenda fare il Presidente Bush di fronte alla richiesta vaticana di ottenere l’immunità diplomatica per il proprio Capo di Stato. Il fatto che in Italia, fatte salve le agenzie di stampa, non sia uscito nemmeno un rigo uno, o un secondo uno, sulla conferenza stampa di ieri (o sulla manifestazione a Piazza San Pietro dell’altro ieri) è opera che non abbisogna di una concertazione scritta, parlata o telefonica. "Note. La conferenza stampa si può tutt’ora recuperare on-demand, è in audio-video e quindi si può ascoltare e vedere con il programma di Real Player. Cliccando qui vi si aprirà. In una bella intervista del 18 agosto 2005, Maurizio Turco spiegava, inoltre: "E' un processo civile, non è penale. Che in quanto civile ha un altro significato, chiaramente: anche noi, dovendo chiedere qualcosa non chiederemmo di arrestare Ratzinger, questo è chiaro. Sicuramente, come cose urgentissime chiediamo il ritiro di queste disposizioni e la trasparenza su quello che è accaduto perché, ricordiamoci, quei 4.000 preti riconosciuti dalla Conferenza episcopale americana come colpevoli di aver commesso delle violenze sessuali soprattutto nei confronti di minorenni sono 4.000 che siedono sui banchi della giustizia civile". "In altre parole, non c'è stato un prete denunciato dalle autorità ecclesiastiche alla giustizia civile, hanno praticamente preso quello che è stato già accertato e l'hanno dato come buono senza dire però qual è stata l'attività a partire dal '62, tutti i dossier che loro hanno e che ancora non sono di dominio pubblico. Quindi noi vorremmo un po' di trasparenza su questo sapendo comunque che, a prescindere da questi documenti la causa prima delle deviazioni e sofferenze sessuali è la sessuofobia, la politica vaticana sul sesso". Noi denunciamo questa politica. Così come denunciamo la politica proibizionista perché arricchisce i narcotrafficanti, la politica sessuofobica è causa di disastri e non di felicità. Noi pensiamo che la risposta sia libertà sessuale e di coscienza, libertà dell'individuo". Gli sviluppi odierni.Il 20 settembre scorso, in un articolo su Il Corriere della Sera, si leggeva che:"La Corte Distrettuale del Texas non si è ancora pronunciata in merito alla procedura giudizaria civile presentata contro Papa Benedetto XVI, accusato di complotto per coprire le molestie sessuali contro tre ragazzi da parte di un seminarista: ma dopo l’intervento dell’Amministrazione Bush è assai probabile che la denuncia venga respinta. Il vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha infatti bloccato la procedura giudiziaria ricorrendo alla cosiddetta "suggestion of immunity", una misura legale che stando a quanto stabilito dalla Corte Suprema dev’essere obbligatoriamente recepita dai tribunali di grado inferiore. Keisler ha ufficialmente informato il tribunale che Benedetto XVI gode di immunità come Capo di Stato, sottolineando dunque che avviare il procedimento sarebbe “incompatibile con gli interessi della politica estera degli Stati Uniti”, che dal 1984 hanno allacciato rapporti diplomatici con la Santa Sede. La stessa Ambasciata del Vaticano a Washington aveva chiesto all’Amministrazione di intervenire con la "immunity suggestion" e chiudere il caso."Bush, quindi, accoglie la richiesta del Papa, decidendo di non coinvolgerlo e dichiarandolo non processabile, nonostante dal punto di vista giuridico ci fossero tutti gli estremi e le ragioni per fare la scelta opposta. Note. Le considerazioni le lascio a voi, ricordandovi che si sta parlando di bambini, minori stuprati e violentati da membri del clero e di un sistema di copertura pensato ad hoc non solo per insabbiare l’intera vicenda e far cadere i processi in prescrizione, ma che di fatto non ha impedito, anzi ha favorito la reiterazione dei suddetti reati per molti, molti anni, poiché i membri del clero colpevoli di abusi e di cui le garachie vaticane giungevano a conoscenza, non subivano altra conseguenza che quella di essere