Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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« radicali a congresso/1otto milioni di zucche. vuote. »

radicali a congresso/2: il giorno di Emma.

Post n°768 pubblicato il 01 Novembre 2005 da giancla56
 




L'intervento di Emma Bonino in mattinata, accolto da un'autentica
ovazione. "Noi siamo una forza e persone di governo". "Vogliamo
un paese all'altezza dei tempi". "Vivano le speranze, vivano i
valori, viva la rosa nel pugno".



Un discorso da ministro degli Esteri, quello di Emma Bonino, che affronta
ogni questione d’attualità internazionale e non solo. “Noi siamo forza e
persone di governo”, dichiara in apertura del suo intervento. “Noi non siamo
mai stati movimentisti, extraparlamentari e cose di questo genere. Per noi le
libertà non possono essere distinti dalle responsabilità, i diritti non possono
essere disgiunti dai doveri. Anche quando abbiamo usato la disobbedienza civile
per cambiare le leggi, lo abbiamo fatto perché ne volevamo altre e migliori”. E
a Filippo Ceccarelli che sulla Repubblica scriveva di radicali percepiti come
“inaffidabili”, risponde: “Siamo forse persone abituate a dire delle verità
senza fare troppi calcoli sulle proprie o altrui carriere”.



Elegante come al solito, giacca di veluto nero e camicia candida,
l’europarlamentare ricorda il suo primo congresso, nel novembre del 1975,
esattamente trent’anni fa, e conclude sventolando una rosa rossa, simbolo del
nuovo soggetto laico, socialista, liberale e radicale. Intanto ha affrontato la
questione della democrazia, sottolineando che è “l’aspirazione alla libertà la
più grande arma di attrazione di massa”, ha dichiarato a chiare lettere che,
comunque la si sia pensata sulla guerra, “oggi il ritiro dall’Iraq significa
consegnare gli iracheni alla guerra civile e ai tagliatori di teste”, così come
ritirarsi a suo tempo dal Vietnam e dalla Cambogia, ha significato consegnare
quei paesi a un regime comunista, ha espresso il suo fastidio per le polemiche
sull’esportazione della democrazia, considerando l’esperienza dell’Europa
nell’esportare tirannia (si pensi a Saddam Hussein, ma anche a Slobodan
Milosevic) e sottolineando che spesso la democrazia è stata sacrificata alla
stabilità in qualche caso soltanto “un rigor mortis”.



Oggi invece promuovere la democrazia e lo stato di diritto non è solo un
imperativo morale, ma “ci conviene”, è una questione di “interesse”. Poi il
lungo resoconto degli impegni e delle iniziative radicali sul fronte
internazionale. Dalla community of democracies alla battaglia contro la pena di
morte e al sostegno alla Corte penale internazionale, dalla lotta contro le
mutilazioni genitali femminili a quella antiproibizionista sulla droga. Il
consueto scetticismo, invece, nei confronti delle campagne per l’abolizione del
debito dei paesi poveri. “Tutti siamo contro la riduzione della povertà. Ma che
questo non significhi aumento dell’assistenzialismo e arricchimento dei
dittatori”, perché è la libertà “la forza dello sviluppo”.



Inoltre, i temi dell’immigrazione clandestina, dove la Bonino ha affermato
che da parte dei leader europei è “demagogico” invocare politiche europee che
non hanno voluto, quelli del lavoro, della ricerca e dell’università, con il
modello anglosassone contrapposto a quello renano, dove l’europarlamentare ha
ripetuto che “queste riforme sono a somma zero” e, quindi, nell’immediato
qualche perdente non può non esserci. Infine un riferimento alla distinzione in
voga tra laici e laicisti. “Di questa storia – ha detto la Bonino – non se ne
può più. Forse la cosa migliore è che cominciamo tutti a chiamarci laicisti”.





Resta il problema del ruolo della Chiesa. Che Camillo Ruini sia pure un
leader politico, ha detto la leader radicale, ma che lo faccia senza i
privilegi che in questo momento lo Stato italiano gli accorda. Il riferimento è
all’otto per mille, agli insegnanti di religione scelti dalla Chiesa e assunti
dallo Stato, ma anche alla pretesa del crocifisso nelle aule dei tribunali. “Il
crocifisso non è una grande tradizione”, ha spiegato la Bonino ricordando le
parole di sua madre. “Si è cominciato a metterlo durante il Fascismo”. Dunque,
per “un paese all’altezza dei tempi”, dopo che sono state provate davvero tutte
le soluzioni, ha concluso, non resta che mandare in Parlamento qualche decina
di “cocciuti” laici, liberali, socialisti, innovatori.

(dal blog del Congresso)


ehh...non c'è niente da fare: è proprio la piccola lady di ferro dei radicali.
tu la vedi, la senti parlare, e, ogni volta, ti stupisci di questo ossìmoro vivente: piccola, magrissima, diafana, quasi, eppure sempre lucidissima e animata (arsa, diresti) da una fiamma interiore di vision politica, volontà, caparbietà, testardaggine, resistenza fisica e nettezza morale.
la personificazione del pessimismo della ragione e dell'ottimismo della volontà.

altro che quote rosa!

:)




 
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Commenti al Post:
lilith_0404
lilith_0404 il 06/11/05 alle 06:57 via WEB
Mi ha sempre dato l'impressione di una donna in gamba... quanto alle quote rosa, mi mettono una tale tristezza: mortificante, come una carità...
(Rispondi)
 
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