Cinema e Amenità

IL PROFETA di Jaques Audiard


Malik èun
arabo non religioso, vissuto da sempre in un orfanotrofio e ora, maggiorenne, deve farsi sei anni di carcere. E' solo, è nuovo per il carcere che non sia quello minorile. Viene aggredito, pestato, rimane isolato, e a causa della sua scarsa appartenenza al mondo islamico non viene neppure protetto da "le barbe", gli arabi  all'interno del carcere. All'interno dell'istituto correttivo, manovrato da poteri più forti di lui, saprà comunque cavalcare il suo destino con umiltà e fermezza, riuscendo ad emergere e a fare "carriera" criminale.Il profeta è un film molto lungo, ben girato, interessante, ma a cui manca un pochino d'anima. Le peripezie dell'intelligente carcerato Malik sono ben costruite, e quasi si potrebbe godere di quell'evoluzione da ladruncolo a novello Scarface, ma non coinvolgono. Anche il titolo, "Il Profeta", sembra più riferito ad una piccolissima parte del film nemmeno così importante. Di oltre 150 minuti non rimane poi molto allo spettatore, se non forse uno spaccato delle carceri francesi e sul loro ruolo tutt'altro che educativo o "correttivo".Un peccato, poichè nel complesso la pellicola è gradevole.                                                                       T.