Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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« altro che Stephen King! »

la Marcia di Natale si farà.

Post n°801 pubblicato il 17 Dicembre 2005 da giancla56
 






Caro o cara blogger,


quelli che seguono sono gli aggiornamenti sull'iniziativa lanciata da
Marco Pannella di una grande Marcia di Natale per l'amnistia, la
giustizia e la libertà.

Per ora nessuna della grandi organizzazioni specializzate nella
convocazione delle grandi manifestazioni di massa ha assicurato la
disponibilità a contribuire alla mobilitazione necessaria per portare
centinaia di migliaia di persone in piazza.

Tuttavia abbiamo deciso, grazie alle generose e importanti adesioni
arrivate in questi giorni, di organizzare lo stesso la Marcia di
Natale. Siamo convinti di poter riuscire a mobilitare, con le nostre
forze insieme a quelle delle tante persone, associazioni, blogger che
hanno aderito, qualche migliaio di persone, per ritrovarci il 25
dicembre a marciare insieme.


A te come blogger chiediamo un aiuto particolare. Quello di inondare la
rete, per quanto ti è possibile, di informazioni su questa iniziativa.

A questo indirizzo puoi trovare il banner della marcia (http://www.radioradicale.it/images/banners/logo_amnistia_p.jpg) che va linkato a questa pagina: http://www.radicali.it/amnistiaxnatale/form.php.


Ti segnaliamo anche il blog aperto su RadioRadicale.it per gli aggiornamenti costanti sull'iniziativa e il dialogo in rete: http://blog.radioradicale.it/blog/data/amnistia.



Grazie per tutto quello che potrai fare,


Diego Galli

Responsabile del sito RadioRadicale.it


ringrazio tutti coloro che vorranno dare una mano, e aggiungo due parole su Marco Pannella:

L’amnistia e il Pifferaio magico

• da La Repubblica del 16 dicembre 2005, pag. 1
di Filippo Ceccarelli

Marcia o non marcia di Natale, indulto o amnistia, manovre politiche o galere che scoppiano, comunque la necessità di un atto di clemenza è entrata nell’agenda politica.

Ma poi, per chi abbia qualche interesse per le regolarità della vita pubblica e dei suoi protagonisti: perché smettere di credere alla favola del Pifferaio Magico? Per quale incantesimo quasi sempre Pannella riesce là dove tutti gli altri falliscono, tirandosi dietro un mucchio di gente? Quali segrete arti gli consentono di imporre oggi con successo, all’ordine del giorno, quello stesso doloroso tema carcerario su cui rimase inascoltato Giovanni Paolo II il Grande?

E ancora una volta balza agli occhi l’enigma dell’enorme consenso ulta-minoritario di Pannella: di nuovo tocca interrogarsi sul rompicapo di un’adesione corale suscitata da una fantasia così straordinaria da conservarsi sempre uguale a se stessa; fredda e calda ad un tempo; lucida e smaniosa; imprevedibile nella sua più compiuta prevedibilità. Oggi le carceri, per dire, dopo il caso Sofri, ma ieri decine di altre campagne, tutte segnate da quella specie di attrazione magnetica che al di là di qualsiasi banale trasversalismo solo al leader radicale, in realtà permette di raccogliere gli opposti e combinare gli estremi: Andreotti e Paolo cento, Bondi e la figlia di Cossutta, Sgarbi, Epifani, Giuliano Ferrara, Taradash, Sant’Egidio, bum.

Inutile, anzi guai a chiedere a lui come fa; quali malie distinguono la sua musica, o con quanta naturalezza applica la sua linea politica: “L’argomento Pannella”, ha risposto una volta, “mi annoia”.

E allora, forse, l’unico modo è cercare di smontare il fenomeno pezzetto dopo pezzetto, con l’indispensabile soccorso della lunga vicenda radicale e dei suoi virtuosi e tempestosi “impannellamenti”.

Bene. Il primo punto di partenza è l’eccezionale padronanza delle tecniche di comunicazione, pari solo a quella di Berlusconi, anche se forse addirittura più acrobatica perché in genere Pannella non ha soldi, né mezzi, né tutto sommato gli interessano, né mai gli è entrato nulla in tasca. Ai quattrini d’altra parte, supplice con una spiccata intelligenza del momento: s’inserisce negli interstizi del calendario, approfitta del vuoto di ferragosto, coglie l’aspetto religioso della Pasqua, acchiappa – come è in questo caso – l’atmosfera del Natale e ci dà dentro, da consumato rabdomante politico-sentimentale.

O forse, più semplicemente, da giornalista. Del genere polemistico, o meglio provocatorio, o meglio ancora da consumato costruttore di scandali. Sia come sia, nessuno più di lui ha capito quanto è scoperto e cruciale, nella democrazia televisiva, il rapporto tra emozioni e istituzioni. Da questo punto di vista i digiuni, ormai anche brevi e simbolici, sono un serial e un sequel perfetti. Pannella ha scoperto i reality quando gli autori del “Grande Fratello” o dell’ “Isola dei famosi” avevano i pannolini. Chi lo conosce bene (Massimo Teodori, “Pannella. Un eretico liberale nella crisi della Repubblica”, Marsilio, 1996) è arrivato a sostenere che gli scioperi della fame e della sete hanno (anche) l’effetto di provocare complessi di colpa e di indurre alla solidarietà proprio quei politici – la categoria si è ben estesa negli ultimi anni – che sono più abituati a utilizzare la cosa pubblica a proprio vantaggio. Il sostegno alla battaglia radicale, quindi, diventa, una compensazione, una riparazione, un obbligo morale.