spostati da una diocesi all’altra. Questo ha portato alla situazione per cui uno stesso personaggio si è macchiato dello stesso reato all’interno di diversi contesti, a distanza di tempo, come dimostrano le relative vicende giudiziarie ambientate negli Usa e che hanno portato al pagamento di ingenti risarcimenti in dollari da parte delle diocesi alle famiglie delle vittime. Ps. Vi segnalo anche questo thread sul nuovo forum di Anticlericale.net che riporta le stesse notizie, con qualche approfondimento in più, ricordandovi che lo stesso sito, che corrisponde all’associazione telematica omonima, è stato recentemente colpito da un hacker ed è in fase di ricostruzione. In home page potrete trovare anche un’annuncio che spiega e da conto di quest’altra brutta vicenda. Se volete, siete liberi di riportare le cose scritte sopra, o quelle scritte nel thead sul forum dove volete, linkarle o quant’altro. Faccio questo, nella speranza che almeno l’informazione su questa vicenda si diffonda il più possibile, visto che giustizia, con tutta probabilità, non sarà mai fatta. Ma le mie ragioni sono anche quelle così ben esposte nell’estratto dell’intervista a Maurizio Turco che ho riportato più sopra. In questa squallida storia, infatti, emerge in tutta la sua chiarezza il problema di fondo, ovvero la politica sessuofobica della Chiesa cattolica e delle gerarchie vaticane, che costringono e condannano, in primis, i suoi stessi membri a vivere inferni personali e quotidiani di omertà e repressione. Inferni che poi, inevitabilmente, si riversano all’esterno, sulla società, con le conseguenze che sappiamo. Già che c’ero, ho preparato un bannerino, molto semplice, che d’ora in poi sarà presente anche nella colonna qui a destra e che rimanda a questo post. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto e che daranno il proprio contributo per far circolare l’informazione il più possibile!":)
ancora sul Cittadino Ratzinger.
dal blog della mia compagna Leslie (sempre nel senso di cum-panis, eh? bàndo agli equivoci...) copio e incollo: "Riassumo qui le tappe della vicenda che vedono l’attuale pontefice Benedetto XVI imputato davanti alla Corte distrettuale di Harris County, in Texas, per la copertura data ai membri del clero responsabili di abusi sessuali soprattutto su minori. Vicenda destinata a concludersi con un nulla di fatto, perché il presidente degli Stati Uniti ha accolto la richiesta della Santa sede ed ha ccordato a Ratzinger l’immunità diplomatica, permettendogli, sostanzialmente, di non dover mai essere nella condizione di dover rispondere e dar conto dei fatti che gli sono imputati. Ecco i fatti. Nero su bianco. I fatti. Il caso esplode pubblicamente solo nell’estate del 2003, quando il quotidiano americano Worcester Telegram & Gazette ottiene copia di un documento che per 40 anni era stato custodito come “strettamente confidenziale” negli archivi segreti della Santa Sede e riporta il caso di un avvocato di Boston, Carmen Durso, che consegna copia dell’Istruzione del 1962 “Crimen Sollicitationis” al Procurarore Michel J. Sullivan chiedendogli di riscontrare gli elementi, all’interno della giurisdizione federale, per procedere contro le gerarchie vaticane, colpevoli, a suo avviso, di aver deliberatamente coperto i casi di abusi sessuali che vedevano coinvolti membri del clero. Contestualmente, un’altra lettera arriva sul tavolo del Procuratore, ed è firmata da Daniel Shea, avvocato di Houston, in Texas, ex seminarista che ha scoperto il documento del 1962 e ne ha dato copia al quotidiano di Boston e all’avvocato di Boston Carmen Durso. Il documento del 1962, spiega Shea nella lettera, viene citato come ancora in vigore in una nota dell’epistola "De Delictis Gravioribus" del 18 maggio 2001, che Joseph Ratzinger, l’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, aveva fatto recapitare ai vescovi e agli altri ordinati e membri della gerarchia ecclesiastica. Il caso viene portato all’attenzione