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la Direttiva Bolkestein.


ne avevo già scritto su Socialblog2, ma purtroppo è andato perso...domenica scorsa si è svolta una manifestazione contro la Direttiva Bolkestein, promossa da una galassia di associazioni che, fondamentalmente, fanno riferimento all'area no-global, di sinistra estrema, sindacale e cattoliche.il concetto è semplice: questa direttiva della CE sarebbe iperliberista e minerebbe i diritti dei Cittadini e dei lavoratori.dal sito stopbolkestein.it:"Oggi più che mai, diritti del lavoro, beni comuni e servizi pubblici sono sotto attacco:a) a livello globale, attraverso i negoziati dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, che spingono verso la completa liberalizzazione dei servizi (Gats) e verso la totale deregolamentazione del lavoro (Nama), consolidando il dominio dei paesi ricchi sul sud del mondo. Decisivi sotto questo aspetto saranno i prossimi appuntamenti di metà ottobre a Ginevra e di metà dicembre ad Honk Kong;b) a livello europeo, attraverso la direttiva Bolkestein che si prefigge la privatizzazione di tutte le attività di servizio, la deregolamentazione e la completa precarizzazione delle prestazioni di lavoro attraverso il principio del paese d’origine, l’azzeramento dei poteri decisionali degli Enti Locali. Il voto del Parlamento Europeo sulla direttiva è previsto per fine ottobre;c) a livello nazionale e locale, con l’avanzamento dei processi di privatizzazione e il deterioramento dei servizi pubblici, privati di risorse finanziarie e di personale, mentre aumentano senza soluzione di continuità le spese militari e di guerra.E’ ora di cambiare. E’ ora di dire basta a questa continua sottrazione di diritti sociali e di cittadinanza. E’ ora di dire basta alla precarizzazione del lavoro e della vita."che, detta così, fa un bel po' di impressione.ma sembra che questa non sia la verità. sembra che qualcuno non la pensi così.dal sito www,lavoce.info:"La direttiva in questione non mette in pericolo nè i sistemi di welfare di cui lei parla (e che peraltro differiscono in modo sostanziale da paese a paese) nè i servizi pubblici o le tutele dei cittadini "all'europea" (che poi differiscono anch'essi notevolmente da paese a paese). Infatti la direttiva menziona espressamente una serie di campi in cui il principio del paese d'origine non vale e in cui prevale invece la legislazione del paese ospite. Questi campi includono il diritto del lavoro (compresi quelli risultanti dai contratti collettivi), i requisiti relativi alle qualifiche professionali, le modalità di erogazione e finanziamento dei servizi pubblici (inclusi i servizi sanitari pubblici e l'educazione pubblica), le normative di carattere ambientale, sanitario e urbanistico, la tutela dei consumatori, etc. Per di più, la direttiva stabilisce che il principio del paese d'origine non si applica ai cosiddetti lavoratori "in distacco" (cioè quelli che lavorano per un'impresa di servizi in un paese diverso da quello d'origine per brevi periodi), che rimangono coperti da un'apposita e preesistente direttiva (96/71/EC)."per i maliziosi, comunico che il sito lavoce.info non è un covo di selvaggi liberisti e affamatori del popolo, bensì un think-tank di economisti di sinistra riformista e sindacale.ciò detto, sarebbe bene che si leggesse (per chi ha tempo e interesse) l'intera direttiva: la trovate qui.buone riflessioni.:)