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Cinema e Amenità

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ILLUSIONE DI POTERE di Phillip K. Dick

Post n°172 pubblicato il 25 Maggio 2010 da toughenough
 

In questo libro di Phillip K. Dick ci sono tutti gli elementi che lo hanno reso famoso: simulacri, viaggi spaziali, viaggi temporali e droghe. Il tutto sapientemente mescolato con una scioltezza imbevuta di autobiografia, che ci rende quasi tattile la figura femminile di Kathy, moglie del Dottor Eric Sweetscent, specialista in trapianti.
Il dottore, alle dipendenze di un multimiliardario stravagante e ancorato alla sua infanzia di ben 130 anni prima, si ritrova catapultato, con il classico arrancare quasi da personaggio Noir, in eventi più grandi di lui, che coivolgeranno i Terrestri, gli insettoidi  mostruosi Reeg e i Lilistariani, nostri alleati, del tutto simili a noi (almeno esteriormente).
Il romanzo richiama le atmosfere incerte di Ubik (altro romanzo di Dick), proponendoci anelli del continuum, paradossi temporali (degni di Ritorno al Futuro:) e teorizzazioni del multiverso, che soprattutto in quegli anni (1966) non erano bagaglio comune di tutti gli autori.

Con tutti i romanzi o racconti tradotti in pellicola di Dick, che sono tantissimi, tra cui alcuni fedeli e riusciti (Screamers, Blade Runner ecc.), altri stravolti e fallimentari (su tutti, Next...) e altri scopiazzati alla bene e meglio senza pagare i diritti d'autore, o carpendone solo il concept (prendete ad esempio "Tempo Fuori Luogo" e guardatevi la prima parte di "the Truman Show"), non si capisce come mai nessuno abbia mai pensato di rovinare questa splendida storia facendone un film. Più di altri questo romanzo, modernissimo, audace, brillante, si presterebbe alla trasposizione sul grande schermo, conservando in sè tutti gli elementi per una ottima riuscita. Il romanzo di quasi 300 pagine scorre via alla velocità della luce trascinandoci con sè in un ideale primo e secondo tempo, facendoci conoscere personaggi controversi, complessi, accattivanti, come l'ambizioso Gino Molinari, grande stratega politico, grande manipolatore, che però si strugge per il destino della Terra patendo le pene dell'inferno, o  Mary Reineke, che affronta il suo destino da bambina adulta con la spregiudicatezza della sua giovane età.

L'unica nota stonata di questo romanzo edito da Fanucci è la copertina del libro. Non si dovrebbe permettere ad un grafico qualsiasi di sciacallare l'immagine dei Dalek (Doctor Who) per creare una copertina che dovrebbe risultare "originale" (nel senso di nuovo prodotto). Ma temo che la battaglia con gli illustratori dei libri, sia persa in partenza. Forse basterebbe costringerli a leggere il libro che vanno ad illustrare, se lo fanno fare.

 

                                                     T.

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Il primo bicchiere, come sempre, è il migliore.

Hank
 

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HAGAKURE

Si può imparare qualcosa da un temporale.
Quando un acquazzone ci sorprende, cerchiamo di non bagnarci affrettando il passo, ma anche tentando di ripararci sotto i cornicioni ci inzuppiamo ugualmente.
Se invece, fin dal principio, accettiamo di bagnarci eviteremo ogni incertezza e non per questo ci bagneremo di più. Tale consapevolezza si applica a tutte le cose.

Yamamoto Tsunetomo(1 - 79)
 
 

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LA MORTE E IL BUSHIDO

Ho scoperto che la via del samurai è la morte.
Quando sopraggiunge una crisi, davanti al dilemma fra vita e morte,è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a termine la propria missione equivale a una morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi di orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un'imitazione grottesca dell'etica del samurai.
E' quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che sceglie di farlo pur avendo fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed al tempo stesso è un vigliacco e un perdente.
Chi muore senza aver portato a termine la propria missione muore da fanatico, in modo vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
L'essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della giornata.
Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.
 
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