pubblica internazionale dalla rete televisiva statunitense CBS, quindi le gerarchie vaticane si difendono sostenendo che le norme contenute nel documento del 1962 non hanno più alcun valore vincolante dal momento in cui sono entrate in vigore le disposizioni che nel 1983 hanno riformato il Codice di Diritto Canonico, ma la lettera di Ratzinger non lascia spazio a molti dubbi. In essa, l’attuale Papa Benedetto XVI, non solo richiama l’istruzione “Crimen Sollicitationis”, ma per quel che riguarda “i delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede” dispone che “nei Tribunali costituiti presso gli ordinari o i membri delle gerarchie cattoliche solamente i sacerdoti possono validamente svolgere le funzioni di giudice, promotore di giustizia, notaio e difensore” e ribadisce che “le cause di questo tipo sono soggette al segreto pontificio.” * *Ratzinger, riassumendo, è stato denunciato per una epistola del 2001 nella quale ribadiva il contenuto della “Instructio de modo procedendi in causis sollicitationis” del 1962, documento inviato a tutti i vescovi e desecretato di recente, ma citato come ancora in vigore nella lettera del 2001, in cui il Vaticano ordinava che un minore qualora avesse dichiarato al suo vescovo di un abuso sessuale da parte di un sacerdote avrebbe dovuto giurare il segreto perpetuo, sotto eventuale pena di scomunica. Ed eventuali documenti comprovanti scandali di questo genere commessi da sacerdoti avrebbero dovuto essere tenuto in un archivio segreto. La lettera del 2001 ribadiva il diritto della Chiesa non solo di rivendicare a sé la competenza giurisdizionale nei casi di abusi su minori da parte di esponenti religiosi, ma di svolgere le indagini e conservare le prove acquisite nel più assoluto segreto, fino al decorrere di dieci anni dal compimento della maggiore età della vittima. In questi anni la giustizia americana ha proseguito nelle indagini e dal gennaio 2005 esiste presso la Corte distrettuale di Harris County, in Texas, un procedimento in corso a carico di Joseph Ratzinger.Daniel Shea, l'avvocato che oltretutto è teologo, ex seminarista, e che ha conoscenze interne alla struttura, ritiene che Ratzinger in quel momento, ovvero nello spedire la lettera del 2001, abbia agito al di fuori dei poteri propri del Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede allo scopo di innalzare i tempi della prescrizione. In questo modo ha impedito alla giurisdizione americana di intervenire in sede penale: difatti, tutti questi processi sono in sede civile perché sono andati in prescrizione i tempi dell'azione penale, e questa lettera del 2001, in pieno caos americano, ha spostato avanti, da 16 a 18 di due anni, l'età in cui per la Chiesa Cattolica si diventa maggiorenni anche negli Stati Uniti, e prolungato i termini per la prescrizione da 5 a 10 anni, guadagnando vantaggio sui termini della prescrizione in uso negli States. Per questo Ratzinger è stato denunciato come "individuo", non come Prefetto, ma come individuo per aver dato quelle disposizioni, e in quanto tale nel processo vi è rappresentato. C'è insomma un imputato che si chiama Joseph Ratzinger e che è presente davanti alla giustizia americana a titolo individuale. " Insieme a Joseph Ratzinger, nel procedimento aperto nel gennaio 2005 sono citati l’arcivescovo di Galveston, monsignor Joseph Fiorenza e i sacerdoti Juan Carlos Patino Arango e William Pickard. Patino, colombiano di nascita, è attualmente latitante ed era stato accusato da tre giovani che frequentavano la chiesa di San Francesco di Sales, a Houston: le molestie risalirebbero alla metà degli anni Novanta, e contro il seminarista è stato aperto un procedimento penale. La risposta del Vaticano.La Santa sede non abbia contestato questa imputazione, ma si sia limitata a dichiarare che avrebbe richiesto l’immunità diplomatica per il Papa in quanto Capo di Stato, tale richiesta è stata avanzata puntualmente dagli avvocati del cardinale, nel