Racconti Erotici

La mia Vicina 1° parte


LA   MIA VICINA  Era  un giorno d’estate, faceva molto caldo, Sotto una bellissima quercia  davanti  la casa, c’era un tavolo e delle sedie dove con la  mia  famiglia  stavamo  seduti  a chiacchierare all’ombra. Arrivata l’ora di pranzo ci  siamo  apparecchiati  li sotto quella gradevole ombra.   Dopo pranzo, mia moglie Laura, dopo aver finito di lavare i piatti, mi disse che usciva e sarebbe andata da una sua amica, poco distante. I miei figli uscirono con i loro amici ed io rimasto solo entrai in casa per un riposino. Mi ero sdraiato sul letto con indosso dei  pantaloncini  cortissimi  e  una  canottiera. Mi  ero appena  appisolato, quando una dolce voce  chiamava, io risposi, era la mia vicina  Angela,  si  avvicina  alla  camera, una bella fica con un vestito cortissimo,  alla  vista di  quel ben di dio,  il  cuore iniziò a battere forte, stupenda, in un secondo mi balenarono  mille  pensieri.  Mi  chiese  di  Laura, io risposi,  è  andata  da  una  sua  amica, in ogni modo dovrebbe tornare subito, (sapevo che non era vero che prima di due ore non sarebbe  tornata)  se  vuoi aspettare  ci  beviamo  qualcosa. Non mi rispose  subito, notai  che  stava  guardando il fagotto nei  miei pantaloncini, la vidi come se stesse resistendo a non saltarmi  a dosso. Poi  disse:  un po’ aspettato, ma stai comodo non  ho sete. Ancora sdraiato, le  dissi:  allora  siediti  qui, lei  si avvicinò un po’ agitata,  si  sedette  sul  letto  ai  miei piedi, mentre parlavamo, la vidi che era ancora più agitata, si stringeva le mani, si  mordeva  il  labbro  inferiore, si  stava  trattenendo  non  ce  la  faceva  più. Intanto l’arnese continuava ad indurirsi,  era  evidente che mi  voleva, ma  la  paura  che  tornasse  Laura  non  la faceva muovere. Le dissi: stai  tranquilla tanto  Laura  non torna prima di un paio d’ore. Le confessai che mi piaceva tantissimo, e che non le serei  salto a dosso se  non voleva. Angela  non  mi rispose subito, iniziò a scivolare  con  la  mano  lungo la gamba, dicendo che era in fiamme, se non gli avessi confessato il mio debole, lo avrebbe fatto lei con il rischio di fare brutta figura, Detto così arrivò  con  la  mano sopra il mio coso,  l’afferrò, ormai così duro che sollevava  i pantaloncini, lo prese tra le sue mani, iniziò  a  scivolare  la  pelle,  su  e giù,  poi lo prese in bocca e cominciò a leccare e succhiare.   Non c’è voluto molto per riempire la sua dolcissima bocca con  il  mio nettare.   Mentre  continuava  a  leccare e  succhiare,  con  la  mia  mano  accarezzandola  l’avvicinai  verso di me, alzaio quel poco di vestito che rimane nel piegarsi, sfilo le sue mutandine fradice, continuo a carezzarle  la  passera, le infilo due dita, inizio ad andare  avanti e indietro  lei si  muoveva  e ansimava  dal  piacere.    Nel frattempo lei leccando e succhiando aveva ripulito, le sfilo piano le dita,  continuo  a  carezzare  le cosce  e la passera, lei si tira su ,si mette a cavallo su di me, si abbassa e fa scivolare il mio membro  dentro il suo vulcano bollente. Inizia ad andare su e giù, sentivo che  si   avvolgeva attorno alla  mia  testolina, lei gemeva,  ansimava dal piacere. Scivolando  con la mani  lungo i fianchi le tolsi il vestitino, nel attraversare  sotto le ascelle le sbottonai il reggiseno, e tirai tutto via. Mentre continuava   nel  su  e  giù, io  le   carezzavo i seni, strizzando dolcemente i capezzoli, poi li presi in bocca e mentre li succhiavo e leccavo,  lei  alzò un gemito mentre  veniva, ma non si fermò. Dopo qualche minuto rallentò e si fermò, scese dal mio palo, lo prese in bocca, lo succhiò per un po’, poi si sdraiò sul letto allargò le gambe  e  mi  disse: tocca a te fammelo sentire dentro che mi sfonda. Io mi sdraio su di lei   nel  frattempo la bacio, mentre