Eppure, dopo tutto, il leader radicale mette in gioco e spesso in pericolo il suo corpo. Anche questo accade oggi di rado, nonostante i corpi stiano guadagnandosi una sempre maggiore centralità. Di nuovo: proponendosi fisicamente come mezzo e come messaggio, riattivando in sé il circuito virtuoso tra parola e azione, politica e comunicazione, per primo Pannella ha ristabilito un rapporto diretto tra leader e masse, determinazione individuale e consenso diffuso. Tutto questo all’interno di una metodologia, ormai quasi codificata nella via Torre Argentina, che prevede il sistematico coinvolgimento di senatori a vita, emeriti presidenti della Consulta, parlamentari di prestigio, premi Nobel, opinion maker, artisti, operatori del settore prescelto, sacerdoti e naturalmente “angusti giornali”, come ha scritto ieri un po’ stizzito sull’ “Avvenire” Davide Rondoni.

Non per caso, sempre ieri, e pure lui con qualche insofferenza, Antonio Socci ha parlato di un “esercito di complemento”. Esisterebbe, cioè, anzi senz’altro esiste un nucleo di supporter disposti ad assecondare l’iniziativa radicale. Nel passato remoto questa militanza informale si è vista sul divorzio, o nella campagna contro lo sterminio per fame. Ma la questione è che questi soggetti che di volta in volta aiutano e sostengono Pannella cambiano, a seconda delle campagne.

Quel che conta, semmai, almeno per lui, è che sul piano strategico i risultati vadano indubitabilmente nella direzione da lui stabilita. Basteranno tre recenti esempi a dimostrare questo misterioso potere di attrazione. Nel febbraio del 1997 (digiuno contro la “cancellazione” televisiva dei radicali dal servizio) Pannella è riuscito a far venire, per la prima volta nella stessa mattina, al Partito Radicale, sia D’Alema che Berlusconi. Nell’aprile del 2002, dopo aver clamorosamente ingurgitato la propria pipì per colmare dei vuoti alla Consulta, ha ottenuto un intervento telefonico in diretta del presidente della Repubblica che a “Buona Domenica” lo scongiurava di bere un bicchier d’acqua. Infine nel febbraio del 2003, vigilia della guerra in Irak, pur non essendo deputato, Pannella si è in pratica fatto mettere ai voti una mozione sull’esilio di Saddam, approvata con 345 sì, 38 no e 58 astenuti.

E’ abbastanza plausibile che il formarsi di queste maggioranze estemporanee dipende anche dalla chiarezza degli obiettivi e dalla semplicità delle soluzioni proposte. Di solito non si tratta di combattere demoni, ma di aiutare persone. Tanto più una campagna funziona quanto più riesce a proiettare in politica le finalità supreme della vita. Ma il punto vero – lo scarto, l’incanto, la leva – sta nel ribaltamento delle logiche convenzionali. Alla rovescia, pensa Pannella, si comprende di più. E controcorrente si procede meglio. Ma in entrambi i casi occorre un prodigio di tecnica e un soffio di follia. Non l’elogio di Erasmo, per intendersi, mandato astutamente a memoria dal cavaliere. Un’offerta di sé, una speranza, una strana leggerezza, insomma qualcosa che nemmeno si riesce a capire troppo bene.

:)


 
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Commenti al Post:
streghella16
streghella16 il 17/12/05 alle 15:34 via WEB
Guardi, Mr. Gianclaudio, se lei fa in modo da lassiare a casa Pannella e Capezzone che proprio non li digerisco, ci vengo anch'io alla marcia milit..ops volevo dire di natale! :-)) Gradire la presenza di Marco Cappato ma solo perchè l'è un gran bel ragasso! :-))) Firmato: signora Coriandoli. Buon Natale,Giancla, e non esageriamo col panettone!:-)
(Rispondi)
 
 
giancla56
giancla56 il 17/12/05 alle 15:51 via WEB
eh, lo so, Cappato piace...ma di giovani virgulti come lui ce ne son diversi (se vuole, intercedo...). buon Natale anche a te (il panettone della Vigilia lo smaltirò la mattina del 25 con una bella passeggiata). :)
(Rispondi)
 
 
 
streghella16
streghella16 il 19/12/05 alle 15:05 via WEB
Anche se lei intercedesse, son messa maluccio...Non gradirebbe il Cappato.. Forse gradirebbe il cappone( di natale.. ) eheheheh
(Rispondi)
 
 
 
 
giancla56
giancla56 il 19/12/05 alle 19:57 via WEB
Ella esercita in modo eccessivo un'altrimenti legittima autocritica. non si butti giù: non fa bene alla salute. :)
(Rispondi)
 
alexisdg10
alexisdg10 il 17/12/05 alle 23:53 via WEB
Non sono radicale, ma una mano te la do volentieri: la libertà fa bene a tutti!! Tante cose belle a te!
(Rispondi)
 
 
giancla56
giancla56 il 18/12/05 alle 00:26 via WEB
gracias! :)
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