La barricata

SINISTRA ITALIANA: SUICIDIO/PARRICIDIO


Le elezioni politiche ci consegnano il peggiore risultato per la sinistra di ispirazione comunista (per quanto generica sia questa caratterizzazione) della storia repubblicana: nessun deputato e nessun senatore.E quali, sommariamente, possono essere i motivi alla base di questo disastro?Certo hanno influito l'esperienza a fianco del - purtroppo - debole e claudicante Governo Prodi, l'incoerenza di comportamento rispetto a quanto scritto nei programmi e pronunciato nelle piazze e nelle manifestazioni e, infine, il progetto di unificazione a sinistra che, alla fine, si è rivelato come un ripiegamento dopo il "gran rifiuto" veltroniano. Per questo motivo possiamo parlare di SUICIDIO. Come dissi a gennaio, in piena di crisi di governo, a uscirne a pezzi sarebbe stata proprio la sinistra "radicale". Così, e non sono un mago, è stato.A questi bisogna aggiungere la scelta, assai evidente, compiuta dagli stessi militanti di votare PD in prospettiva antiberlusconiana. Insomma, hanno sacrificato la casa paterna per salvare, senza riuscirci, il parente più o meno prossimo. E, qui, siamo al PARRICIDIO. A trarne beneficio (e il risultato elettorale è chiaro) è stato il PD che esce comunque da vincitore. E ciò che preoccupa è che il ricatto del voto utile, che il sistema elettorale facilitava, ha attirato nel "sacco" moderato e interclassista veltroniano una massa di elettori di cultura e posizioni più radicali.Mi pare sempre più evidente che il PD sia il figlio legittimo dello sviluppo socialdemocratico che, a partire dagli anni ’70, ha conosciuto il glorioso Partito Comunista Italiano. Che ci piaccia o meno, questa è la forza socialdemocratica che ci troviamo di fronte.Così, ed è ciò che più deve preoccupare, in Parlamento non ci sarà alcuna forza capace di proporre una politica estera alternativa a quella filoamericana e bipartisan, che dominerà Camera e Senato, e di farsi portavoce del composito popolo pacifista e antimperialista.NOTE FINALIIl sottoscritto non gode della sconfitta della Sinistra Arcobaleno e, di certo, non gioisce del trascurabile risultato di Sinistra Critica e del Partito Comunista dei Lavoratori. Ritengo che anche nel composito popolo di Rifondazione e del Pdci ci siano ancora (e la questione tibetana l'ha mostrato a galla) posizioni politiche culturali e critiche degne di rispetto e dalle quali partire per quello che, altrove, viene chiamato il socialismo del XXI secolo.ANALISI - Marco Rizzo: dopo l'Arcobaleno, la parola passa ai comunisti