frattempo divenuto Papa, il 19 aprile scorso. La Santa sede, ancora una volta e tenendo fede ad un modus operandi già utilizzato in molte altre occasioni, ha potuto impunemente giocare la doppia carta che la vede contemporaneamente godere della condizione di "stato sovrano" e "confessione religiosa", condizione, questa, che la rende titolare di privilegi unici al mondo e le accorda possibilità che a qualsiasi altra istituzione statuale o religiosa sono negate, permettendole di poter svicolare da qualsivoglia responsabilità in nome, di volta in volta, di una delle due facce che assume. Ma c'è da sottolineare che al momento in cui è stato commesso il reato Ratzinger non era capo di stato, c'è da sottolineare che è stato denunciato a titolo individuale, non come prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il giudice ha accettato lo stop chiesto dagli avvocati di Ratzinger per la richiesta dell'immunità, ma chiedendo loro un "rapporto" mensile sull'avanzamento dei lavori. L'immunità al capo di stato, in America può essere concessa solo dal Presidente. E' Bush, perciò, che è tenuto ad esprimersi e che eventualmente deve dire al magistrato: “Fermi tutti, il signor Ratzinger gode dell'immunità in quanto Capo di Stato”. L'assordante silenzio dei media.Il 17 agosto scorso, l’avvocato di Houston Daniel Shea, ha tenuto una conferenza stampa a Roma, ospitato dall’associazione Anticlericale.netEcco come Maurizio Turco, segretario dell’associazione, commenta la totale mancanza di riferimenti e riscontri di questo evento sui media italiani: "Chi ha voluto ascoltare la conferenza stampa di Daniel Shea in diretta su Radio radicale, non può non avere colto i connotati di ciò che comunemente viene definita una notizia fondata su fatti concreti, certi, documentati. Gli echi di questa notizia e della manifestazione dell’altro ieri a Piazza San Pietro hanno raggiunto 173 testate americane, le reti televisive CBS ed Msnbc, e finanche la Casa Bianca dove, durante il briefing quotidiano, è stato chiesto conto di cosa intenda fare il Presidente Bush di fronte alla richiesta vaticana di ottenere l’immunità diplomatica per il proprio Capo di Stato. Il fatto che in Italia, fatte salve le agenzie di stampa, non sia uscito nemmeno un rigo uno, o un secondo uno, sulla conferenza stampa di ieri (o sulla manifestazione a Piazza San Pietro dell’altro ieri) è opera che non abbisogna di una concertazione scritta, parlata o telefonica. "Note. La conferenza stampa si può tutt’ora recuperare on-demand, è in audio-video e quindi si può ascoltare e vedere con il programma di Real Player. Cliccando qui vi si aprirà. In una bella intervista del 18 agosto 2005, Maurizio Turco spiegava, inoltre: "E' un processo civile, non è penale. Che in quanto civile ha un altro significato, chiaramente: anche noi, dovendo chiedere qualcosa non chiederemmo di arrestare Ratzinger, questo è chiaro. Sicuramente, come cose urgentissime chiediamo il ritiro di queste disposizioni e la trasparenza su quello che è accaduto perché, ricordiamoci, quei 4.000 preti riconosciuti dalla Conferenza episcopale americana come colpevoli di aver commesso delle violenze sessuali soprattutto nei confronti di minorenni sono 4.000 che siedono sui banchi della giustizia civile". "In altre parole, non c'è stato un prete denunciato dalle autorità ecclesiastiche alla giustizia civile, hanno praticamente preso quello che è stato già accertato e l'hanno dato come buono senza dire però qual è stata l'attività a partire dal '62, tutti i dossier che loro hanno e che ancora non sono di dominio pubblico. Quindi noi vorremmo un po' di trasparenza su questo sapendo comunque che, a prescindere da questi documenti la causa prima delle deviazioni e sofferenze sessuali è la sessuofobia, la politica vaticana sul sesso". Noi denunciamo questa politica. Così come denunciamo la politica proibizionista perché arricchisce i narcotrafficanti, la politica sessuofobica è causa di disastri e