Kane lancia una nuova sfida a Triple H per il World Heavyveight Championship e stavolta mette in gioco qualcosa che non sperava mai di scommettere: la sua maschera! Qualora avesse perso, tutto il mondo avrebbe visto finalmente il suo volto. Il match si tiene a Raw e molti, contando sulla volontà di Kane di non far vedere il proprio viso rovinato dalle fiamme, si attendono che il match o si concluda con una strabiliante vittoria di “Big Red Machine” o che termini perlomeno in un no contest. La vittoria è Triple H ad ottenerla e Kane, dopo ben sei anni di permanenza, non può far altro che rispettare la stipulazione speciale del match prevista nel contratto e dire addio alla maschera: il suo volto completamente carbonizzato non era ormai più un mistero. Un duro colpo per “Big Red Machine” tanto da farlo impazzire tutt’ad un tratto. Si convince infatti che nel backstage tutti lo deridano per il suo aspetto, un tarlo che distrugge il suo cervello, fino a fagli compiere i gesti più impensabili. Aggredisce chiunque gli capiti sotto tiro, senz’alcuna distinzione: pesta a sangue Tommy Dreamer e Rico; attacca inspiegabilmente i due co-GM di Raw Steve Austin ed Eric Bischoff; dà fuoco al telecronista di Raw Jim Ross nel corso di un’intervista; stende con una “Tombstone Piledriver” il CEO Linda McMahon, arrivata a Raw per tentare di fermarlo; inoltre non esita a prendersela con quelli che fino a ieri sembravano essergli amici, tipo Rob Van Dam e The Hurricane. Tornato quindi nei panni di monster heel come ai vecchi tempi, la sua ferocia, la sua crudeltà, la sua forza, la sua cattiveria risultano praticamente inarrestabili. Nessuno riesce a placarlo. Anzi. Chiunque ha la sfortuna d’imbattersi in lui deve pentirsene amaramente. A farne le spese è soprattutto l’ex tag team partner Rob Van Dam, letteralmente massacrato a Summerslam in un “No DQ Match”. Prova allora ad arrestare la sua corsa Shane McMahon, accorso in tutta fretta dopo un periodo di assenza dal ring per vendicare l’aggressione subita dalla madre Linda. Il suo coraggio nell’opporsi ad un colosso quale Kane non viene purtroppo ripagato a dovere. Shane-O-Mac ce la mette davvero tutta, rivelandosi uno degli atleti più tecnici, rapidi ed astuti in circolazione nel roster. “The Big Red Machine” lo sconfigge però sia in un “Last Man Standing Match” ad Unforgiven che in un “Ambulance Match” alla Survivor Series. E del figlio di Vince, altra vittima della furia ceca di Kane, fino ad oggi si è persa qualsiasi traccia. Non pago dei danni rifilati a Shane, sempre alla Survivor Series, costa il “Buried Alive Match” al “fratello” Undertaker opposto per l’occasione a Vince McMahon, salvando quindi quest’ultimo da fine sicura. Ed anche l’American Bad Ass entra suo malgrado nell’elenco delle illustri vittime di Kane.
La Maschera Di Kane.....
Kane lancia una nuova sfida a Triple H per il World Heavyveight Championship e stavolta mette in gioco qualcosa che non sperava mai di scommettere: la sua maschera! Qualora avesse perso, tutto il mondo avrebbe visto finalmente il suo volto. Il match si tiene a Raw e molti, contando sulla volontà di Kane di non far vedere il proprio viso rovinato dalle fiamme, si attendono che il match o si concluda con una strabiliante vittoria di “Big Red Machine” o che termini perlomeno in un no contest. La vittoria è Triple H ad ottenerla e Kane, dopo ben sei anni di permanenza, non può far altro che rispettare la stipulazione speciale del match prevista nel contratto e dire addio alla maschera: il suo volto completamente carbonizzato non era ormai più un mistero. Un duro colpo per “Big Red Machine” tanto da farlo impazzire tutt’ad un tratto. Si convince infatti che nel backstage tutti lo deridano per il suo aspetto, un tarlo che distrugge il suo cervello, fino a fagli compiere i gesti più impensabili. Aggredisce chiunque gli capiti sotto tiro, senz’alcuna distinzione: pesta a sangue Tommy Dreamer e Rico; attacca inspiegabilmente i due co-GM di Raw Steve Austin ed Eric Bischoff; dà fuoco al telecronista di Raw Jim Ross nel corso di un’intervista; stende con una “Tombstone Piledriver” il CEO Linda McMahon, arrivata a Raw per tentare di fermarlo; inoltre non esita a prendersela con quelli che fino a ieri sembravano essergli amici, tipo Rob Van Dam e The Hurricane. Tornato quindi nei panni di monster heel come ai vecchi tempi, la sua ferocia, la sua crudeltà, la sua forza, la sua cattiveria risultano praticamente inarrestabili. Nessuno riesce a placarlo. Anzi. Chiunque ha la sfortuna d’imbattersi in lui deve pentirsene amaramente. A farne le spese è soprattutto l’ex tag team partner Rob Van Dam, letteralmente massacrato a Summerslam in un “No DQ Match”. Prova allora ad arrestare la sua corsa Shane McMahon, accorso in tutta fretta dopo un periodo di assenza dal ring per vendicare l’aggressione subita dalla madre Linda. Il suo coraggio nell’opporsi ad un colosso quale Kane non viene purtroppo ripagato a dovere. Shane-O-Mac ce la mette davvero tutta, rivelandosi uno degli atleti più tecnici, rapidi ed astuti in circolazione nel roster. “The Big Red Machine” lo sconfigge però sia in un “Last Man Standing Match” ad Unforgiven che in un “Ambulance Match” alla Survivor Series. E del figlio di Vince, altra vittima della furia ceca di Kane, fino ad oggi si è persa qualsiasi traccia. Non pago dei danni rifilati a Shane, sempre alla Survivor Series, costa il “Buried Alive Match” al “fratello” Undertaker opposto per l’occasione a Vince McMahon, salvando quindi quest’ultimo da fine sicura. Ed anche l’American Bad Ass entra suo malgrado nell’elenco delle illustri vittime di Kane.