Cinema e Amenità

ANTICHRIST di Lars Von Trier


Scrivere di Antichrist non è facile, non tanto per  l'eco delle polemiche a Cannes che non si è ancora spento, ma soprattutto per la complessità del film. Una coppia perde il proprio figlio mentre consuma un violento e lussurioso amplesso, e tutta la narrazione segue il filo dell'elaborazione del dolore e del senso di colpa. Fallita la terapia farmacologica allopatica, un presuntuso William DeFoe, psicoterapeuta, decide di tentare la cura dello stato emotivo della moglie con la terapia, prendendosi lo scomodo e infelice ruolo di medico e amante della paziente. La terapia riporta la donna alla sua tesi dello scorso anno, sulle torture alle donne "streghe" dell'inquisizione e non solo.Il film è abbastanza forte, con tratti onirici
o sensoriali, scene di sesso esplicito e qualche scena sanguinolenta e cruda. Tacciato dalla critica di misoginia, per la presentazione della donna causa del suo male per la sua natura lussuriosa, il film in realtà presenta questo fatto come una persuasione fatta al genere femminile tramite anni di vessazioni, accuse, mortificazioni del corpo e della mente, cari a molte delle grandi religioni monoteiste del mondo. La pressione morale, sospinta da un non perfetto stato mentale, travolge la protagonista a poco a poco, di mese in mese.Un gran film sul senso di colpa, insomma, anche se non ritengo questa pellicola tra le migliori di Lars Von Trier, che seppur presentando al solito temi scottanti e provocatori, ha il difetto di presentare un film non particolarmente coinvolgente, anche se apprezzabile.Tutte le polemiche in cui è stato accusato sono comunque ampiamente  fuori luogo.                                                                                      T.