Creato da: giancla56 il 27/11/2004
Una bacheca, appunto. Un posto dove attaccare foglietti, post-it, annotazioni. Dove appendere pensieri, foto, emozioni, immagini, riflessioni, sfoghi, sentimenti,sorrisi, incazzature e pianti. Ma non una bacheca privata, solo mia. Anche di quelli che, se vorranno, potranno usarla.

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« come piegare una t-shirt.le parole di Luca. »

buon compleanno, cazzo!

Post n°842 pubblicato il 26 Febbraio 2006 da giancla56
 



Dal Secolo XIX

Trent'anni di Radio Radicale una voce (beffarda) dal Palazzo

di Vittorio Pezzuto
«Siete sintonizzati sugli 88.5 megahertz in FM e quella che state ascoltando è Radio Radicale di Roma». Così, nella tarda mattinata del 26 febbraio 1976, iniziavano le prime trasmissioni dell'emittente politica italiana più longeva e apprezzata. Nelle due stanze di viale Villa Pamphili (mentre nel palazzo di fronte Daniele Capezzone, bimbetto vispo di quattro anni, gioca buono buono nella sua cameretta) iniziano ad alternarsi al microfono sette militanti diretti da Pino Pietrolucci. Grande entusiasmo, mezzi di fortuna, struttura decentrata - fino al 1978 nelle sedi di Milano, Genova, Torino, Firenze e Napoli i militanti radicali decideranno autonomamente gran parte del palinsesto - eppure già nelle prime settimane si delinea con chiarezza la linea editoriale che resterà inalterata negli anni: notizie ventiquattro ore su ventiquattro, fili diretti con gli ascoltatoìi (senza filtri, una novità per l'epoca) e messa in onda dei maggiori appuntamenti politici e istituzionali del Paese. Pubblicità zero. La radio si mantiene con le sottoscrizioni private e grazie al finanziamento pubblico del partito: non potendolo rifiutare per legge, il Pr ha infatti deciso di "restituirlo" ai cittadini sotto forma di informazione. Per la prima volta il Palazzo irrompe così nelle case degli italiani, che presto imparano a conoscerne liturgie e protagonisti. Convinti sostenitori del motto einaudiano del "conoscere per deliberare", Marco Pannella e i dirigenti della Rosa nel Pugno vogliono infatti che il loro organo di partito non si riduca a semplice strumento di propaganda. Il genovese Paolo Vigevano, editore dell'emittente dal 1978 al 1999, sottolinea come «in tutti questi anni siamo stati l'unico servizio pubblico radiotelevisivo assicurato da un privato e riconosciuto per legge. Ricordo che il primo grosso impianto di trasmissione lo accendemmo il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Aldo Moro. Il momento non era casuale: volevamo garantirci spazi di libertà che non venisseri stritolati dalla morsa Rai-grande stampa, compatti sostenitori del compromesso storico». Il suo pensiero ritorna anche al gennaio 1981, quando la mobilitazione dell'emittente portò alla liberazione del giudice Giovanni D'Urso da parte delle Brigate Rosse: «Siamo stati lo strumento mediatico dell'unico grande successo di dialogo, senza trattativa, con il terrorismo». Il direttore di allora era Lino Jannuzzi, che oggi ricorda come «determinante in quella circostanza fu il drammatico appello alla Br fatto ai nostri microfoni da Leonardo Sciascia, nostro abituale interlocutore. Così come rivendico l'invenzione della rubrica "Stampa e Regime", la prima rassegna stampa mai realizzata in Italia, da me affidata a Marco Taradash». Nel 1986 Radio Radicale diventa anche "Radio parolaccia". Poiche si rischiava di chiudere per mancanza di fondi, vengono sospesi tutti i programmi e si decide di trasmettere senza censura i messaggi di solidarietà degli ascoltatori. Ben presto sulle segreterie telefoniche si rovesciano a migliaia scherzi deliranti, bestemmie, insulti tra tifosi di calcio, cori razzisti nord-sud... Diversi anni prima dell'esplosione del fenomeno leghista, l'Italia si scopre improvvisamente piena di rabbia contro se stessa e la sua classe dirigente. Il clamore è tale che per qualche giorno la magistratura romana dispone il sequestro degli impianti pei impedire la messa in onda di telefonate che possono configurare i reati di vilipendio delle istituzioni e di apologia del fascismo. A dispetto della sua inconfondibile colonna sonora (dal 1983 trasmette solo Requiem, in ricordo delle migliaia di morti per fame ogni giorno nel mondo), l'emittente festeggia in ottima salute il trentesimo compleanno. Il suo archivio sonoro, interamente digitalizzato, è ormai un giacimento culturale unico in Italia e probabilmente senza eguali al mondo: a fine gennaio contava 50047 interviste, 12.588 udienze dei più importanti processi, 14.448 dibattiti o presentazioni di libri, 5.685 assemblee, 4.776 comizi o manitestazioni ufficiali, 11.942 conferenze stampa e la voce di ben 124.536 oratori. Nella redazione romana di via Principe Amedeo il direttore Massimo Bordin non sembra dare un eccessivo rilievo a questo anniversario: l'urgenza del momento è semmai quella di assicurare vita e consenso elettorale alla nuova Rosa nel Pugno. Con la voce arrocchita dal fumo che da molti anni gli ascoltatori dì "Stampa e Regime" ben conoscono, preferisce guardare avanti e porsi obiettivi ancora più ambiziosi. «Da tempo la nostra radio si è evoluta nel web (www.radioradicale.it) e stiamo continuando a investire per garantire agli utenti una definizione sempre maggiore dell'audiovideo, perfezionando l'incrocio del mezzo radiofonico con quello televisivo. Da qui nasce il nostro recente accordo col canale satellitare Nessuno TV. Che non esclude affatto la nascita in futuro di una nostra emittente televisiva, beninteso con la stessa filosofia editoriale». Perché da quella mattina del 26 febbraio 1976 lo slogan continua a restare immutato: "Radio Radicale. La radio che parla e che ascolta. Dentro, ma fuori dal Palazzo".


quel 26 febbraio del 1976 non avevo ancora vent'anni.
cazzo!

:)

 
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Commenti al Post:
streghella16
streghella16 il 26/02/06 alle 21:08 via WEB
E' l'ultima parola che non m'è chiara..ma non tentare di ripetermela per farmela capire mejio...Comunque le porgo a lei medesimo e alla di sua radio radicala, le mie migliori condogl..ops, augurazioni... :-)) ( sto sul scherzoso andante, stasera.. Non sparare sulla barista eh? )
(Rispondi)
 
 
giancla56
giancla56 il 26/02/06 alle 21:27 via WEB
io non sparo mai, su nessuno. sono un nonviolento, ricordi? :)
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