non di felicità. Noi pensiamo che la risposta sia libertà sessuale e di coscienza, libertà dell'individuo". Gli sviluppi odierni.Il 20 settembre scorso, in un articolo su Il Corriere della Sera, si leggeva che:"La Corte Distrettuale del Texas non si è ancora pronunciata in merito alla procedura giudizaria civile presentata contro Papa Benedetto XVI, accusato di complotto per coprire le molestie sessuali contro tre ragazzi da parte di un seminarista: ma dopo l’intervento dell’Amministrazione Bush è assai probabile che la denuncia venga respinta. Il vice ministro della Giustizia degli Stati Uniti, Peter Keisler, ha infatti bloccato la procedura giudiziaria ricorrendo alla cosiddetta "suggestion of immunity", una misura legale che stando a quanto stabilito dalla Corte Suprema dev’essere obbligatoriamente recepita dai tribunali di grado inferiore. Keisler ha ufficialmente informato il tribunale che Benedetto XVI gode di immunità come Capo di Stato, sottolineando dunque che avviare il procedimento sarebbe “incompatibile con gli interessi della politica estera degli Stati Uniti”, che dal 1984 hanno allacciato rapporti diplomatici con la Santa Sede. La stessa Ambasciata del Vaticano a Washington aveva chiesto all’Amministrazione di intervenire con la "immunity suggestion" e chiudere il caso."Bush, quindi, accoglie la richiesta del Papa, decidendo di non coinvolgerlo e dichiarandolo non processabile, nonostante dal punto di vista giuridico ci fossero tutti gli estremi e le ragioni per fare la scelta opposta. Note. Le considerazioni le lascio a voi, ricordandovi che si sta parlando di bambini, minori stuprati e violentati da membri del clero e di un sistema di copertura pensato ad hoc non solo per insabbiare l’intera vicenda e far cadere i processi in prescrizione, ma che di fatto non ha impedito, anzi ha favorito la reiterazione dei suddetti reati per molti, molti anni, poiché i membri del clero colpevoli di abusi e di cui le garachie vaticane giungevano a conoscenza, non subivano altra conseguenza che quella di essere spostati da una diocesi all’altra. Questo ha portato alla situazione per cui uno stesso personaggio si è macchiato dello stesso reato all’interno di diversi contesti, a distanza di tempo, come dimostrano le relative vicende giudiziarie ambientate negli Usa e che hanno portato al pagamento di ingenti risarcimenti in dollari da parte delle diocesi alle famiglie delle vittime. Ps. Vi segnalo anche questo thread sul nuovo forum di Anticlericale.net che riporta le stesse notizie, con qualche approfondimento in più, ricordandovi che lo stesso sito, che corrisponde all’associazione telematica omonima, è stato recentemente colpito da un hacker ed è in fase di ricostruzione. In home page potrete trovare anche un’annuncio che spiega e da conto di quest’altra brutta vicenda. Se volete, siete liberi di riportare le cose scritte sopra, o quelle scritte nel thead sul forum dove volete, linkarle o quant’altro. Faccio questo, nella speranza che almeno l’informazione su questa vicenda si diffonda il più possibile, visto che giustizia, con tutta probabilità, non sarà mai fatta. Ma le mie ragioni sono anche quelle così ben esposte nell’estratto dell’intervista a Maurizio Turco che ho riportato più sopra. In questa squallida storia, infatti, emerge in tutta la sua chiarezza il problema di fondo, ovvero la politica sessuofobica della Chiesa cattolica e delle gerarchie vaticane, che costringono e condannano, in primis, i suoi stessi membri a vivere inferni personali e quotidiani di omertà e repressione. Inferni che poi, inevitabilmente, si riversano all’esterno, sulla società, con le conseguenze che sappiamo. Già che c’ero, ho preparato un bannerino, molto semplice, che d’ora in poi sarà presente anche nella colonna qui a destra e che rimanda a questo post. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno letto e che daranno il proprio contributo per far circolare l’informazione il più possibile!":)