Cinema e Amenità

E' Notte (non tanto) alta e sono sveglio


Senza volermi soffermare troppo ne "Lasciami Entrare" di Tomas Alfredson, che a parte avere una sceneggiatura abbastanza  non vista al cinema (ma non originalissima, basta pensare ad "intervista col vampiro), che è un film molto decantanto e tanto artistico, per i suoi tempi lunghi e immagini stazionarie, ma sostanzialmente noioso e con alcune brutture registiche, volevo affrontare la nuova serie di telefilm made in England.Le produzioni cui mi riferisco sono quelle datate 2003 (o limitrofi) andate in onda su La7 qualche anno or sono, al massimo tre  o quattro. Tra queste spiccano Keen Eddie e  un'altra serie dove i protagonisti sono dei falsari truffatori (ovviamente a fin di bene, con un loro codice morale) di nome Hustle. Questi telefilm, spesso di produzione Anglo americana, sono figli diretti del successo del regista Guy Ritchie (prima di tramontare definitivamente dopo il matrimonio con Madonna) e dei suoi film The Snatch e Lock and Stock. Keen Eddie, che rivedo in questi giorni, parla di uno Yankee poliziotto trapiantato a Londra per seguire un'indagine, quasi in forma punitiva, e vede il malcapitato statunitense esaltato, alle prese con la Londra delle buone maniere e delle perversioni sfogate col favore del buio.
La regià è estremamente dinamica e con repentini cambi di ritmo (immagini accellerate e sovraesposte) e coinvolgenti grazie al Groove che le accompagna, che segue la narrazione senza mai essere preponderante ma rimarcandola efficacemente.La serie ha avuto vita breve, solo 1 stagione per tredici episodi, ma per i primi episodi è estremamente accattivante. Hustle gode invece di un'azione corale dei protagonisti, con alcuini guizzi registici (per esempio tempo narrativo fermo, e uno degli attori che si scompone dall'immobilità  e compie delle azioni o dei proponimenti determinanti) che raramente si possono vedere in una produzione statunitense. Questa serie ha avuto più fortuna raggiungendo le cinque serie, e una dele sue protagoniste la rivediamo nei panni di Lila Tourney nella serie di successo "Dexter".Col crepuscolo di Guy Ritchie anche questo filone, abbastanza innovativo e sperimentale sul piano del ritmo, pare scomparso. Aspettiamo fiduciosi l'atteso divorzio di Guy dall Pop Star che gli ha fatto dirige uno dei film più brutti della storia, remake dell'omonima pellicola  della nostra Lina, "Travolti da un insolito destino  (in un azzurro mare d'agosto)" Wertmuller.